Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Kernel, divinità, e pastiere napoletane

Certo, non è una passeggiata. Se non si ha un animo smanettone è meglio lasciare perdere. Non perché sia impossibile, ma perché a conti fatti non cambia l'esperienza utente.</p>

Questo post di Vincenzo mi ha colpito molto, non solo perché non è la solita sequenza fritta e rifritta di comandi, ma soprattutto perché dice una verità immensa, cioè che ricompilare il kernel Linux ad un utente medio (ma anche medio-alto) non serve assolutamente a niente, a meno che non ci siano moduli che per qualche strano motivo non vengono inclusi nella distribuzioni standard.

Tutta didattica e poca altra roba quindi. Poi oh, ha usato una mia guida linkandola e ringraziandomi. Io però ho deciso che mi preparerà una pastiera di sua mano, dato che, si sa, verba volant, pastierae manent.

Quelli che "In Italia non sarebbe mai nato"

Ecco qua; all'ennesima startup di successo, dopo il caso Jobs planetario, si cominciano a vedere gli articoli che ne descrivono pregi, difetti, la storia, e proprio dai magazine italiani cominciano a fuoriuscire degli splendidi coccodrilli; stavolta ci si mette Linkiesta, illustrando perchè Instagram in Italia non sarebbe mai nata.

Io direi che anche basta con queste cose. In Italia abbiamo startup di successo che si tengono in piedi, magari un po' traballanti, con gli stessi sforzi e gli stessi sogni delle persone che sono dietro Instagram: la volontà di costruire qualcosa di nuovo. E, dico io, in Italia Instagram non sarebbe mai nata perchè siamo bravissimi a piangerci addosso e nessuno invece si da da fare per trovare l'uscita dal labirinto. In Italia Instagram non sarebbe mai nata perchè al posto di costruire alternative e sistemi anche burocratici fattibili la gente è impegnatissima a manifestare disagio per cose banali che sarebbero risolvibili senza frignare tanto.

Prodotti, piattaforme, e l'effetto Instagram

Ho notato un comportamento chiave nel mercato del software: nel caso di attività multipiattaforma, si genera una sorta di onda anomala per cui all'arrivo di un software blasonato su una piattaforma concorrente, vengono disintegrate le alternative, a prescindere dalle criticità e dai pregi dell'una e delle altre. Mi spiego meglio.

This world will be mine...

Proprio con l'arrivo del problema dell'essere multipiattaforma, sono cominciate ad esistere nel settore informatico una serie di ricorrenze per cui un software, diventato leader di mercato, comincia a fare le sue belle cosine su una piattaforma sola e la portabilità viene considerata un po' poco. D'altra parte, gli utenti di altri sistemi operativi, CMS, browser o cose simili cominciano a desiderare spasmodicamente quel software, e sperabilmente sfruttano potenziali concorrenti; nel campo dell'open source si incappa oltretutto nella creazione ex novo di altri software che facciano la stessa cosa, altrimenti dei volontari si uniranno a progetti esistenti per implementare le feature di cui c'è la necessità in qualcosa di già presente nel mondo dei programmi.

Contemporaneamente, però, in generale il motore immobile di tutto questo, ossia il software leader di mercato che è presente sull'altra piattaforma, costituisce il driver fondamentale per quanto riguarda le caratteristiche di ciò che un software di quel tipo deve avere. Una grossa minaccia per la creatività di chi, occluso dalla cecità istigata dalla voglia di quella determinata caratteristica, invece potrebbe sfornare tanto di buono che non viene a galla. Follow the leader. E gli altri?

... and you're first in line

Il nostro ecosistema di software che essenzialmente fanno tutti un po' la stessa cosa, capeggiati da un driver di mercato che detta feature e altro, è dispersivo. Ognuno coltiva il proprio orticello, e in genere anche se c'è un software più "corposo" degli altri comunque non è sufficientemente autonomo in campo di feature design da dare filo da torcere al competitor principale, anzi; spesso alcuni pregi non vengono capiti, e ci si concentra su delle cose magari risolvibili invece di prendere atto di alcune peculiarità che, magari, sarebbero decretatrici della fine di qualsiasi progetto concorrente.

Un giorno, il leader di mercato decide che i dati di crescita non sono più abbastanza grandi, oppure (e l'uno non esclude l'altro) vuole semplicemente un'altra fetta di utenza tutta per sé; lo squalo decide di mangiare il gattino in quattro e quattr'otto, e annuncia l'inizio dello sviluppo del software per la piattaforma concorrente a quella corrente. Leak di volontari, e disinteresse per i progetti che sinora erano stati tenuti in vita solo dalla volontà di vedere un prodotto simile al leader per la piattaforma concorrente, sono i sintomi più comuni dopo un annuncio del genere.

Il gigante del mercato così fagocita tutto il resto, inglobando quei progetti che, giustamente, non hanno saputo fare di meglio che restare nella sua scia invece che proporre alternative intelligenti e feature innovative che avrebbero potuto decretare il successo della piattaforma alternativa e il balzo in testa di un nuovo leader, almeno in alcune fette di mercato.

L'effetto Instagram

Effetto InstagramQuanto di cui sopra, mi piace formalizzarlo come "effetto Instagram". L'intuizione infatti mi è venuta mentre osservavo il trend sempre crescente di Instagram su iOS, e quando ho visto la notizia della pianificazione dell'applicazione per Android ho potuto notare come molti avessero già deciso per lo switch da altre piattaforme, compreso il sottoscritto per vari motivi. Software come PicPlz e Lightbox hanno quindi ricevuto una poderosa ridimensionata al proprio volume di attività dal momento in cui Instagram ha fatto la propria comparsa sul Google Play Store.

