21 Nov 2009
Questa mattina, assieme alla nuova release di Wordpress, ho voluto rendere finalmente operativo il tema sul quale lavoricchiavo da un po' di tempo, per il blog, visto che la vecchia veste grafica mi aveva un po' stufato.
In sintesi, di seguito, le novità che ho introdotto e tutte le chicche più o meno utili che vi accompagneranno nella lettura. :D
- Nuovo header: come ogni nuova versione (snapshot release) di questo blog, c'è un nuovo header completamente disegnato da me, che beerà il vostro sguardo ad ogni accesso: il Tux che saluta e vi dice che vi roota è fighissimo dai :mrgreen:
- La breadcrumb navigation ultranerd: Guardate sotto l'header, a sinistra; vedrete una scritta familiare :lol:
- Il box per post recenti, commenti, archivio: Mi piaceva un sacco questa caratteristica del tema originario su cui ho lavorato, e l'ho voluta mentenere, seppur con qualche cambio qua e là.
- Ombre de qua, ombre de là...: Mi sono divertito un po' ad usare la proprietà text-shadow di CSS, così adesso i titoli dei post, delle pagine, e alcuni link (come quelli nell'header), sonodecorati con delle ombre alquanto sexy che non richiedono l'uso di metodi particolari; basta un parametro ben settato e via ;)
- Tutte le features del vecchio tema :D
Beh, mi pare di aver detto tutto; mi riservo il diritto di ottimizzare il tutto nei prossimi giorni, e cambiare un po' il codice per adattarlo meglio a queste mie pagine: Enjoy :mrgreen:
19 Nov 2009
Spesso, troppo spesso, ci troviamo a dover scrivere e lavorare al computer in una condizione di costante rompimento di cosiddetti da parte degli altri. Non è così? No? Beh, allora voi siete gli anormali: vi assicuro che per la maggior parte della gente tutto questo calore umano mentre si lavora non è decisamente il massimo.
Immagino che abbiate quindi immaginato una condizione di totale eremitaggio, mentre scrivete, in modo da non essere mai disturbati da chat prorompenti, interlocutori troppo "verbosi", tantomeno da notifiche improvvise che distolgono la vostra attenzione.
Come ho già accennato in passato, io sono solito soffrire di un gigantesco disturbo dell'attenzione che mi porta a clickare qualunque cosa io veda e reputi interessante; in questa maniera la produttività di qualunque individuo, compreso me, è portata a calare drasticamente, andando a zero in giornate di particolare voglia di far nulla :P
Finalmente, dopo tanto tempo alla ricerca di qualcosa di simile, ho scoperto la soluzione a questo male, e ne parlerò un poco: esiste per PC e Mac, con nomi diversi, ma il concetto è sempre lo stesso; offrire all'utente un editor di testo alquanto scarno ma senza distrazioni. Il concetto di distractionless è stato messo a punto in questi ultimi anni dove le rotture di scatole via web e non si sono moltiplicate in maniera esponenziale, dalle semplici notifiche di Gmail alle finestre di chat dei vari messenger.
Esistono vari editor esenti dal concetto di distrazione, e posso confermare che sono veramente utili: per Linux esiste PyRoom, disponibile nei repository delle maggiori distribuzioni, su AUR per ArchLinux, editor distractionless che calca le orme del più celebre WriteRoom per Mac :)

Ma andiamo a scavare nei meandri del funzionamento di questi editor, in particolare PyRoom: da quando parte, l'applicazione oscura lo schermo, impostandosi in modalità fullscreen, e ci mette a disposizione un riquadro, dove brilla il nostro cursore, esattamente come un editor di testo a riga di comando; premendo CTRL+H possiamo visualizzare un dialog di aiuto, e vengono messe a disposizione anche delle shortcut per lavorare a più file contemporaneamente. Tramite CTRL+P accediamo al dialogo delle preferenze, dove possiamo scegliere il carattere visualizzato (io non abbandono mai il mio Monaco 7), alcuni parametri relativi all'editing e il delay tra un salvataggio automatico e l'altro. L'essenziale, insomma :D
La seconda tab delle preferenze, con mio sommo gaudio, ci fa selezionare i temi disponibili e, qualora ce ne fosse la voglia o la necessità, ce ne fa creare di nuovi semplicemente modificando le poche opzioni a disposizione, ossia colore della cornice e del testo, e colore di sfondo. Successivamente possiamo salvare il layout da noi creato ed utilizzarlo: semplice come bere un bicchier d'acqua ;)
Con ulteriori scorciatoie possiamo scoprire le grandissime potenzialità di questo editor, anche se io, al momento, mi accontento di lavorare ad un solo file per volta. Ottima cosa, comunque, quella di far diventare "asociale" l'applicazione, permettendo così di svolgere il proprio lavoro esattamente come, una volta, ci si metteva i tappi nelle orecchie.
