14 Oct 2010
La consistenza dell'interfaccia grafica è un elemento importante in un sistema operativo diretto all'utenza desktop: è piacevole per un utente ritrovare voci di menù già viste attraverso più applicazioni, e oltre ciò è anche bello che la fisica degli oggetti sul desktop sia abbastanza coerente. È per questo motivo che recentemente ho iniziato ad odiare un comportamento piuttosto fastidioso di Compiz, che mentre in Ubuntu e in Debian (dietro patch? Dietro impostazione predefinita?) non sovrappone il pannello di GNOME alle finestre, nelle altre distribuzioni che seguono una linea più semplice come Slackware e Arch Linux sottopone il desktop ad una forzata dittatura dell'ombra proiettata dal pannello.
Dunque questa mattina mi sono messo a indagare un po', e sono arrivato ad un risultato più che soddisfacente, osservabile in figura:

Come è facilmente visibile, tramite un paio di impostazioni di Compiz sono riuscito a sottomettere al mio immenso potere il pannello e la sua maledetta ombra che veniva proiettata su tutte le finestre che piazzavo lì, rendendo anche abbastanza scarsa la visibilità della titlebar. Per risolvere questo annoso problema dunque, possiamo recarci nel configuratore che sicuramente avremo installato, ed abilitare il plugin Regole delle Finestre: questo piccolo amico ci permetterà di definire una regola per gnome-panel attraverso la quale andremo a fargli abbasare la cresta :D
Basta andare nella configurazione del plugin, e nella tab "Corrispondenze", alla voce "Sotto", andare ad inserire name=gnome-panel
. A questo punto i cambiamenti verranno capplicati e avvicinando le finestre al pannello, finalmente, le vedremo sovrapposte e non sottoposte. Per prevenire poi il problema che si creerebbe andando a selezionare il pannello, dandogli il focus e facendo schizzare l'ombra in su, possiamo incollare il medesimo parametro nella regola "No focus".
Problema risolto :P
10 Oct 2010
Alla fine un hacker è questo, è uno che adora imparare, che adora smanettare. E perchè io lo faccio? Perchè, come ho già detto, lo adoro: quando una cosa è abbastanza difficile, quando devo impegnarmi e documentarmi per farla, quando la faccio funzionare e so di aver imparato qualcosa di nuovo, questo mi rende felice.
E rende felici molte delle persone che leggono questo blog: alla fine non importa a nessuno che Linux sia facile da usare, anzi, se diventa troppo facile useremo tutti FreeBSD o Haiku, perchè avremo e saremo sempre in cerca di quel senso di libertà, di flessibilità, di cosa costruita da noi e non per noi. O magari da noi e per noi. O magari... no vabbeh basta.

