100 short impressions after a year in Italy
101. Foreign people can hardly write 100 accurate statements about Italy.
101. Foreign people can hardly write 100 accurate statements about Italy.
KDE Connect ha da adesso anche un mirror su GitHub. Non è la notizia in sé che mi affascina, molti progetti ormai sono ospitati da GitHub o comunque hanno un mirror da quelle parti per facilitare contributi esterni, tuttavia continua ad emergere una piccola questione di fondo: nonostante GitHub abbia molto del proprio core open source, non è tutto open source, meno che mai chiaramente free software.
[…] makes it easier for new developers to get involved and send contributions, like these pull requests. Of course, I have no plan to drop KDE’s Git repo: Github is not free software and we want to make sure our code is always accessible through our floss-based infrastructure.
Lungi da me ergermi a paladino del free software, anche perché è un’ideologia che poco mi appartiene (credo molto di più nei valori espressi da OSI, nello sviluppo di software come somma delle parti), però c’è da sottolineare il paradosso per cui anche se ormai la filosofia open source è un approccio che viene perpetrato in parecchi progetti, è proprio GitHub, che possiamo considerare una delle aziende più influenti su questa tematica, a proporne la versione più spuria e selettiva; quel “questo si, questo no” che ai più idealisti dà fastidio.
E lo dà davvero: leggetevi i commenti in risposta al post che linko, ne vale la pena. È una discussione, quella sotto questo post di Albert Vaca, che mette in gioco degli ideali, chiaramente anche in quanto facenti parte del manifesto di KDE, portata comunque avanti in maniera costruttiva.
Once you get the hang of Markdown, it’s an incredibly powerful writing tool which will allow you to write rich content for the web far faster than almost any other method. To get to that point, however, there’s a little bit of a learning curve. We thought we’d put together an all inclusive guide to make that curve a little bit shorter, and potentially teach you a few super-user tricks to Markdown that you might not have known.
Tempo fa avevo avuto la stessa idea, poi per mancanza di tempo non ho più buttato giù una lista imponente di risorse disponibli su Markdown (che, tanto per, è usato anche da questo blog). Evidentemente qualche editor più furbo di me ci ha messo un briciolo di sforzo in più e ha messo insieme un bel post sul blog di Ghost con le basi di Markdown e una raccolta di applicazioni interessanti per scrivere agevolmente in questo linguaggio di markup su qualsiasi piattaforma.
Un unico appunto a tutto questo ecosistema è che su Linux il supporto a Markdown da parte di applicazioni “non coding-like” (come editor di testo simili a Sublime Text) si estende solo a Uberwriter. Personalmente non credo di essermi mai pentito di essere passato a Markdown sia come sintassi che come metodo di scrittura: mi aiuta a formalizzare i concetti e grazie all’evidenziazione della sintassi anche ad avere una panoramica d’insieme abbastanza buona sul look dell’articolo e su ogni frammento in sé. Consigliatissimo A++ :-)))
Ripassare fa sempre bene: Basic branching and merging è una paginetta che tra una cosa e l’altra mi trovo a consultare spesso. Leggete se non l’avete già fatto ;-)

Durante questa settimana, seppure il periodo sia stato abbastanza distruttivo, ho trovato il tempo per aggiornare tutte le mie macchine che usano Debian a Debian 8.0, nome in codice Jessie, che offre diversi miglioramenti (almeno per me… :-D) da parecchi punti di vista differenti. Bando alle ciance, vediamo subito un po’ di cose nuove di questa release che arriva dopo due anni di lavori dal precedente rilascio “Wheezy” (Debian 7.0.0, taggato maggio 2013).
In Debian 8 troviamo tutti i pacchetti aggiornati del caso, con le dovute patch. per quanto riguarda invece i miglioramenti distro-specifici, abbiamo un nutrito elenco di cose succose, di cui già il primo punto basta per stimolare discussioni (ma diciamo anche flame, ndr.) di durata tendente a infinito.
L’upgrade barometer è una cosa fichissima che prendo in prestito dal blog di GitLab :-D L’aggiornamento non vi porterà via troppo tempo. Io non facendomi troppi problemi anche su cosette dove ho la produzione (personale) ho lanciato l’aggiornamento con:
$ sudo apt-get update
$ sudo apt-get dist-upgrade
Dopo aver modificato il mio sources.list puntandolo a stable.
Ognuno dei server che ho aggiornato ha dovuto ricevere qualche pacca sul sedere prima di andare a dovere:
Chicca finale: ho aggiornato tutte le macchine tramite una sessione di screen aperta in SSH sul mio Nexus 9 (come vedete in figura). Nonostante queste piccole incomprensioni col sistema operativo, Debian 8 è comunque promossa, e in generale l’upgrade è andato abbastanza liscio. Chiunque stia pensando che dovrei eseguire i miei servizi come Docker container ha ragione, e per la verità lo faccio con parecchie cose, ma con queste mi pesa veramente tanto il sedere e non c’ho voglia di impostarmi un’infrastruttura di container anche per servire due pagine statiche. :-D
Dato che siamo dei sysadmin sufficientemente coatti, non ci fermerà mica un errorino? Spulciando i log di GitLab ho visto che era “solo timido”, quindi a seguito di una migrazione da Debian 7 a Debian 8 bastano i seguenti comandi per ripristinarne tutte le funzionalità:
# Lancia i datatabase, i quali necessitano di migrazione
$ sudo gitlab-ctl start postgresql
$ sudo gitlab-ctl start redis
# Riconfigura GitLab migrando tutto a Debian 8
$ sudo gitlab-ctl reconfigure
A posto? A posto. E via, verso nuove avventure :-F