12 Jan 2011
Stasera navigando navigando, sono approdato su questo post del buon Gian Piero, che descrive minuziosamente in dieci punti le conseguenze dello snaturato gesto di prestare la propria assistenza a titolo gratuito agli amici e ai parenti. Spesse volte incompresi e derisi, peraltro.
Ecco, bene, io volevo aggiungere qualcosa in merito, perchè ho di recente, da qualche mese, messo a punto un sistema che non solo non mi ha tolto di torno amici e parenti, ma ha permesso al mio portafogli di levar via un po' di ragnatele, ovviamente non perchè io mi sia arricchito, ma semplicemente perchè alle persone non da fastidio quello che faccio. Adesso, facciamo conto che qualcuno dei miei amici mi chiami per qualche problema, e io come al solito coi miei brillanti metodi lo risolva in qualche minuto. Non esito tuttavia a fingere un leggerissimo fastidio, anzichè fare il servo, anzi, se la cosa si fa più difficile del previsto mi esibisco in una bella pensata ad alta voce con qualche impropero nei confronti della macchina, e anche uno o due nei confronti dell'amico, cosicchè lui non possa reputarmi in qualche maniera colpevole del danno. Chè io il tuo PC lo aggiusto, ma mica ci metto più le mani.
Una volta risolto tutto, date retta a uno scemo: fatevi offrire, non un caffè, ma qualcosa di più concreto, come una pizza. Siate leggerissimamente sfacciati, così ci guadagnerete sicuramente agli occhi dell'amico, perchè il subconscio metabolizza meglio qualcuno che fa qualcosa in cambio di qualcos'altro, e costui, memore della piccola sortita verso il suo portafoglio che avete effettuato, ci penserà un attimo prima di chiamarvi. Chè magari poi non sarà sufficiente a farlo sparire, ma sarà sicuramente abbastanza da fargli pensare: "Ehi aspetta, posso evitare di spendere tre euro per questo?"
Così, forse, riattaccherà la spina prima di accendere il computer.
07 Jan 2011
Prima delle vacanze natalizie, sono stato scelto da LG come recensore della loro ultima creaturina "entry-level": LG Optimus One. Ovviamente prima di questa recensione ho parlato con molte persone, ho fatto tastare il telefono a tanta gente, e soprattutto ho anche raccontato qualcosa su Androidiani e su Twitter; questa recensione quindi, sarà un po' una somma di quanto ho fatto e provato su questo bel dispositivo.
Appena arrivato il pacco, ho montato il tutto e l'ho avviato: per prima cosa ho avuto un'impressione positiva riguardo i tempi d'avvio e lo splash screen composto di LG che ha fatto subito spazio alla scritta "Android" presente di default. Niente strani bootscreen quindi, come è orrida abitudine di tante case produttrici.

Eccolo qua, l'oggetto. Carino eh?
Prima amoVe poi oVVoVe
Dopo l'avvio ho potuto invece ridimensionare il mio entusiasmo, non riguardo i materiali, di cui scriverò in seguito, ma a proposito del sistema operativo. È vero infatti che la versione di Android che c'è nell'Optimus One è la 2.2 (Froyo) senza particolari modifiche da parte di LG, ma la casa produttrice, dove ha messo le mani, ha fatto danni. Parlo infatti del launcher, un abominio estetico e in quanto a funzionalità, soprattutto se paragonato a LauncherPro che ho installato successivamente, e della tastiera LG per Android, che non aggiunge quasi nulla rispetto a quella di default, anzi, quando possibile la peggiora con una ancora minore spaziatura tra i tasti che, al primo impatto, crea una notevole frustrazione nella disperata ricerca di azzeccare i tasti giusti. Ovviamente nessun problema con la tastiera standard. :P
Ma, orsù, le plastiche: pur nella sua economicità, il telefono è comunque in grado di resistere a parecchie tipologie di urto, e anche se piuttosto rigide le plastiche sono comunque eccellenti: al tatto il telefono non scivola, resta in mano piacevolmente, e anche il monitor si lascia utilizzare benissimo e leggere con tranquillità, permettendo, per persone un po' più ostinate, anche magari la lettura di un ebook o di un lungo PDF senza stancare a morte l'occhio.