Non importa l'argomento, non importa la tecnologia: mi dedicherei a patchare fusion-icon, cosa che ho fatto l'altro dì prima che il team di Arch la patchasse per me, come mi dedicherei a riparare il mio decespugliatore con il motore ingolfato, come osserverei le file della mensa e sceglierei quella che scorre più in fretta, come troverei le soluzioni di un'equazione. Perchè è bello risolvere le cose usando il cervello, e questo vale non solo per il computer; la sensazione che si ha sapendo di aver trovato soluzioni pratiche avendo applicato il proprio sapere è qualcosa che mai nessuno riuscirà a spiegare, è troppo bella da descrivere, troppo grande da immaginare. Orgasmica.
È per questo che dietro tutti i browser e i client di messaggistica c'è sempre un terminale aperto, è per questo che non uso distro che mi offrono tutto su un piatto d'argento: perchè mi piace che la mia macchina mi dia occasione di usare la testa.
07 Oct 2010
Non capisco perchè Facebook ultimamente dopo tanto decollare in features abbia deciso di implementare Places in una maniera così becera: come molti utenti sapranno, il servizio di geolocalizzazione di Facebook è stato aperto anche all'Italia, ed io lo sto usando da qualche giorno con relativa soddisfazione. Perchè relativa? Aehm, innanzi tutto a molti dei miei amici non piace, lo hanno disattivato, oppure usano altro per geolocalizzarsi, esattamente come me: mi pare dunque che l'utilizzo di Places oltre che irrisorio sia un po' "di ripiego" rispetto ad altri servizi come FourSquare.
Incominciamo dunque a confrontare il maestro con l'allievo, e vediamo perchè l'allievo per ora è semplicemente immaturo.
Niente Mayor?
Auhm, una cosa che ho avuto modo di constatare: niente Mayor. La delusione si è fatta profonda in me, dal momento che la competizione con amici o anche perfetti sconosciuti per il dominio di posti prestigiosi o che significano qualcosa per l'utente è essenzialmente uno dei (pochi?) motivi per cui FourSquare è divertente: la grossa mancanza di componenti che rendano divertente l'utilizzo di Places lo rende una sorta di abbellimento più che una nuova caratteristica chiave.
Niente badge?
E pure niente badge, tiè. Come sopra, la competizione per ottenere badge rari da vita ad un utilizzo onanistico e competitivo di FourSquare che pur portando a checkin farlocchi nella maggior parte dei casi, comunque consente all'utente un maggior coinvolgimento nell'utilizzo della piattaforma; in poche parole, su Facebook Places il checkin è semplicemente una scrittina sulla bacheca con tanto di localizzazione (puntualmente sbagliata) su Bing Maps. Piccolo inserto, non è possibile scegliere dove piazzare il posto dove si fa checkin in caso di creazione: dobbiamo affidarci alla localizzazione via GPS o IP.
Bimbiminkia, escono dalle fottute pareti.
Ecco, questa è veramente una piaga. Io per (s)fortuna non ho molti amici che usano Places, ma immaginiamo uno scenario dove i bimbiminkia imparano ad accedere a touch.facebook.com, e a creare posti, e a fare checkin, e ommioddio il sangue dal naso, devo smetterla. Ecco, immaginiamo, o proviamo a farlo, uno scenario del genere, dopodichè pensiamo al fenomeno dei falsi checkin su FourSquare. Viene naturale, secondo me, pensare ai checkin dei bimbiminkia totalmente snaturati della loro essenza, esattamente come la funzione Link stuprata dai maledetti decerebrati con piccole immaginine totalmente decontestualizzate e testi in grassetto blu di un'idiozia allarmante. Ecco, pensate Places così, e provate nel frattempo a fermare l'emorragia dalle narici.
Insomma FourSquare è meglio?
Non esattamente, ma comunque è più divertente, è dedicato solo alla geolocalizzazione, che per quanto possa sembrare semplice in realtà è un tema complicato e Facebook mostra di sottovalutarlo, inoltre anche con una userbase più ridotta è ormai il leader di tali servizi.
23 Sep 2010
È quello che ti succede, ad andare in giro per Roma con quel cyaltrone di Piplos: scoprire strani segni del destino al passaggio della coppia, specialmente davanti a certe macchine.

È inutile, quando passo io Windows trema.
P.S.: Tutto ciò avverrà anche alle macchine di TinyPic, quell'ignobile sito che mi ha cancellato un boato di immagini. Li odio.
18 Sep 2010
In questi ultimi giorni ho potuto godere della nuova interfaccia di Twitter, dato che mi è stata data la possibilità di provarla sul mio account, e la conclusione è che sono soddisfatto. Molte volte è importante partire da una conclusione, positiva o negativa che si, per poi analizzarne le cause: è quello che faremo insieme anche adesso. :P
Usabilità++
Usabilità è la parola chiave, il primo aspetto che voglio mettere a fuoco in questa mia breve recensione dei nuovi aspetti che arricchiscono #NewTwitter, così chiamato per via giustappunto dell'hashtag ufficiale: adesso clickando su ogni singolo post della timeline si aprirà una slide laterale, contestuale, che ci mostrerà dei dati su chi ha pubblicato il tweet, chi ha risposto, chi l'ha retwittato, e soprattutto un'anteprima di cosa contengono i link che vengono riportati, nel caso in cui puntino ad un'immagine o ad un video.
Il secondo aspetto che mi preme far notare in quanto ad usabilità dell'interfaccia, è una maggiore facilità di navigazione tra i thread. Precedentemente infatti lo stream di Twitter non consentiva un tracciamento delle mention/reply che fosse veramente accettabile ed efficace; con i cambiamenti apportati invece si riesce a seguire una conversazione in maniera quanto meno agevole, senza impazzire.
Colore, pienezza, cache del browser.
Ecco, il secondo aspetto che adoro di questa nuova interfaccia è tutta questa pienezza. Ti invade il browser come fosse un fiume in piena, e ti porta ondate di colori: sono state aggiunte delle etichette a margine per i retweet e i preferiti, di un bel colore verde smeraldo per i primi e di un bel giallo sole per i secondi. Inoltre è stata implementata una gestione eccezionale della cache del browser che permette di navigare i vari menù inerenti tweet, menzioni e preferiti con grandissima velocità, senza sovraccaricare il server con sempre nuove richieste, che vengono effettuate periodicamente dal controllo di nuovi tweet o su richiesta tramite un banale refresh del browser.
Insomma: alla fine dei giochi, Twitter da banale sito che necessitava, per un utilizzo continuo, di un buon client, è diventato un'ottima applicazione web e una piattaforma veramente formidabile per la condivisione dei propri contenuti. Questo redesign da capo a piedi ha fatto strabuzzare gli occhi non solo a me, e penso che continuerà a mietere cuori. Veramente 10+, complimenti agli sviluppatori.