Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Una LuNa in più, in cielo.

Ho pensato, ripensato, pensato ancora a cosa scrivere in questo post. La verità è che tu, brutto marrano, te ne sei andato senza lasciarci niente di scritto, così, in uno schiocco di dita, in un soffio, in un attimo. Anche se molto spesso eri fin troppo caustico, ti amavamo per com'eri, e nonostante tutte le sfuriate contro chiunque, avevi sempre una parola buona per chi se la meritava, e te ne intendevi davvero. Sei stato il mio mentore per tanto tempo, eri un po' il mio modello sai. Tanto che quella volta che hai fottuto gli hard disk e volevi mollare tutto, mi sembrò impossibile che il titano in cui credevo avesse deciso di lasciare in questa maniera.

Infatti poi la curiosità dell'hacker è stata troppo grande, e hai ripreso a smanettare come sempre; sei tornato, cosa che adesso non puoi più fare. Sai, dicono che la vita sia una partita a scacchi in cui puoi solo perdere con stile. E penso che chiunque, sapendo come sei fatto, sapendo quante ne hai passate, direbbe che molto probabilmente è stata la vita stessa ad usare i cheat contro di te, perchè se così non fosse stato, la partita l'avresti vinta. La stavi vincendo con tutto il cheating del mondo contro.

In realtà scrivo una serie di stronzate per il solo motivo che se magari questo post ti capita tra le mani, ti fai una risata. La dura, amara verità, è che ci hai lasciati lunedì scorso e lo abbiamo saputo quasi una settimana dopo. E non riesco a scrivere nient'altro, LuNa, anzi,  Michele, perchè la tristezza è troppa. Chissà, magari nel paradiso degli hacker ci sono PC a non finire, e quelli cattivi li bruciano in un fuoco radioattivo alimentato da iPad. Sembra impossibile eppure è così, non ci sei. E non sarai più qua a dire ad Antonio che se non continua l'università è un coglione, a dire a me che ce la posso fare e che devo inseguire il mio sogno, a dire a Shuttleworth che così non si fa, che non si illude la gente.

Se sono diventato quello che sono in parte lo devo a te, che mi hai insegnato veramente troppe cose: mi ricordo ancora quando scoprii Arch con quel tuo post, ne eri veramente entusiasto e così decisi di provarmici anch'io, se quella distro era così fenomenale. Ricordo il corso di scripting mai finito, ricordo le ore a chattare del più e del meno, ricordo Mac OS LolCat. Pezzi di ricordi. Frammenti.

Lo devono sapere tutti che sei morto perchè il mondo non riusciva ad abbatterti e allora il destino ha deciso di usare un'emorragia cerebrale. Lo devono sapere tutti che da poco combattevi contro l'HIV a colpi di fioretto. Lo devono sapere tutti che sei stato un grandissimo e che voglio un monumento in tuo onore.

Lo devono sapere tutti che a pochi giorni dal tuo decesso le ultime parole che ti ho detto sono state "Guarda che Quartz era stato scritto per NextStep".

Troppe le cose da dirti, troppa la tristezza. Ci mancherai. Mancherai a me, a tutti.

Magari “su dal capo” c’hanno internet, e lo puoi leggere qui. [cit.]

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