13 Nov 2010
Sono entrato da poco nel mondo dell'informazione, sto imparando giorno dopo giorno che convivere con questo mestiere non è facile, e seppure nel mio piccolo di blogger per una testata online, posso comprendere alcuni dei meccanismi che governano il mondo del giornalismo. Ecco, io mi rendo conto di essere fortunatissimo a lavorare con gente come Matteo, il mio "capo", che sa riconoscere l'impegno quando lo vede. Me ne rendo ancora maggiormente conto, quando vedo persone che, pur facendosi il culo per anni (sette), non vedono riconosciuti i propri meriti e si vedono passare avanti il giovinotto baldanzoso di turno, con le unghie integre e le mani da avvocato.
Paola in questo momento è un'eroina (non la droga, l'aggettivo), un'eroina che si batte per qualcosa che tange anche me. La piaga del precariato, precisamente in ambito giornalistico. La piaga dello schifo che fa la redazione del Corriere della Sera. La piaga di una redazione fatta di gente che, a conoscenza del suo sciopero della fame e della sete, per questa ingiustizia, ha preferito tacere e abbassare il capo piuttosto che alzarsi e urlare.
Meglio di me lo spiegano altri: l'homepage di Macchianera è cambiata, anche Gilioli le ha dedicato qualche riga, e Nicola Mattina ha scritto una lettera aperta che reputo ineccepibile dal punto di vista formale. Ovviamente potete seguire lo stato delle cose anche sul blog di Paola, e non mancate di farle sapere, in qualche modo, il vostro (spero) scontato pieno appoggio.
12 Nov 2010
Oggi nel tardo pomeriggio, il mio amico @chemicky_pes ha fatto una domanda su Twitter il cui scopo per certi versi può risultare inutile, tuttavia per puro scopo di ricerca abbiamo pensato di studiare un po' la cosa e risolvere questo piccolo quesito, in vari modi; non masticando lui la Bash, e volendo affrontare il problema con un software in C, io ho tagliato corto con un po' di alto livello che, in questi casi, ci salva sempre :D
[blackbirdpie id="3153761987989504"]
In particolare la questione, non ben spiegata con quel twit, è stata: e se io non volessi doppioni nel .bash_history? Il .bash_history, per chi non sapesse, è quel file nascosto nella home di un utente in un sistema operativo Unix, che governa la "memoria" della console; ossia, premendo il tasto SU (si, la freccia), si accede agli ultimi comandi in ordine cronologico che sono stati inseriti, e l'elenco è contenuto proprio nel suddetto file. Ora, volendo risolvere il problema, ho approcciato la cosa preferendo un po' di sano scripting. Ed ho risolto con uno script di cui vi posto lo pseudocodice, chè se leggete il mio codice Bash fate notte e vi viene il mal di testa :P
for rigazero to ultimariga do{ #indice X
for rigazero to ultimariga do{ #indice Y
if (rigax==rigay)
cancella_riga
}}
In pratica che succede: grazie al doppio for scorro il file di riga in riga e cancello quelle duplicate. Problema: comunque mi cambiano parecchi parametri se elimino la riga in maniera netta, devo mantenere lo spazio vuoto al suo posto, o usare un while. Siccome non sono una persona molto paziente, ho cercato su Google una maniera rapida per risolvere il problema delle righe duplicate, e ho trovato delle dritte su AWK, praticamente a mia opinione l'unico programma su Linux più difficile da usare di Sed: infatti AWK è un programma che accetta non parametri, bensì vere e proprie istruzioni come input. Un programma programmabile, praticamente l'inferno. Non so che succede se lo si usa in maniera ricorsiva, probabilmente escono le cavallette dal PC, o gli UFO vengono a rapirti. Fatto sta che con una bella istruzione, a occhio banale, di AWK, ho risolto:
awk '!x[$0]++' targetfile.txt
A occhio, dicevo, è banale, ma spiegare perchè una riga del genere elimini le righe duplicate in un file... :D