Si presenta bene
Per la cifra che costa, ossia circa 230 euro, l'Optimus One è veramente un terminale Android molto carino, sia riguardo i materiali, come ho già scritto, sia perchè permette comunque con una cifra modica di entrare in possesso di un dispositivo che, si, ha la 2.2 installata, ma soprattutto è uno di quei terminali che si configurano come community-friendly, e che hanno già parecchi hacker all'opera. Si vocifera infatti che Cyanogen sia al lavoro per portare la sua ROM anche su questo dispositivo, mentre molti altri membri della comunità hanno già sfornato parecchie ROM, funzionanti e non, per questo telefono che, nei suoi primi giorni di vita, ha venduto oltre un milione di pezzi. Cose da non credere ;)
L'esperienza utente è stata ottima: l'ho connesso al wifi casalingo in pochi secondi, ed ha preso subito un IP, segno dell'ottima qualità delle antenne, oltretutto ha tenuto il segnale 3G per molto anche dove altri telefoni andavano immediatamente in 2G; altra cosa molto positiva è stata la durata della batteria: con una risoluzione dello schermo leggermente inferiore a quella dei telefoni di fascia alta infatti, il telefono se l'è cavata egregiamente superando la prova delle 12 ore. Non stressato, arriva tranquillamente a più della normale fine della giornata.
Ma quindi, me lo consigli?
Non esageriamo :D
In realtà si, se si vuole spendere una cifra modica e avere un telefono su cui la comunità smanetta, molto accessibile a livello di hacking, senza quindi bootloader lockati o altre carinerie che i produttori amano riservare a chi compra i loro telefoni, e ovviamente assolutamente inutili dato che tali cosine vengono sempre amorevolmente trivellate dalla comunità; il vero neo del telefono, secondo me, è il display. Non che costituisca un fastidioso inconveniente, ma la bassa risoluzione del monitor del telefono a volte rende meno agevole la lettura di testi lunghi: sul mio Desire, facendo un confronto fortemente impari, leggo tranquillamente moltissimi ebook, tuttavia sull'Optimus One sono riscontrabili difficoltà maggiori approcciando questo tipo di funzionalità, proprio a causa di un monitor che consente una minor nitidezza dei font, e quindi una maggior grana.
Il rapporto qualità/prezzo in ogni caso è mostruosamente alto, dato che comunque per poco più di duecento euro ci si porta a casa Android 2.2, al pieno delle sue funzionalità, una fotocamera dignitosa, e un display che, seppur costituito di materiali non pregiati, presenta comunque un'ottima ricettività, e riserva una sensazione di solidità abbastanza appagante. Non è vetro, certo, ma è comunque un ottimo compromesso.
Per chi non vuole spendere molto, e avere un primo accesso al mondo Android per una prova o magari qualcosa di più, questo dispositivo ha tutte le carte in regola per essere ciò che si cerca; diverso è il discorso se una persona viene da telefoni maggiormente carrozzati, e commette l'errore di confrontare questo prodotto con smartphone di fascia irrimediabilmente superiore: sicuramente, in questo ambito di prezzo, non c'è di meglio per chiunque voglia entrare nell'universo di Android, soprattutto se si sa bene cosa si compra.
Mi è capitato infatti di vedere ultimamente delle persone passare da un iPhone 4 ad uno smartphone Android di fascia medio/bassa, e poi lamentare pecche tutte legate al tipo di dispositivo scelto, come la bassa risoluzione, la fotocamera non eccelsa, un processore con frequenza non proprio alta. Beh, ovviamente chi è causa del suo mal pianga sè stesso: Android non è un mondo per tirchi, ma per chi sa bilanciare in modo corretto la propria spesa rispetto alle proprie esigenze.
E di esigenze, questo Optimus One di LG, ne soddisfa a iosa.
Root & co.
Come ho detto, l'Optimus One si presta bene anche come smanettofono.
(Qui inizia la parte supernerd della recensione, siete avvisati)
Non ho ancora avuto notizie a proposito della procedura per ottenere un telefono S-OFF, ossia con possibilità di montare in scrittura /system e altro ancora, tuttavia tramite l'ottimo z4root, in pochi minuti e senza rischi si ottiene un telefono con root pienamente funzionante: bastano pochi minuti aggiuntivi, e, per ora solo tramite adb, si può avere una recovery image customizzata con la possibilità di flashare zip, partizionare la SD, e molto altro.