Il muto casino del web e del desktop adesso non vi darà più fastidio, ragazzi. Happy Editing :mrgreen:
17 Nov 2009
L'altra sera, in preda al torpore, mi sono addormentato. E mentre dormivo, ho fatto un sogno, un sogno splendido.
Ho sognato un programmatore, seduto, davanti ad un PC con GNOME. Ed Empathy. Il programmatore digitava, digitava, digitava, passando dalla finestra di chat all'editor di testo; all'improvviso, "ti condivido il mio desktop così lo vedi" e l'altro: "aspè che Kopete è un po' lentino con la condivisione desktop". Essì, perchè nel sogno anche Kopete era basato su Telepathy. Così come erano basati su Telepathy tutti i servizi di comunicazione tra applicazioni di entrambi gli ambienti desktop. Telepathy riusciva quindi ad interfacciarsi, a fare da mediatore tra gli eterni rivali GNOME e KDE.

Keep dreamin'! Lo so che non c'entra una fava :D
Improvvisamente, oltre a condividere il desktop, il programmatore scriveva in contemporanea con l'interlocutore, un altro programmatore magari, e collaboravano allo stesso file, l'uno da Gedit, l'altro da Kate, come se nulla fosse.
E altrettanto improvvisamente: "oh, senti questa canzone che spacca". Una richiesta di stream audio. E uno sentiva la musica dell'altro; il tutto tramite pochi click, perchè chi gestiva le connessioni tra i programmi e i protocolli era sempre Telepathy.
In un baleno i due condividevano file, informazioni, righe di testo, il tutto a prescindere dall'ambiente. Bastava solo che Telepathy fosse attivo, e l'applicazione programmata per interagire.
Non sarebbe fantastico se i programmatori di entrambi i Desktop Environment maggiori mettessero in piedi queste funzionalità? Non ci vorrebbe poi molto, in fondo; manca solo una divisione di persone dedicate a questo, e la voglia di fare.
Ma purtroppo, ultimamente, la voglia di fare è piuttosto poca, e manca la manodopera virtuale per fare qualunque cosa, anche un bottoncino piccolo. Sarebbe troppo bello, se Telepathy interagisse in questa maniera con le applicazioni del nostro desktop.
Non ci sarebbe più bisogno di molti servizi, perchè diventerebbero, almeno per gli utenti GNOME e KDE, obsoleti; e le altre apps avrebbero tutto il vantaggio ad integrare features del genere, adeguandosi al framework Telepathy. In questa maniera la tecnologia diverrebbe di nuovo ausiliaria per l'uomo, e non più fonte di frustrazione. Programmi che interagiscono. Da ambiente ad ambiente. Senza razzismo, senza distinzione di librerie.
Ma chissà quando ci arriveremo.
Se ci arriveremo.
16 Nov 2009
In questi giorni mi sono trovato a schifare un po' l'icona che ha Firefox, di default, in ArchLinux: quella cosetta un po' orrenda, il globo blu.
Tanta gente peraltro, da quando sono diventato una sorta di helpdesk vivente, mi ha chiesto perchè, una volta installato il volpone in Arch, vedesse quella robaccia al posto della molto più attraente icona utilizzata dalla maggior parte delle distribuzioni Linux.

La risposta definitiva a tutto ciò l'ho scoperta qualche giorno fa, e si chiama Firebrand. :)
Questo simpatico script che possiamo tranquillamente installare prelevando il PKGBUILD da AUR si occupa, in un solo colpo, di riportare le icone relative a Firefox presenti nel nostro sistema, da quell'orrenda sfera blu con cagate di piccione sopra alla sexy volpe rosso fuoco, o, se vogliamo oppure necessitiamo del brand di Iceweasel o Swiftweasel, possiamo applicare anche questi.
Com'è possibile? Semplicemente perchè Firebrand, una volta eseguito, ci chiede quale tipo di "etichetta" vogliamo apporre al nostro browser, e si comporta di conseguenza.
Lo script può comodamente essere installato con yaourt, altrimenti potete scaricare il tarball del PKGBUILD a questa pagina. ;)
Happy branding :D
06 Nov 2009
Oggi, dietro un'idea embrionale del bravo LuNa, col quale chiacchieravo su uno qualunque dei protocolli che utilizziamo, ho voluto iniziare una serie di post che mi vedranno mordace su diversi argomenti.
