10 Mar 2009
Il titolo lascia già presagire l'argomento: voglio infatti parlare di un software che sto usando da tempo, ovviamente compilato in versione di sviluppo, e che ogni giorno mi stupisce per la sua duttilità.
Come da titolo, parlo di GNOME Do.
Vorrete sicuramente tutti scusarmi, se in questi giorni vi ho coccolati poco, ma ero a Vienna e non avevo assolutamente tempo per il computer, quindi ho dovuto assentarmi e trovare, al ritorno, la mail stracolma; ma veniamo a noi... uhm... GNOME Do. Già.

Non ero un fan di Mono, ma quando ho utilizzato Banshee per la prima ho capito quanto fosse potente, e quanto fosse importante per i programmatori poter avere accesso alla piattaforma .Net anche su Linux.
Così tempo fa, volendo provare nuovi programmi e cercando anche una buona dock per il mio sistema, ho incontrato la soluzione ad entrambe le esigenze in GNOME Do: installando la versione stabile, ho potuto avere un assaggio di quante cose si potessero fare con questo poliedrico programma, e pur soddisfacendomi da un lato, dall'altro mi lasciava un po' amareggiato. La versione stabile, la 0.8, funziona infatti un po' "a salti". Per lo meno, io ho avuto modo di trovare qualche piccolo bug, che non ho invece riscontrato nella versione compilata sulla mia Arch da Bazaar.
Installata dunque la versione di sviluppo, mi sono divertito a personalizzare questo piccolo gioiellino, ed adattarlo alle mie esigenze, più di quanto non facesse già da solo.
È infatti possibile, tramite appositi plugin, estendere ancora di più le funzionalità del programma, arrivando a coprire l'intero campo del desktop.
Ma in definitiva, cosa fa GNOME Do?
Semplice: all'inizio, lo si può utilizzare per compiere delle azioni, ossia aprire programmi, agire sui file, modificarli. Con l'arrivo della versione 0.8 e diventato poi possibile utilizzare Do addirittura come dock, e devo dire che la dockbar fornita da GNOME Do è superiore anche a progetti come AWN e Cairo Dock, che non sono mica gli ultimi arrivati.
Ma il bello arriva quando si selezionano i plugin. Si possono così esplorare i preferiti del proprio browser, esplorare gli artisti della propria collezione musicale, connettersi ad host SSH, fino ad aggiornare il proprio Twitter o pubblicare foto su Flickr.
Uno dei plugin che utilizzo di più è quello che, addirittura, fa partire le macchine virtuali di VirtualBox con un colpo di tastiera :D
E lo sviluppo non si ferma: la prossima release sarà la 1.0, e il programma migliora giorno dopo giorno, attivissimo, con bug risolti e nuove features introdotte. La dock migliora di revisione in revisione, e diventa, da mero strumento addizionale, un vero e proprio aspetto a sè del programma.
Vengono introdotte infatti, sempre più opzioni per poterla configurare al meglio.