SD peraltro inclusa nella confezione, da 1Gb. :D (in realtà mi riferisce Francesco nei commenti che la SD in dotazione è da 2Gb, e a me LG l'ha data sottodimensionata :P)
Per cambiare launcher invece, cosa molto più a portata di umano, basta installarne uno alternativo e impostarlo come predefinito. Stessa cosa per la tastiera, anche se a me piace molto la predefinita di Android (e non quella schifezza messa su da LG), quindi mi è bastato disabilitare la LG Keyboard nelle impostazioni.
Conclusioni
Una volta reso più "vanilla", ossia eliminate le personalizzazioni oscene a launcher e tastiera fatte da LG, Android su questo dispositivo si lascia utilizzare comodamente, servendo la maggior parte delle esigenze con reattività; il processore a 600MHz non soffre molto anche se stressato dall'installazione di molteplici applicazioni, e la ROM di LG non mostra particolari rallentamenti in nessun caso.
In molte occasioni un Androide si dimostra un compagno di viaggio indispensabile, e questo telefono non ha fatto eccezione: la maneggevolezza e la bontà dei materiali presente anche in un dispositivo dal costo piuttosto contenuto, risultano due caratteristiche vincenti. Il peso non è risultato affatto eccessivo, e tutto l'hardware ha funzionato alla perfezione durante i test.
Detto tutto ciò, il mio consiglio è: se volete un arnese di ultima generazione, che riesca a far girare ogni applicazione al meglio, e tutte le release di Android che verranno rilasciate da Google nei prossimi anni, magari non prendete un Optimus One per poi pentirvi dell'hardware. L'avete pagato meno della metà di un Nexus S, rammentatelo. Quindi decidete bene cosa volete fare, e soprattutto cosa volete. Cosa desiderate dal vostro dispositivo. Ovviamente non potete aspettarvi di giocare ad Asphalt su un device del genere, ma se avete bisogno di un telefono Android dal prezzo contenuto (e conseguenti caratteristiche) anche solo per togliervi una voglia, e magari lavorare al meglio, allora questo è il prodotto che fa per voi.
25 Dec 2010
Oggi tornando a casa ho lanciato un pacman -Syu sulla mia macchina principale, e ho notato con mio enorme stupore che tra gli aggiornamenti proposti dai repository di Arch Linux c'era LibreOffice, in trepidante attesa per sostituire la mia copia di OpenOffice.org che uso ed ho usato con enorme profitto per lungo tempo. Mi sono detto: giacchè l'ultima volta che ho provato LibreOffice l'esperienza (che risale a qualche mese fa) è stata disastrosa, riproviamoci. Così ho lasciato che Pacman facesse il suo sporco lavoro godendomi in panciolle l'ultimo episodio di The Big Bang Theory.
Non appena finito l'aggiornamento, ho provato ad avviare la suite per vedere se quantomeno rispondeva alle mie aspettative, e, meraviglia delle meraviglie:

Ora, in teoria quest'immagine dovrebbe essere tale e quale a OpenOffice.org, vero? E lo è, noterete. Il mio stupore in realtà deriva dal fatto che quando ho testato LibreOffice, qualche tempo fa, per misteriose ragioni a me sconosciute non ho riscontrato esattamente questa uguaglianza: plugin che mancavano, cose fatte a metà e, soprattutto, l'assenza completa del supporto a GTK+. E si che avevo installato tutti i pacchetti per bene.
Ora la situazione si presenta diversa: un vero e proprio "rebrand" di OpenOffice.org, con nessuna delle funzionalità del papà in meno; per quello che mi riguarda, posso dire di essere pienamente soddisfatto almeno per quanto riguarda una prova sommaria, tanto per dare una controllatina. Quindi, niente paura, utenti navigati, dite pure addio senza remore a GO-OpenOffice, la versione modificata della celebre suite che molte distribuzioni hanno adottato in questi anni al posto del ramo principale, e state sicuri del fatto che aggiornando a LibreOffice, adesso, non avrete da temere alcuna perdita di funzionalità.
23 Dec 2010
Ebbene si, alla fine non ho resistito e ho infilato nel mio Desire, dopo aver smanettato abbondantemente con Froyo, Android 2.3 detto Gingerbread ('sta cosa di Google di dare i nomi dei dolci alle release mi fa morire oltre che venire una gran fame). Alla fine è stato facile, senza nemmeno dover fare il wipe mi è bastato un giro sulla recovery per flashare lo zip giusto, preso da XDA, e la Oxygen 2.0 RC di AdamG girava dopo poco sul mio terminale.
