Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Terrore e tensione

Come in molti si sono accorti, e come ho postato su Twitter la sera di Lunedì, questo blog è stato irraggiungibile per tutta la serata e la mattinata, più o meno, del giorno dopo. Il problema? Oh beh, semplicemente, improvvisamente ogni pagina di Wordpress restituiva l'errore 404 del CMS. E, scoprendo ciò, la mia esclamazione è stata puntuale:

[blackbirdpie url="http://twitter.com/#!/dottorblaster/status/29666439396855809"]

A questo punto, mi sono messo a cercare cosa ne fosse la causa, e a quanto pare l'errore era molto simile (per non dire uguale) ad un altro errore causato da non si sa bene cosa, come ho letto su questo topic: fatto sta che, dopo essermi loggato in amministrazione e aver lanciato un repair di tutto il database mySQL, comunque continuava a non apparire una beata mazza; prima di convincermi che la corruzione del database era una falsa pista, ho aspettato fino al mattino dopo, quando disperato ho chiesto aiuto, e in tanti mi hanno consigliato su dove guardare per questa faccenda.

Alla fine il problema era l'htaccess che, modificato, richiamava un file malevolo ad ogni richiesta PHP. Resomi conto dell'intrusione, ho rinforzato un po' le protezioni sul mio Wordpress e ho riportato il file allo stato originale; tutto è tornato immediatamente al suo posto.

Morale della favola, quindi, prendetevi due minuti di pausa e andate a spulciarvi il vostro .htaccess avendo cura che non contenga, alla fine del file, una riga che richiama un file in /tmp.

Tutto è bene ciò che finisce bene. E spero che il burlone che si è divertito col mio .htaccess abbia le ragadi anali per tutto il resto della sua vita, perchè mi ha fatto prendere uno spavento assurdo.

L'Open Source, quando funziona, e quando no.

Il titolo può fuorviare. In realtà non sto scrivendo di ambiti in cui funziona la politica opensource, e altri in cui non funziona: ho avuto un'interessantissima discussione a proposito di questo col mio amico Antonio, su Facebook (chi dice che ci sono solo idioti?), e forse potrei riportarne gli esiti qui, tuttavia adesso, in questo post, voglio parlare di qualcos'altro. Qualcosa che mi preme, che ho visto succedere più volte, che affossa, molte volte, i progetti open.

Leggevo proprio l'altro giorno infatti il post di Emanuele, che consiglio a tutti, il quale illustra come nasce e come cresce un progetto open, le dinamiche che lo portano alla vittoria, al fallimento, allo stallo; ebbene, il carissimo Emanuele ad un tratto, verso la parte finale dell'articolo ha parlato di qualcosa a cui tengo veramente molto: l'essere poi realmente open. Questo non ha molto a che fare con la licenza, ovvero: ok, ovviamente devi licenziare il tuo progetto per essere realmente aperto, ma, quando le persone cominciano a modificare il tuo codice, devi essere in grado di apprezzare tali cambiamenti, ed un bravo sviluppatore (soprattutto un bravo project manager) ha la sobrietà e la lucidità di giudicare codice concorrente dall'alto, senza far scendere minimamente in campo l'orgoglio.

In molti purtroppo, hanno ridimensionato il fenomeno dell'opensource, non perchè non funzioni, ma perchè alcuni progetti molto spesso per una ripicca di qualcuno hanno subito ritardi, stalli, portando poi ad un nulla di fatto. È questo poi il motivo per cui GIMP è ancora fermo e non vengono rilasciate versioni stabili da eoni, così come accade per Compiz. Tutti progetti cari al buon telperion, che ne parla come un padre di un figlio che va male a scuola; ci espone di una fantastica patch per GIMP che ne modifica sensibilmente l'interfaccia grafica, portando in alto i controlli dello strumento che si sta utilizzando.

Proposta tale patch, quale risposta viene data? "No ma, noi abbiamo deciso così, guarda, è facile: fai un fork e applica il tuo cambiamento".