Poco prima della mia partenza era stata introdotta addirittura una piccola scrollbar per determinare l'ingrandimento delle icone quando ci si passa sopra con il cursore, ma non so perchè al mio ritorno, quando ho aggiornato alla revisione successiva, questa caratteristica non era più presente: in compenso si può vedere che è stato migliorato lo stile dei dialoghi di Do. Quel nero è così sexy :D
In definitiva un programma che mi ha davvero stupito.
Quindi GNOME Do 1.0 sarà... una grande figata :lol:
03 Mar 2009
Ok, oggi ufficialmente i nuovi pacchetti con driver, input e quant'altro, compreso il nuovo server X 1.6.0, sono entrati nel repository Testing.
Suggerisco quindi di abbandonare il mio repository e abilitare tranquillamente Testing, per poter avere dei driver aggiornati assieme a Mesa e varie librerie.
Abilitato Testing, basta un
pacman -Sf xf86-video-intel intel-dri libdrm mesa libgl xorg-server
da root, dopo aver disabilitato il mio repository per abbandonarlo definitivamente. Ovviamente chi non utilizza alcuni dei pacchetti sopra citati non esiti a modificare il comando.
Stessa procedura per chi usa il mio repository senza Testing abilitato. Conviene assolutamente che venga eseguita quando Xorg 1.6.0 e gli altri pacchetti approderanno in Extra.
02 Mar 2009
Ebbene, dopo un bel po' di tempo dall'ultima release stabile, entra a far parte di ArchLinux Testing la versione 1.6.0 del blasonato server grafico.
La cosa importante da notificare è che i driver che io impacchetto per il mio personale repository a quanto pare necessitano di essere ricompilati per funzionare sotto tale server.
Per questo motivo è sconsigliato l'aggiornamento a tutti coloro che utilizzano i pacchetti forniti da me, finchè il repository non verrà da me aggiornato.
Con questo passo e chiudo.
Ad maiora :D
27 Feb 2009
Recentemente volendo mettere le mani in modo pesante sulla mia partizione dedicata al testing, mi sono trovato nella necessità di CD vuoti, che, ovviamente, non avevo.
Allora ho pensato bene di controllare se esistevano sistemi adatti a rendere la mia penna USB da 8 gigabyte (nuova nuova, un gioiellino :D) un dispositivo avviabile con dentro una distribuzione Live.
Mi sono così imbattuto in uNetBootIn.
uNetBootIn è il sistema più veloce per rendere la propria penna USB una LiveUSB, e se la distribuzione che scegliamo di installarci lo prevede, anche un vero e proprio media d'installazione, come avviene, ad esempio, per Ubuntu.

Il programma usa le QT, ma per me fa lo stesso, non sono un paranoico che cerca l'integrazione ovunque.
Come si può vedere dall'immagine, possiamo scegliere una distribuzione e relativa versione, o definire un'immagine ISO a piacimento da usare; si può anche decidere di agire ad un livello radicale, ed utilizzare una determinata immagine kernel, ma ad essere onesti io non ho provato questa opzione :P
Dunque, selezionata la distribuzione che vogliamo, il programma procederà allo scaricamento dell'immagine ISO. Sono disponibili Ubuntu, Fedora, Debian, e tutte le maggiori distribuzioni sulla piazza, più qualche chicca. Ma lascio a voi la sorpresa :lol:
Dunque, scaricata la ISO della distribuzione selezionata, uNetBootIn procederà a scompattare l'immagine sulla penna USB in modo corretto, ed installerà poi il suo bootloader così da rendere il dispositivo avviabile.
Il procedimento non varia se se sceglie di agire utilizzando una immagine ISO già presente sul proprio computer: sfogliando le directory si può scegliere l'immagine ed il programma provvederà a tutto, proprio come nel primo caso.
Et voilà: penne USB avviabili per tutti.
In ArchLinux il programma è facilmente installabile da AUR, mentre per Ubuntu e altre distribuzioni, basta installare il pacchetto fornito dagli sviluppatori, che si trova sul sito ufficiale.
Enjoy :lol:
26 Feb 2009
Tempo fa, non avendo nulla da fare, ho avuto un'idea che si è presentata come una folgore facendomi rimanere estasiato e al contempo... seh, vabbeh.
Venutami questa idea, sono andato sul forum italiano di ArchLinux, e ho chiesto se questa idea fosse poi così brutta; l'idea in questione era quella di dotare Yaourt di una localizzazione italiana, così da poterlo rendere più appetibile agli utenti del nostro bel paese, e al contempo godere di una maggiore chiarezza nell'esecuzione del programma.
La mia idea non è parsa poi tanto male, così il buon Berseker ha cominciato a tradurre senza sosta, e nel frattempo ha dato una linea organizzativa al mio progettino. Così anch'io ho imparato come tradurreda un file .po, e in men che non si dica grazie ai prodi S4r0, Weseven, Berseker, Psykopear e, ovviamente, il sottoscritto, la traduzione è stata ultimata in un tempo da record.

La seconda parte del progetto è stata portata avanti unicamente dal portavoce Berseker, che recandosi sul bugzilla di Yaourt, ha dichiarato di avere una traduzione in mano da parte della comunità italiana.
Gli sviluppatori non se lo sono fatto dire due volte, e hanno incluso la nostra traduzione in Yaourt, cosìcchè tutti noi arcieri possiamo goderne.
Ovviamente chiunque è invitato a segnalare problemi o altro, nel frattempo io vado a godermi i fasti di questa gloriosa impresa.
:D