Che dire, il sistema si presenta da subito molto prestante, quasi più di Froyo se possibile, e personalizzato con il mio launcher preferito mi ha offerto un'esperienza utente veramente indimenticabile: non ho avuto problemi di sorta nei primi giorni di utilizzo con le applicazioni sviluppate con l'SDK precedente (santa portabilità delle API), semmai mi è toccato fare un wipe all'aggiornamento della Oxygen tra le due RC, poichè cambiando la firma di Maps Adam ha fatto un casino con le applicazioni di Google.
Niente da dire, questo 2.3 porta tutte le novità di una vera major release: nuovi effetti grafici da una parte, con miglioramenti nell'usabilità, nella fluidità e nella bellezza, nuove feature dall'altra; se c'è infatti chi dice che in quanto a caratteristiche tecniche Google per questa volta ha risparmiato le cartucce, io ribadisco che è vero che delle maggiori novità risentiranno soprattutto gli sviluppatori, tuttavia ci sono alcune nuove cosine interessantissime (VOIP nativo? ;) ) che mi stuzzicano non poco.
Che altro dire, nei prossimi giorni userò ancora questa fantastica ROM che seppur così presto ha portato in maniera quasi perfettamente funzionante Gingerbread su Desire; vi faccio sapere eh :)
13 Dec 2010
In questi ultimi giorni ho avuto l'occasione grazie al grandissimo Alessio (omonimo! :D) di provare Diaspora, beneficiando del suo invito. Che dire, lo sto ancora testando, lo sto provando, ma soprattutto sto assistendo ad uno smercio assurdo di inviti e alla creazione di una comunità abbastanza coesa grazie ad un fattore micidiale: la curiosità :)
Mi è successo infatti di essere aggiunto come contatto da tutto e da tutti, dandomi anche la possibilità di mettere alla prova quanto gli sviluppatori incentivano l'utente a creare diversi "aspetti" della sua vita. In questo modo, si può facilmente suddividere il proprio livello di interazione in compartimenti stagni e decidere con chi condividere quale contenuto. Un po' come le liste di Facebook, solo che mentre su Facebook tali caratteristiche sono opzionali, Diaspora è incentrato prevalentemente proprio sul "condividi cosa vuoi con chi vuoi". Non c'è niente fuori dal proprio controllo, sia in campo di sharing che in campo di privacy: in qualsiasi momento è possibile scaricare i propri dati, e cancellarsi senza che venga memorizzato alcunchè.
Dunque dicevo, la curiosità: è bellissimo vedere come attorno allo sviluppo di uno strumento del genere che ha più un intento di ricerca che l'intenzione di scalzare alcunchè da qualunque posizione, si crei una piccola comunità di persone che testano, esprimono opinioni, e magari danno anche una mano alla scrittura del codice; sto vedendo come, per qualcuno un po' più smaliziato, la curiosità faccia da padrona anche riguardo tool e software che è risaputo che non hanno uno scopo pratico.
Già, perchè è questo il problema di Diaspora: il gigantesco hype che lo aveva etichettato come "l'anti facebook" lo ha portato ad essere sottovalutato in virtù del suo vero scopo: mostrare a tutti che è possibile fare sharing dei propri dati personali pur non affidando i propri contenuti ad una piattaforma e a mani esterne. Tutto il resto non conta, è pura fuffa, l'hanno detto anche gli sviluppatori: solo in questi giorni con l'apertura del server publico per la prima Alpha il social network ha aggiunto uno scopo alla sua todo list. Quello cioè di far testare e incentivare l'utilizzo di Diaspora per quanto riguarda la creazione di social network e, più in grande, la creazione di un grande meta-social-network dove l'architettura possa essere server-agnostic e gli utenti possano interagire, da una macchina all'altra, da un dominio all'altro.
È difficile, ma allo stato attuale è già possibile e quello portato avanti dagli sviluppatori di Diaspora è un concept straordinario: iniziato con Laconi.ca/Status.net, prosegue adesso con questo nuovo episodio in salsa Facebook. In ogni caso, utilizziamo questo mio articolo anche per dare via qualche invito, suvvia.
Dispongo di ben cinque inviti a Diaspora, che saranno inviati ai primi cinque commentatori che diranno "si lo voglio" :D
Forza, fatevi sotto, ed esplorando insieme questo nuovo social network contribuiamo al testing e a farne crescere la base del codice. Ovviamente per fare ciò, chiunque altro commenti al di fuori di quelle prime cinque persone, magari otterrà un invito da qualche magnanimo individuo che l'ha prima ottenuto da me :D