Ma siete scemi? L'ottica del forka o muori è morta da anni. Bisogna essere dei leader calibrati per saper condurre un progetto in totale apertura, e se non lo si è, preferisco accettare che mi venga chiuso il ciclo di sviluppo, piuttosto che vedere esclusi tutti i miei contributi. Ci sono un po' di progetti che, grazie a queste alzate d'ingegno, sono rimasti fermi anni anzichè portare la ventata d'innovazione che il loro manifesto prometteva: è ora di smetterla con quest'ottica dittatoriale del "si fa come dico io". No: si deve fare cos'è meglio per tutti. E cos'è meglio per tutti si vede, semplicemente usando il programma, provando le patch concorrenti. Potrebbe sembrare che il tutto rallenti, ma in realtà se si cominciano a scartare i contributi esterni, i tempi si faranno ancora più stretti. E col tempo l'apporto di codice al GIT del progetto calerà drammaticamente, perchè in un'ottica del genere, o sei pagato, o sei fortemente legato (in maniera sentimentale, dico) ad altri membri del progetto, oppure non ci stai, a fare la pecora.

L'opensource è anche fantasia, e chi non lo capisce merita che il proprio progetto affondi.

Mobile OS e durata della batteria: mh?

Troppe volte ho letto in giro che i pareri sulla durata della batteria degl smartphone sono discordanti. Un po' come quelli sui laptop. Questo articolo vuole quindi essere una bonaria provocazione, a chi non sa di informarsi, e a chi sa di non sproloquiare tanto per dire, perchè è inutile parlare di esperienza propria come univoca quando si tratta del fattore di autonomia di una macchina, dato che, diciamolo una volta per tutte, questo fattore è determinato ed è fortemente legato all'uso.

È infatti diffusa la tendenza a dire: "Ah ma questo PC fa tot ore", oh "fantastico, questo telefono va tranquillamente per due giorni"; no. Prendete tutti piuttosto l'abitudine di dire "Per come lo uso io, il device ha questo tempo di autonomia". Perchè è vero che grossomodo dato lo stesso amperaggio, si possono avere risultati non dissimili, ma è ovvio, per esempio, che un Android con sette homescreen attive piene di widget autorefreshanti e con seimila servizi in background, magari che fanno un uso pesantissimo della rete, avrà un'autonomia ridicola rispetto allo stesso terminale con molte più cose disattivate e soprattutto meno widget da refreshare.

Il ghiribizzo di scrivere questa piccola avvertenza mi è venuto leggendo soprattutto alcune dicerie sul fatto che la batteria di un Nexus S duri meno di quella di un iPhone 4. Ridicolo: è ovvio che, data la potenza della batteria simile, e dato l'hardware, è normale che durerà meno la batteria alla quale si attinge in maniera maggiore; io stesso ho visto crollare iPhone 4 e 3Gs di fronte al mio Desire per il solo fatto di avere molte più porcate in background di quante non ne avessi io, tuttavia non vado a sbandierare nulla in faccia a nessuno.

Ordunque, risparmiare batteria è un compito difficile, e chi si deve arrendere, si arrenda: esattamente come una compilazione di GNOME Shell da GIT può massacrare la carica del nostro laptop, anche in Android questo avviene. E come sempre, è inutile dare consigli scemi come installare un task manager che poi si rivela essere solo un ciucciacarica in più. Basta fare un uso decente del proprio telefono/computer, e, soprattutto, minimizzare quelli che sono i servizi che hanno accesso alla rete mentre non state usando il dispositivo.

L'assistenza gratis, una piaga che ci affligge

Stasera navigando navigando, sono approdato su questo post del buon Gian Piero, che descrive minuziosamente in dieci punti le conseguenze dello snaturato gesto di prestare la propria assistenza a titolo gratuito agli amici e ai parenti. Spesse volte incompresi e derisi, peraltro.