Sempre con LuNa si chiacchierava appunto di questo articolo su Repubblica.it, di quanto siano nabbi i giornalisti, ma soprattutto di quanto non esitino minimamente a mettere in mostra la loro ignoranza, andandone quasi fieri. Giustappunto il bravo n00b ci introduce ad una accuratissima analisi comparativa tra i Massimi Sistemi, degno Galileo dell'anno 2009, titolando il pezzo: "Il test del nuovo Mac OSX sulla neve Leopardo scatta". Mia nonna 'ste cose le scrive sui barattoli di asparagi per farci capire quali mangiare prima.
Evabbeh, ma andiamo avanti, la prima cosa che colpisce è uno screenshot della dock che fa delle mistiche operazioni; subito dopo cominciamo a leggere il pezzo, e rimaniamo affascinati.
Inserisco il disco, mia figlia, la principale utilizzatrice del computer, mi guarda con sospetto, visto l'azzeramento del computer messo in atto dal sottoscritto con l'installazione di Windows 7 sul pc di casa. In pochi minuti, poco più di mezz'ora a dire il vero, il processo d'installazione è terminato, con mia grande sorpresa. Un unico riavvio e il gioco è fatto.
Cavolo, che sorpresona, hai fatto un upgrade di versione. Avanti, avanti, fine. Mi sorprendo della tua abilità! :D
Mia figlia controlla che ci sia tutto, ed è tutto a posto, quello che c'era prima c'è ancora, con tutte le impostazioni precedenti. Vado a controllare lo spazio sull'hard disk, per vedere se davvero lo Snow Leopard occupa meno spazio del suo predecessore. Anche qui una sorpresa, i giga risparmiati sul mio computer sono dieci, con somma soddisfazione di mia figlia, che voleva più spazio per la sua musica e le sue foto. Sorride, si alza e se ne va, quello che le interessava l'ha saputo.
C'hai una figlia che è una sanguisuga. Mio padre mi ucciderebbe se toccassi il suo PC di lavoro, come io ucciderei lui se toccasse una qualunque delle mie macchine. Tacito accordo, rispettato da entrambi ;)
Il "nuovo" sistema operativo si presenta, a prima vista, del tutto simile al "vecchio", il che ha fatto storcere il naso a molti utenti, che hanno considerato l'aggiornamento nulla di più che un "service pack" dal costo eccessivo.
Certo, se non cala la Trinità a bomba non è considerabile un bump di versione, come nel mondo dei nabbi. Che poi diamine, un service pack (questa parola non la sentivo da anni!) che costa trenta euro, magari.
C'è la compatibilità con Exchange per Mail e iCal, c'è il nuovo QuickTime ottimizzato per YouTube, c'è la vista come il cover flow dell'iPod, si possono aprire le cartelle in una pila per vedere rapidamente tutti i file che contengono, c'è la seconda edizione dell'Oxford American Writer's Thesaurus e moltissime altre novità che non balzano agli occhi immediatamente, ma si scoprono pian piano.
Vabbeh, qui si sfiora il ridicolo. Tutte queste cose non solo c'erano già in Leopard, ma ci sono pure su Ubuntu 9.10, ma anche su Windows XP e Ubuntu Dapper, tanto per portare qualche esempio di "antiquariato" :D
Ma l'amico continua a infierire, portando avanti la crociata della niubbaggine, fino alla fine dell'articolo, che mi ha lasciato a bocca spalancata, e a mascella slogata:
Insomma, non ci sono i fuochi d'artificio, non c'è il "balzo in avanti" da Leopard a Snow Leopard, ma il miglioramento è sicuramente interessante, e il risultato finale è ottimo. Nessun trauma, insomma, e un sistema che non teme confronti con il dominatore del mercato, Windows 7, e con il software "indie" GnuLinux.
Ah, non c'è il balzo avanti. Vabbeh, ma lasciamo stare. Ovviamente nessun trauma. Comincio a capire perchè i tizi di KDE a ogni revisione anche dell'SVN cambiano tutto, almeno la gente vede il cambiamento e dice "OMG, che figo!". Esulando da questo discorso, l'ultima riga mi ha lasciato interdetto. Definire Windows il dominatore del mercato mi sembra un po' esagerato, dato che poi quando vai in giro e parli di Mac sembra che tu stia parlando del Padre Eterno e tutti i Santi Apostoli in array (perchè in fila pareva brutto).
E Linux, anzi, GnuLinux. Che è indie. Dopo questa posso anche chiudere il browser e andare a dormire.
Quell'articolo non sembra scritto da un giornalista, o quantomeno da una persona pagata per fare quello. Ma quando si parla di informatica, si sa, i divulgatori tendono ad essere tutti un po' ubriachi.
