Ecco fatto. Google ha comprato anche Meebo: probabilmente useranno la perizia dei dipendenti per costruire un'esperienza utente migliore riguardo GTalk, che attualmente è uno dei servizi più "snobbati" dalla società.
Gigante, in home page sul blog ufficiale e a quanto pare l'unico post rimasto, campeggia il piccolo avviso in cui i senior di Meebo si dicono eccitati riguardo l'inizio di questa nuova avventura. Comico: non ho mai trovato nessuno che dicesse "tristemente vi dobbiamo staccare tutto" - ma è anche vero che è difficile dire qualcosa del genere con qualche milionata di dollari sotto il naso.
Non resta che augurare a Google buona fortuna, e a Meebo di poter mantenere una propria autonomia seppur all'interno di un ecosistema ormai strutturatissimo. Per approfondire, il post di SEO by the Sea va benissimo.
A conferma delle mie tesi sul mondo delle startup tutto italiano, Andrea Giannangelo, fondatore di iubenda, ci da qualche pillola sulla semplificazione della burocrazia, che più che mai sembra essere il vero problema imprenditoriale italiano. Un cancro come quello di un mucchio di fogli di carta da riempire solo per poter dire di star cercando di aprire un'attività è assolutamente inutile: vi esorto quindi a leggere le sue poche frasi, che mettono in evidenza come il problema monetario, il venture capitalism, e tutte quelle cose di cui si parla tanto, forse sono anche un tantino sopravvalutate.
Ancora una volta un'altra prova a sostegno del fatto che non ci serve la Silicon Valley. Ci serve flessibilità, mentale e fattiva.
Vi racconto questa cosa parecchio carina (col senno di poi) che mi è successa provando ad aggiornare una Gentoo in macchina virtuale. Probabilmente se sarete sconsiderati quanto me nelle politiche di aggiornamento di Gentoo (che ricordo essere rolling release) incapperete anche voi in questo episodio divertente e fonte di pianti e graffi sul volto. Questo errore può essere dato da pacchetti essenzialmente a caso: a me l'ha dato Portage, ma vi incollo quello che ho trovato su qualche forum:
!!! All ebuilds that could satisfy "=xf86-video-ati-9999" have been masked. !!! One of the following masked packages is required to complete your request: - x11-drivers/xf86-video-ati-9999::x11 (masked by: EAPI 4) The current version of portage supports EAPI '3'. You must upgrade to a newer version of portage before EAPI masked packages can be installed. For more information, see the MASKED PACKAGES section in the emerge man page or refer to the Gentoo Handbook.
Figo eh?
È un problema di EAPI. Succede che se si sincronizza il Portage tree senza aver aggiornato prima, passando da un albero molto vecchio all'ultimo disponibile, un numero molto elevato di pacchetti vicino alla cifra "tutti" risulta non supportato e mascherato per colpa del fatto che il vostro Portage è fermo alla EAPI 2, o 3, mentre l'EAPI attualmente supportata è la versione 4. Molto carino. Ho provato ad aggiornare andando per tentativi, ma non ho ottenuto molto: poi l'illuminazione.
L'ispirazione dall'alto dei cieli
Portage offre una soluzione interessante per risolvere questo problema, ossia l'opzione "nodeps" che ci permette di infischiarcene delle dipendenze e continuare come se nulla fosse. L'unico problema sarà reperire le dipendenze di compilazione, ma se abbiamo un sistema non poi così vecchio, comunque il software sarà compilato con la nostra toolchain corrente senza dare grossi problemi. Personalmente me la sono cavata avendo l'illuminazione di dare:
emerge --oneshot --nodeps python
Ho avuto la cura di specificare una versione per Python: la 2.7, che non fosse troppo recente e che supportasse l'ultima versione di Portage. Dopo aver "emerso" Python, magheggiate con la versione utilizzando eselect per cambiare l'interprete. Dopodichè, dovreste andare di revdep-rebuild, ma come abbiamo detto tanti pacchetti sono maskati, quindi non conviene. Meglio prima aggiornare Portage.
emerge --oneshot --nodeps portage
Lasciamo che Portage si installi: la nostra nuova versione di Portage è pronta per girare. A questo punto siamo pronti per aggiornare il sistema.
emerge -uDN world
O magari ricompilate direttamente tutto, dato che comunque se vi accade qualcosa di simile significa che il vostro sistema è veramente obsoleto. Iniziate con GCC, continuate con GLibC, proseguite con il resto. Salud.
Photo courtesy of Kristina Alexanderson (non è bellissimo, il papà stormtrooper che consola il figliolo?)
Leggo su TechEconomy: "Nasce a Genova la Silicon Valley italiana" - il tutto ovviamente debitamente virgolettato. Una notizia riportata bene, con tutti i crismi, che però mi ha colpito per questo attaccamento al termine, quello della Silicon Valley, che ormai sembra essere diventato nell'ambito degli innovatori e delle startup un po' quello che "strage" è diventato per i giornalisti sciacalli. La corsa all'apparenza più che alla sostanza, ha svuotato ciò in cui confidavamo riempiendolo di sola fuffa, per certi versi. È così che quando vedo Ericsson ergere la sua nuova sede nel genovese, proclamando la sua centralità, in un prossimo futuro, nel campo dell'innovazione, rimango perplesso.
Ci serve veramente un posto in cui accentrare le nostre idee? "Noi" startupper abbiamo veramente bisogno di un hub fisico e non metafisico attraverso il quale far fluire il nostro business e le nostre capacità di networking? Non penso. Anche perché, a conti fatti, la Silicon Valley è un posto bello grande e con quei kilometri quadrati di spazio, ci sarebbero i presupposti per trasformare, spazialmente parlando, tutta l'Italia intera in una sorta di Silicon Valley. Ma prima del nome, quel nome che rincorriamo e che forse faremmo bene invece a guardare con occhio critico, ci servono persone. Ci servono coloro che sappiano pensare nel modo giusto, e che non abbiano paura di investire. Ci serve una clientela capace di comprendere le capacità del nostro piano d'impresa, e dei servizi che offriamo. Persone. Non luoghi. Non palazzi di vetro, o inutili proclami.
In Italia le cose si possono fare, non mancano gli esempi. Anche nelle università vari bandi permettono di ottenere finanziamenti; magari la strada sarà più difficile. Ma sta agli uomini che popolano il Paese cambiare tutto questo, fare si che trasformare la propria passione in qualche cosa che generi reddito non sia più qualcosa di così arduo, bensì quasi facile, facile come aprire una saracinesca nella Silicon Valley.
Buona l'iniziativa di Microsoft che fa parlare i blogger di tre categorie: il blogger personale, che fotografa gli istanti, il tecnico, che recensisce servizi, app device, e la multimedia worker, che monta video, realizza copertine. Tre categorie che non condividono molto, a parte alcuni strumenti che usano per portare a termine i loro compiti, tra cui c'è Skydrive.
Personalmente sono un aficionado della cloud di Google, che ormai ha portato la mia esperienza utente totalmente ad un altro livello: proprio ieri sera eravamo lì su Google Hangout che giocavamo a Dungeons and Dragons, e nel frattempo condividevamo un documento con tutti gli appunti presi nel corso del gioco, attraverso Google Drive. Certo, a parte questo in realtà c'è molto di cui parlare per quanto riguarda il cloud computing in generale, e saltando a piè pari quelle che possono essere le killer feature di Skydrive nei confronti dei concorrenti, comunque il video è interessante quanto l'esperienza narrata dai tre blogger.
E poi, oh, Stefano è un amichetto mio. Và che bello.