Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Fiat Likes U, un po' di impresa nell'università italiana

Da parecchio tempo io che sono studente (ma non solo) ho potuto appurare come l'università italiana, soprattutto di questi tempi, manchi di una certa commistione col mondo delle imprese. Se questo deficit può venire colmato dagli atenei, come ad esempio il nostro che offre percorsi molto tecnici per sopperire alla mancanza di formazione professionale che c'è all'interno dell'università, a volte un aiuto può essere il benvenuto, anche da grandi aziende.

Fiat ne ha imbroccata una giusta in questo senso secondo me, dato che con Fiat Likes U, nuova iniziativa della compagnia italiana, un manipolo di studenti purtroppo ancora ristretto potrà accedere ad opportunità di lavoro presso Fiat stessa, od opportunità per la formazione in ambito aziendale. Otto stage retribuiti e una borsa di studio per ogni ateneo coinvolto nell'operazione sono un bottino mica da ridere; di seguito il ministro Profumo al seguito dell'evento di partenza:

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=WXYXoLnacbQ]</wbr>

Diciamo che non è male: in prima persona ho potuto apprezzare i benefici (con il corso di Configurazione e Gestione Reti Locali) di una struttura che si sforza di preparare giovani matricole al mondo del lavoro, anziché lasciarle in balia del marasma più totale una volta fuori dal meccanismo universitario. Non posso quindi fare che il tifo per iniziative del genere.

Oltre che si, pure sissignore

Succede che scrivi un post, su come stiano cambiando certi paradigmi. Illustri quello che hai visto per strada, cioè un pieno clamoroso di nuovi top di gamma Android, iPhone che cominciano a ridursi al minimo, e utenti che nonostante tutto il marketing dello stupore hanno cominciato a farsi stupire da feature reali e handset prestanti.

Succede poi che ti prendi una vagonata di insulti e critiche infondate: c'è chi dice che iOS è l'unica piattaforma stabile sul mercato, che Android "dà problemi", e chi ti viene a confutare con una grammatica da seconda elementare (a malapena) - e argomenti anche più puerili, tant'è che finisce per dire una marea di scemenze confondendo l'apertura di una piattaforma, i processi open source che la contraddistinguono e tutto il resto, con la peculiarità del Play Store di non assicurare un meccanismo di QA alla fonte. Cose, insomma, che vomitate a raffica senza ritegno dalla bocca di presunti tecnici ti fanno seriamente pensare a quanto la mediocrità stia invadendo un settore come quello dell'IT.

In aggiunta a questo, come condimento, come il cacio sui maccheroni, dati di vendita dell'iPhone 5 sciorinati come l'Ave Maria, presunti sold out di prevendite dove non si hanno numeri di richieste e numeri di giacenze reali, tutto pronunciato - virtualmente - con un astio incredibile, come se a chi lo ricorda venisse in tasca qualcosa, o anzi anche più di qualcosa.

iPhone

Esco, vado a farmi un giro con la mia dolce metà nel "mondo reale": aperitivo del sabato sera. Il mio amico Emiliano tira fuori il suo HTC Explorer, un telefono che costa poco e ti da tanto: "Sai Ale, ho letto il tuo articolo sull'iPhone 5: c'hai veramente ragione. La potenza dell'open source è immensa, pensa che su questo telefono ho messo la CM9 che è arrivata da poco, un tizio s'è messo di buzzo buono a programmare finché non ce l'ha fatta". Prendo il suo terminale in mano, ci faccio il solito giro di prova. 130 euro di costo originale, Android 4.0.4, accelerazione hardware abilitata, esperienza utente molto fluida per l'hardware di cui dispone.

Mi descrive poi come percepisce gli utenti Apple, o almeno quelli (pochi) contenti del nuovo iPhone 5. "Grazie, signora Apple, di aver messo ancora un altro caricabatterie non standard, io volevo la USB come tutti i mortali, ma se tu mi dici che è più figo così, allora sono disposto a tutto pur di averlo" - me ne parla come del migliore dei rapporti sadomasochisti, e io mi trovo totalmente d'accordo. Concordiamo anche sul fatto che ultimamente, a quanto pare, la società sta perdendo consenso a causa di un fallimento insito nella sua strategia di marketing dello stupore. Tra i commenti sensati che ho ricevuto all'articolo: "Steve Jobs era tutta un'altra cosa, adesso c'è Tim Cook che ha presentato il prodotto senza accarezzarlo" - probabilmente sono le conseguenze di aver preso la strada di unire la figura di CEO e quella del testimonial principale della compagnia.