Non entrando nei dettagli, AWK con quel parametro scannerizza il file come un array che in ogni cella ha una riga. Dopodichè grazie al suo mistico potere (secondo me infatti sto software funziona per magia) guarda quali sono le righe duplicate, e agisce di conseguenza, mandando in output il file senza doppioni. Usarlo in pratica è un altro conto, ed è leggermente più complicato, perchè necessita di un file temporaneo a cui appoggiarsi:
awk '!x[$0]++' filetarget.txt > temp.txt && mv -f temp.txt filetarget.txt
In questa maniera facciamo fare ad AWK il suo porco lavoro, poi sbattiamo tutto nel temp.txt, dopodichè facciamo la copia forzata sul file target. Et voilà :)
Ovviamente però, la soluzione è ancora più semplice. Infatti Bash ha una maledetta opzione per fare tutto ciò, e ce l'ha detta @axsergi (il compagno di merende con cui mi scambio tipsntricks vari, perchè siamo entrambi AUR packager per Arch Linux): basta infatti aggiornare una maledetta variabile d'ambiente che dice alla console proprio questo :D
export HISTCONTROL=ignoredups
Tuttavia la teoria spiegata è comunque valida: questo ragionamento fatto con AWK può applicarsi a qualunque file, e magari ricordare questo comando quando abbiamo bisogno di sfoltire un file troppo corposo che ci da fastidio su un server può risparmiarci un po' di grattacapi ;)
02 Nov 2010
A quanto pare alla fine è successo: il famoso Light Desktop alla fine sarà veramente incluso in Ubuntu come ambiente di default. È un colpo. Per chi? Per tutti. Per me, che uso Ubuntu per alcune cose, per mia madre, per mia sorella, per tutti gli utenti. È dura vedersi cambiare l'interfaccia utente davanti agli occhi, così di punto in bianco. Infatti al primo impatto con questa news ho pensato: Shuttleworth e i suoi accoliti sono diventati matti; questa è la volta buona che affondiamo Linux con tutte le scarpe.
Sicuri? ._.
Tuttavia, questo ha lati positivi e negativi: analizziamoli. Il primo argomento a favore di Unity Desktop è che GNOME Shell attualmente fa cagare. Eh già, se siete stitici GNOME Shell allo stato attuale può essere una mano santa per i vostri intestini, tanto che Alessia Marcuzzi con il suo Activia rimarrebbe disoccupata; la Shell infatti, mi è stato riferito da persone abbastanza in alto (aehm), è un po' in alto mare e a quanto pare fa un sacco di cose fighe ma... ermh... è un'accozzaglia di cose fighe. Dimenticate l'ordine che regna sovrano nelle interfacce gnomiche e immaginate un grosso polpettone di roba figa in salsa GTK3. Ecco. :|
Dimmi che window manager usi e ti dirò se fai schifo
La seconda cosa che mi fa preferire Unity a GNOME3 è che a quanto pare Canonical si è accorta dei gravi bachi di usabilità e spruzzi di letame che c'erano nell'Interfaccia per Esseri Umani e ha deciso di riparare: a partire da Mutter, quella specie di meltin' pot tra Metacity e Clutter, un window manager senza identità il cui destino è solo quello, a mia opinione e vedendone prestazioni e caratteristiche, di essere soppiantato in favore di alternative molto più prestanti, potenti, configurabili. Ebbene si, sto parlando di Compiz, il quale farà ufficialmente parte di Unity a tempo pieno: perchè gioisco? Perchè con i PC ormai siamo arrivati ad un punto dove le macchine che non supportano un compositor sono veramente poche, oltretutto il window management in Unity sarà proprio opera di Compiz 0.9, su cui praticamente tutti hanno spalato cacca, ma intanto grazie a lui potremo usufruire di compositing anche in 2D. E tutto ciò è bellissimo perchè Compiz rende Unity finalmente un'alternativa appetibile: dando un bel calcio assestato negli obesi glutei di Mutter, la lentezza di Unity (ereditata da GNOME Shell proprio in virtù dell'aberrante pezzo di software che è Mutter) si trasforma in una straordinaria velocità.