Ecco, bene, io volevo aggiungere qualcosa in merito, perchè ho di recente, da qualche mese, messo a punto un sistema che non solo non mi ha tolto di torno amici e parenti, ma ha permesso al mio portafogli di levar via un po' di ragnatele, ovviamente non perchè io mi sia arricchito, ma semplicemente perchè alle persone non da fastidio quello che faccio. Adesso, facciamo conto che qualcuno dei miei amici mi chiami per qualche problema, e io come al solito coi miei brillanti metodi lo risolva in qualche minuto. Non esito tuttavia a fingere un leggerissimo fastidio, anzichè fare il servo, anzi, se la cosa si fa più difficile del previsto mi esibisco in una bella pensata ad alta voce con qualche impropero nei confronti della macchina, e anche uno o due nei confronti dell'amico, cosicchè lui non possa reputarmi in qualche maniera colpevole del danno. Chè io il tuo PC lo aggiusto, ma mica ci metto più le mani.

Una volta risolto tutto, date retta a uno scemo: fatevi offrire, non un caffè, ma qualcosa di più concreto, come una pizza. Siate leggerissimamente sfacciati, così ci guadagnerete sicuramente agli occhi dell'amico, perchè il subconscio metabolizza meglio qualcuno che fa qualcosa in cambio di qualcos'altro, e costui, memore della piccola sortita verso il suo portafoglio che avete effettuato, ci penserà un attimo prima di chiamarvi. Chè magari poi non sarà sufficiente a farlo sparire, ma sarà sicuramente abbastanza da fargli pensare: "Ehi aspetta, posso evitare di spendere tre euro per questo?"

Così, forse, riattaccherà la spina prima di accendere il computer.

LG Optimus One: una recensione per voi

Prima delle vacanze natalizie, sono stato scelto da LG come recensore della loro ultima creaturina "entry-level": LG Optimus One. Ovviamente prima di questa recensione ho parlato con molte persone, ho fatto tastare il telefono a tanta gente, e soprattutto ho anche raccontato qualcosa su Androidiani e su Twitter; questa recensione quindi, sarà un po' una somma di quanto ho fatto e provato su questo bel dispositivo.

Appena arrivato il pacco, ho montato il tutto e l'ho avviato: per prima cosa ho avuto un'impressione positiva riguardo i tempi d'avvio e lo splash screen composto di LG che ha fatto subito spazio alla scritta "Android" presente di default. Niente strani bootscreen quindi, come è orrida abitudine di tante case produttrici.

Eccolo qua, l'oggetto. Carino eh?

Prima amoVe poi oVVoVe

Dopo l'avvio ho potuto invece ridimensionare il mio entusiasmo, non riguardo i materiali, di cui scriverò in seguito, ma a proposito del sistema operativo. È vero infatti che la versione di Android che c'è nell'Optimus One è la 2.2 (Froyo) senza particolari modifiche da parte di LG, ma la casa produttrice, dove ha messo le mani, ha fatto danni. Parlo infatti del launcher, un abominio estetico e in quanto a funzionalità, soprattutto se paragonato a LauncherPro che ho installato successivamente, e della tastiera LG per Android, che non aggiunge quasi nulla rispetto a quella di default, anzi, quando possibile la peggiora con una ancora minore spaziatura tra i tasti che, al primo impatto, crea una notevole frustrazione nella disperata ricerca di azzeccare i tasti giusti. Ovviamente nessun problema con la tastiera standard. :P

Ma, orsù, le plastiche: pur nella sua economicità, il telefono è comunque in grado di resistere a parecchie tipologie di urto, e anche se piuttosto rigide le plastiche sono comunque eccellenti: al tatto il telefono non scivola, resta in mano piacevolmente, e anche il monitor si lascia utilizzare benissimo e leggere con tranquillità, permettendo, per persone un po' più ostinate, anche magari la lettura di un ebook o di un lungo PDF senza stancare a morte l'occhio.