Insomma, fetta di utenti scontenti a parte, c'è ancora chi non solo dice si, ma dice anche sissignore. Ad un padrone che più lo tiene a stecchetto a livello di feature, più lo fa godere ad un livello che sfiora la dimensione sessuale; e sta lì, incapace di dire basta, e di rivolgersi ad altri, per colpa della gabbia dorata in cui si trova, che gli ricorda ogni giorno quanto è bello lui, e quanto è malvagio il mondo.

L'altro giorno ho postato un'immagine finita anche su Mashable, di Obi Wan che maneggia un presunto iPhone 20 (lunghissimo) come una spada laser. C'è da chiedersi come mai abbia collezionato in circa una giornata 500 +1, e 300 reshare.

Photo courtesy of Mike Lau

#opencore - Quanto open source c'è dietro OverBlog

In questo periodo come sapete sono stato un po' impegnato con il progetto #opencore, di cui vi ho già parlato. Il mio trofeo più grande, ad ora, rimane quello di essere riuscito a porre qualche domanda al CTO di OverBlog, Xavier Hausherr, che si è dimostrato molto gentile ed ha risposto anche a questioni spinose sull'open source. OverBlog è una piattaforma ottima per aprire un proprio blog, ed ero proprio curioso di sapere come fosse composta l'infrastruttura alla base di questa piattaforma che, sin dal primo sguardo, mi ha sempre dato l'idea di uno strumento molto complesso e raffinato sul quale viene svolto ogni giorno tantissimo lavoro.

Ho quindi "marchiato" anche OverBlog con le mie cinque domande, grazie a Paolo Mulè, country manager italiano di OverBlog, che, all'idea dell'intervista un po' più da smanettone, si è subito offerto di fare da intermediario tra me e il team di sviluppo. Un grazie quindi a lui e a Xavier.

OverBlog

L'intervista

Come si pone OverBlog rispetto al concetto di libertà? C'è una roadmap specifica o più generalmente un atteggiamento mentale sul fatto di permettere agli utenti di "smanettare" più a fondo con la piattaforma?

Il nostro desiderio è far sentire i blogger a casa propria quando usano OverBlog. Per far questo, vogliamo offrire loro quanta più libertà possibile, attraverso la creazione e la personalizzazione dei temi, la flessibilità dei layout e l’organizzazione dei contenuti, il rilascio di una API e di alcuni widget che verranno configurati grazie ad un sistema contributivo. Quindi possiamo dire che sulla questione c’è una roadmap molto chiara.

Ogni piattaforma fa affidamento su una serie di applicativi più o meno critici, come un webserver e un'infrastruttra cloud. Questi sono generalmente descritti come uno "stack software". Com'è costruito lo stack software di OverBlog? Quali sono le applicazioni che ne sono alla base? Sono open source?

Il nuovo OverBlog è stato costruito per essere flessibile al massimo in termini di sviluppo e scalabilità. La colonna portante di OverBlog è la Service-oriented Architecture (SOA).

Ogni progetto è indipendente: da una parte abbiamo i cosiddetti “servizi core” (Blog, Commenti, Utenti, eccetera), dall’altra abbiamo i veri e propri “siti web” (nello specifico l’Interfaccia di Amministrazione e il Portale). Questa configurazione permette ad ogni progetto di sfruttare le tecnologie che meglio soddisfano le sue specifiche necessità, senza alcun limite.

Allo stato attuale, per quello che concerne il livello di backend, i nostri progetti sono costruiti in PHP con il framework Symfony 2. Utilizziamo, per lo storage di dati, i seguenti sistemi: Postgresql, MySQL, Redis e Memcache.

Il layer di frontend è anch’esso sviluppato in PHP con Symfony 2. Per il Javascript, usiamo il framework YUI, con un layer di housing chiamato Yoshioka (https://github.com/hadrienl/yoshioka.js), disponibile gratuitamente.

I nostri servizi comunicano l’uno con l’altro attraverso un layer di trasporto binario chiamato Thrift, creato da Facebook e incubato da Apache. Abbiamo fatto parecchio lavoro di ingegnerizzazione su questo punto in particolare, per assicurarci delle ottime performance, e siamo veramente soddisfatti del risultato.

Invitiamo a dare un’occhiata alle nostre slide, presentate al Symfony Live 2012 a Parigi, che spiegano questi punti dettagliatamente: http://fr.slideshare.net/xkobal/the-use-of-symfony2-overblog

Per tutti i server, utilizziamo la distribuzione Linux Debian. Le pagine sono distribuite tramite Apache. Il tutto è ospitato su dei server VmWare che ci permettono una grande flessibilità nel creare nuove macchine e questo, di conseguenza, aiuta tantissimo nella sfida per la scalabilità.