Dock ("Grande Giove!" - Ah no, quello era Doc)
Con ciò quindi, Unity si appresta ad essere una vera e propria interfaccia strafiga. Ma veramente eh, roba che gli sviluppatori si sono accorti che la dockbar sviluppata da loro era leggermente per ipovedenti, e anche se per ora non è prevista la possibilità di configurarla un po' a piacere proprio, comunque avrà almeno l'autohide, così nei nostri desktop non avremo le finestre che fanno le contorsioni per adattarsi a pixel e pixel rubati da quella cosa. Io sono un amante delle dock, se leggete i miei post lo sapete, però che cavolo: se fai un software come una dock devi farlo fatto bene, altrimenti non serve a nulla. È per questo che penso che entro qualche mese avremo anche su Unity una dock come si deve, con un pannello di configurazione e almeno la possibilità di decidere se avere icone per ipovedenti o no. :D
AppMenu aka GlobalMenubar, perchè si, perchè no
Aspetto su cui non mi esprimo: la global menubar. Non mi piace il globalmenù così come viene implementato da Canonical, anzi, così com'è uscito dall'editor del programmatore che l'ha fatto. Non dovrei dirlo perchè quel codice lo mantengo impacchettabile per Arch Linux (LOL) però è così. Ormai non posso nascondermi, a me piace l'interfaccia utente di OSX, quindi dovreste trovarmi immensamente favorevole a tutto ciò. Il fatto è che Aqua è il risultato di una serie di studi, e c'è una ragione se la menubar sta lì in alto: la ragione è che le funzionalità "menuistiche" dell'applicazione si integrano con le funzionalità "menuistiche" (che parola strana, neologismi figherrimi, tsk :P) del sistema, come un banale copia-incolla, o una funzione di ricerca. In Linux, o meglio in GNOME/Unity/KDE/XFCE questo non succede, quindi ditemi perchè caspio io dovrei andare a prendermi il disturbo di cambiare pure finestra per clickare una differente menubar. Non ha senso. Nè dal punto di vista dell'usabilità, nè dal punto di vista estetico. Mi consenta.
L'utenza? Ah si, quella cosa tra schermo e sedia...
Dopo questa sfilza di aspetti positivi per cui io vengo nelle mutande, dato che Canonical ha finalmente deciso di dotare il suo OS di una personalità, un po' copiata ma pur sempre una personalità, che probabilmente si ripercuoterà in parte sulla personalità di Linux in generale, tuttavia bisogna ritornare al punto primo con cui ho iniziato: ma... gli utenti? È vero, gli utenti di Ubuntu sono essenzialmente smanettoni o comunque persone che non si spaventano vedendo cose nuove, ma non è del tutto così, perchè se da un lato c'è chi è disfattista e non vede niente di buono in Linux sui desktop, c'è invece chi mi fa avere feedback estremamente positivi sull'adozione di Linux nel mondo, e in special modo di Ubuntu.
Ora, con questo cambio di rotta preannunciato da Lucid e Maverick, Natty sarà il giro di boa: mia madre è un'entusiasta di Ubuntu e non me ne preoccupo, sicuramente gradirà la dockbar e l'approccio maggiormente incentrato sull'applicazione e non sulla finestra, ma gli altri? Tutti quelli che sono abituati a GNOME? Faccio un pronostico di sole tre parole: daje cor PPA (ovvero "vai col PPA" t.d. Bl@ster). Essì, sicuramente ci sarà uno sparuto utente che manterrà GNOME 2 che a quanto pare tra un po' di mesi sarà defunto con mio immenso cordoglio (dispiace sempre un po' quando l'ambiente desktop su cui hai lavorato per anni viene "dismesso"), anzi, dotandomi della mia super vista magica posso dire che è probabile che Canonical mantenga GNOME così com'è ora nei repository di Ubuntu, per rendere il cambiamento meno traumatico. E se non lo fanno sono dei deficienti, perchè introdurre un'interfaccia del genere è sicuramente una mossa coraggiosa e da campioni, ma bisogna mantenere la retrocompatibilità, c4$$o. Almeno per un paio di versioni. Almeno.