È solo un caso, ma ce ne sono a decine di simili, come GIMP o LMMS, software assolutamente buoni ma che crollerebbero se un market driver come Adobe decidesse per qualche motivo di fare il grande passo verso Linux. Rimarrebbero software per hobbisti, gratuiti e nient'altro, non in grado di offrire niente di più.

Nel caso specifico, PicPlz ha puntato semplicemente ad essere un'alternativa ad Instagram per Android senza minimamente calcolare che il fattore che ha determinato il successo di Instagram non è stato qualcosa come la presenza di filtri (dato che quelli di Instagram fanno alquanto cagare, e scusate il francese) o la possibilità di modificare le foto, bensì la sua componente hipster (io ho Instagram → io ho un iPhone → io mi posso permettere un device da 700 euro) e la comunità su cui l'applicazione scala parecchio bene, che si è formata e adesso conta veramente tantissimi membri attivi. L'aspetto social è sempre stato sottovalutato da applicazioni come PicPlz che oltre a fare la stessa cosa che faceva Instagram la facevano pure maluccio, per quanto riguarda l'aspetto community, e infatti adesso sono state fagocitate e buttate nel calderone di quelle cose che ormai non servono più. Fine del bel sogno di gloria.

Evitare l'effetto Instagram

La parola d'ordine è solo una: differenziarsi. Fare l'Instagram dei poveri o il Photoshop aggratis è un conto, iniziare ad introdurre qualche feature degna è un altro paio di maniche. E se il tuo progetto non deve morire, deve differenziare la propria offerta da quella dei competitor, non importa quale piattaforma si prenda come riferimento.

Magari lavorare secondo la Teoria delle Nicchie di Simone ;)

Photos courtesy of jfingas, WindKoh

GNOME "The Breakage" 3.4

Di solito mi scorno con telperion per quanto riguarda l'argomento desktop e dintorni, sia perchè siamo di fazioni diverse (non opposte) per ideologie e paradigmi, sia per altri motivi; tornando a fare i seri dalle solite scemenze invece, ci siamo confrontati su qualcosa di nuovo: GNOME 3.4. Figo? Non figo? Bello? Brutto? Eccetera. Ho scritto un post su OneOpenSource linkando un articolo di Joe Brockmeier che secondo me merita la lettura, se non altro perchè a mio parere è una buona cifra di cosa l'utente finale può aspettarsi.

Telperion da buon insider invece mi ha commentato così:

da quel che ho visto:
temi gtk3.4 di nuovo incompatibili con i 3.2, il nuovo adwaita mi sembra peggio del vecchio 3.2, in più ora i temi sono pure compilati (gtk.gresource) e quindi per fare qualche modifica bisogna procurarsi il sorgente.
Ogni rilascio un “pain in the ass”, sarebbe meglio un rilascio stabile ogni 2-3 anni dell’infrastuttura (lib) con solo correzioni e aggiunte di funzionalità senza api-break, e aggiornamenti semestarli dei soli programmi vari di gnome, questo per dare un minimo di stabilità.
Non si può ogni sei mesi riscrivere temi estensioni e quant’altro.
La stabilità per un tempo ragionevole, è essenziale.

Ora, io dico, ma è veramente necessario che ci sia un API breakage mostruoso come quello di cui si parla? Non solo a livello di sviluppo, ma anche a livello di community building - terreno sul quale mio malgrado sto diventando un esperto - GNOME 2.32 risultava avere una filosofia di rilasci vincente, dato che permetteva la retrocompatibilità con il 99,99% dei temi in circolazione. Differentemente, ormai su GNOME 3.4 ad ogni release viene rotto qualcosa e i developer di cose limitrofe piangono.

Oh, quando uno c'ha ragione, c'ha ragione.

Linux Day Roma 2012 - Call for Papers

Ve lo spammo anche qui. In caso qualcuno non l'avesse ancora visto sul sito di Roma2LUG ;)

Roma2Lug, Linux User Group dell'Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con La Sapienza LUG, è lieto di annunciare l'inizio dei lavori che precederanno la dodicesima edizione del Linux Day.

Affermatosi come una delle occasioni più importanti per promuovere il sistema operativo GNU/Linux e il software Open Source, è l'evento nazionale dedicato a tutti coloro che sposano la filosofia alla base di queste due realtà ed a tutti i curiosi che per la prima volta si approcciano al software libero.

Due realtà parallele che, grazie alla costante diffusione a livello desktop e soprattutto in ambiente enterprise server, hanno contribuito alla crescente rilevanza di un evento divenuto oramai irrinunciabile per imprese e professionisti.

Giunta alla sua dodicesima edizione, la linea guida della più importante manifestazione nazionale dedicata al sistema operativo Open Source per eccellenza è: “Il Software Libero nella Piccola e Media Impresa”.

Partecipa anche tu all'evento più open che ci sia! Insieme renderemo sempre più grande una manifestazione che negli anni ha avuto un sempre maggiore successo di pubblico.

Collabora mettendo a disposizione la tua professionalità, il tuo entusiasmo e la tua passione.

Se hai in mente un argomento interessante e vuoi collaborare alla riuscita dell'evento, inviaci la tua proposta per uno speech e noi risponderemo nel più breve tempo possibile.

Come partecipare

Per proporre il tuo intervento basta inviare (entro e non oltre il 20 agosto c.a.) una e-mail a roma2lug [at] gmail [dot] com con riferimento in oggetto LD12.

Indica nome e cognome del/i relatore/i, e-mail, numero di telefono, una breve biografia personale, il titolo dell'intervento e un piccolo abstract riguardante il contenuto che proponi.

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