Parliamo di sviluppo e programmatori. Quali sono gli strumenti fondamentali (IDE, VCS, altro) usati dai developer di OverBlog? Puoi descrivermi la tipica workstation di uno sviluppatore di OverBlog?

La cassetta degli attrezzi di ogni sviluppatore di OverBlog comprende quasi sempre gli stessi tool:

- Lavoriamo tutti su piattaforma Mac, con una macchina virtuale Debian-based “fatta in casa” e una configurazione centralizzata grazie a Puppet. Questo rende il tutto molto facile da aggiornare. C’è anche installato tutto il software che serve per eseguire l’intera piattaforma OverBlog in locale!

- Sviluppiamo in PHP 5.4

- I developer del frontend usano NodeJS

- Tutti i nostri sorgenti sono ospitati su GitHub

- Per quello che concerne l’IDE, i nostri tool sono Netbeans, Textmate e, ancora, PhpStorm

Sarebbe carino se Timekiwi/OverBlog fossero open source. C'è qualche piano futuro per rendere tutto questo lavoro open source (sotto GPL, o Apache) e disponibile per i power user?

OverBlog non è concepito per essere open source. Ci sono parecchie ragioni per questa scelta, incluso il fatto che il codice deve in primis performare su un’infrastruttura estesa come quella che usiamo noi. Non è assolutamente inteso per essere utilizzato come motore per un blog singolo su un server, come fanno alcuni dei nostri competitor.

In ogni caso, essendo noi stessi fautori e fruitori di open source, rilasciamo alcune parti dello sviluppo che portiamo avanti e dei miglioramenti che apportiamo come Thrift (al quale abbiamo contribuito), parecchi bundle di Symfony, il nostro framework javascript Yoshioka.js e, sicuramente, un po’ di altri progetti nel prossimo futuro. Questi progetti sono disponibili su GitHub: https://github.com/ebuzzing

Hai 400 caratteri per dirmi qualsiasi cosa sull'open source e l'open culture.

Sin dalla sua creazione, nel 2004, OverBlog ha sempre usato o contribuito a progetti open source, come Postgresql, Symfony, Thrift, o altro. Un’espressione che ci piace, e che riassume il nostro pensiero, recita: “Perché reinventare la ruota quando qualcun altro l'ha creata così bene?”

L’open source ci aiuta a sviluppare OverBlog, il che sarebbe difficile da fare usando software proprietario: la piattaforma che abbiamo creato è estremamente specifica, e necessita di essere spinta molto più lontano di quanto qualsiasi software basilare ci permetterebbe di fare. E conosciamo tutti la difficoltà di far evolvere un software non libero!

In cambio, ripaghiamo la community open source pubblicando i miglioramenti che abbiamo apportato sviluppando il software stesso.

#opencore - Ovvero quanto open source c'è dietro a...

È sempre interessante per uno smanettone come me ottenere dati ufficiali sullo stack software di una determinata applicazione web - soprattutto se ancora chiusa al pubblico, o agli sviluppatori. Nel caso di soluzioni invece aperte, ma gestite da un'azienda che ne controlla in qualche modo il processo evolutivo, mi piace comunque andare a scavare e guardare i servizi offerti da un punto di vista abbastanza diverso da quello del tipico utente finale.

È così che un paio di settimane fa mi sono seduto alla scrivania, e ho cominciato a buttare giù quasi per noia una piccola serie di domande che mi piacerebbe rivolgere (anche in salsa leggermente diversa ogni volta) a figure chiave di ogni startup tecnologica o compagnia operante nel settore dell'informazione, per vedere come è percepito l'open source all'interno del mondo aziendale.

Star Wars Linux

Chiamerò questa "cosa" #opencore; ho già iniziato a porre le mie domande a qualcuno, e probabilmente a breve sentirete parlare di questo piccolo progettino che ho in mente. Il lavoro di selezione delle aziende e delle persone da intervistare è abbastanza difficile, ma credo di potercela fare: ciò che è certo, è che ho iniziato nel migliore dei modi.

Con un progetto di una simile portata, credo, finalmente l'open source conterà su un po' di fattiva documentazione in più non solo cartacea, ma euristica, sull'adozione e lo sfruttamento di tali tecnologie per un processo di innovazione maggiormente aperto, puro e, si spera, community-based.

Photo courtesy of Kristina Alexanderson

Nerd dentro, proprio

gcc -c park.c
ld -o park -dynamic-linker /lib/ld-linux.so.2 /usr/lib/crt1.o /usr/lib/crti.o park.o -lc /usr/lib/crtn.o</p>

LINKIN' PARK!

Scusate.

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