Note a margine
Mutter è una cagata pazzesca. [cit.]
Novantadue minuti di applausi. [ari-cit.]
Bibliografia
Non c'è :D
Un sacco di post in giro per la rete a dir la verità, ma se dovessi linkare tutto ciò che ho letto su questo fenomeno di massa che è Unity, praticamente dovrei incollare il mio feed reader qua per intero. Ogni anno divento più pigro. Ho compiuto vent'anni il 12 Ottobre ma la cosa è passata in sordina, avevo da fare. Il risultato è che non incollerò nulla. Il post però è farina del mio sacco, se copiate una sola parola (comprese le congiunzioni e gli articoli) voglio il riconoscimento e un linkback, così mi aumenta il pagerank.
Sei un deficiente
Si, ma se fate quanto scritto sopra vi offro una birra, davvero.
28 Oct 2010
Al di là del mio resoconto diplomatico e formale su oneOpenSource, comunque il Linux Day 2010 è stata un'esperienza assolutamente indimenticabile, almeno per me. La Sapienza come università non mi piace, ok, però ho potuto assaporare quel gusto di comunità che non sentivo da tanto tempo. Non posso dare torto ad alcune persone quando dicono che lo sviluppo di Linux sembra essersi un po' arenato negli ultimi tempi, anche se con questo evento ho capito che ci si sta riprendendo: non vi starò a raccontare molto, perchè qualcosa del genere è è inenarrabile e bisogna viverlo sulla propria pelle.
Non vi racconterò di Luca, con il quale ho avuto il piacere di conversare a lungo sui molteplici aspetti di Ubuntu, parlando veramente in maniera libera e senza filtro: come due amici davanti a una birra e a una pizza, non come un giornalista incravattato e un intervistato messo in difficoltà; e non vi racconterò di come Luca e Flavia mi hanno consegnato con un'aria da spacciatori di eroina dei fantastici adesivi contenuti nel Conference Pack di Ubuntu. Fantastici (vi giuro che non sono stato corrotto) :P
Non starò qui a dire come e quanto sia simpatico Mauro, certamente un ragazzo d'oro con cui ci siamo fatti parecchie risate chiacchierando prima del suo talk, e non parlerò di quanto sia stato bravo a convincere me e mio padre a comprare un Arduino con il suo speech, senza dubbio uno dei più interessanti della giornata.
Ci sarebbero parecchie altre persone da menzionare, come i tizi di cui non conosco il nome di Ninux.org che ci hanno mostrato come una macchina completa possa stare sulla punta di un indice. Non narrerò di Matteo, il mio Content Manager su oneBlog, che ci ha raggiunti durante un talk sui DNS, non starò nemmeno a parlare dei momenti bellissimi passati con Lorenzo, Federico, Giorgio, Emanuele.
Dirò solo che mi sono divertito un sacco, e spero che l'anno prossimo sia ancora meglio. Perchè la comunità non è qualcosa di intangibile che non conta: la comunità esiste.
23 Oct 2010
Oggi è stata una giornata assolutamente spettacolare: Linux Day 2010. Tantissima bella gente, tantissime persone preparate: ho conosciuto utenti che leggevo in giro per la rete da moltissimo tempo, ho incontrato persone che mi hanno sorpreso con la loro preparazione, mi sono veramente divertito un mondo data anche la competenza dei relatori e la loro abilità. Sicuramente racconterò meglio questo evento in un prossimo post.
Tornando a casa invece, ho scoperto che la mamma dei cretini è sempre incinta; consiglio di leggere i miei commenti, e le risposte di tale Julian, prive di senso.