Si presenta bene

Per la cifra che costa, ossia circa 230 euro, l'Optimus One è veramente un terminale Android molto carino, sia riguardo i materiali, come ho già scritto, sia perchè permette comunque con una cifra modica di entrare in possesso di un dispositivo che, si, ha la 2.2 installata, ma soprattutto è uno di quei terminali che si configurano come community-friendly, e che hanno già parecchi hacker all'opera. Si vocifera infatti che Cyanogen sia al lavoro per portare la sua ROM anche su questo dispositivo, mentre molti altri membri della comunità hanno già sfornato parecchie ROM, funzionanti e non, per questo telefono che, nei suoi primi giorni di vita, ha venduto oltre un milione di pezzi. Cose da non credere ;)

L'esperienza utente è stata ottima: l'ho connesso al wifi casalingo in pochi secondi, ed ha preso subito un IP, segno dell'ottima qualità delle antenne, oltretutto ha tenuto il segnale 3G per molto anche dove altri telefoni andavano immediatamente in 2G; altra cosa molto positiva è stata la durata della batteria: con una risoluzione dello schermo leggermente inferiore a quella dei telefoni di fascia alta infatti, il telefono se l'è cavata egregiamente superando la prova delle 12 ore. Non stressato, arriva tranquillamente a più della normale fine della giornata.

Ma quindi, me lo consigli?

Non esageriamo :D

In realtà si, se si vuole spendere una cifra modica e avere un telefono su cui la comunità smanetta, molto accessibile a livello di hacking, senza quindi bootloader lockati o altre carinerie che i produttori amano riservare a chi compra i loro telefoni, e ovviamente assolutamente inutili dato che tali cosine vengono sempre amorevolmente trivellate dalla comunità; il vero neo del telefono, secondo me, è il display. Non che costituisca un fastidioso inconveniente, ma la bassa risoluzione del monitor del telefono a volte rende meno agevole la lettura di testi lunghi: sul mio Desire, facendo un confronto fortemente impari, leggo tranquillamente moltissimi ebook, tuttavia sull'Optimus One sono riscontrabili difficoltà maggiori approcciando questo tipo di funzionalità, proprio a causa di un monitor che consente una minor nitidezza dei font, e quindi una maggior grana.

Il rapporto qualità/prezzo in ogni caso è mostruosamente alto, dato che comunque per poco più di duecento euro ci si porta a casa Android 2.2, al pieno delle sue funzionalità, una fotocamera dignitosa, e un display che, seppur costituito di materiali non pregiati, presenta comunque un'ottima ricettività, e riserva una sensazione di solidità abbastanza appagante. Non è vetro, certo, ma è comunque un ottimo compromesso.

Per chi non vuole spendere molto, e avere un primo accesso al mondo Android per una prova o magari qualcosa di più, questo dispositivo ha tutte le carte in regola per essere ciò che si cerca; diverso è il discorso se una persona viene da telefoni maggiormente carrozzati, e commette l'errore di confrontare questo prodotto con smartphone di fascia irrimediabilmente superiore: sicuramente, in questo ambito di prezzo, non c'è di meglio per chiunque voglia entrare nell'universo di Android, soprattutto se si sa bene cosa si compra.

Mi è capitato infatti di vedere ultimamente delle persone passare da un iPhone 4 ad uno smartphone Android di fascia medio/bassa, e poi lamentare pecche tutte legate al tipo di dispositivo scelto, come la bassa risoluzione, la fotocamera non eccelsa, un processore con frequenza non proprio alta. Beh, ovviamente chi è causa del suo mal pianga sè stesso: Android non è un mondo per tirchi, ma per chi sa bilanciare in modo corretto la propria spesa rispetto alle proprie esigenze.

E di esigenze, questo Optimus One di LG, ne soddisfa a iosa.

Root & co.

Come ho detto, l'Optimus One si presta bene anche come smanettofono.

(Qui inizia la parte supernerd della recensione, siete avvisati)

Non ho ancora avuto notizie a proposito della procedura per ottenere un telefono S-OFF, ossia con possibilità di montare in scrittura /system e altro ancora, tuttavia tramite l'ottimo z4root, in pochi minuti e senza rischi si ottiene un telefono con root pienamente funzionante: bastano pochi minuti aggiuntivi, e, per ora solo tramite adb, si può avere una recovery image customizzata con la possibilità di flashare zip, partizionare la SD, e molto altro.

SD peraltro inclusa nella confezione, da 1Gb. :D (in realtà mi riferisce Francesco nei commenti che la SD in dotazione è da 2Gb, e a me LG l'ha data sottodimensionata :P)

Per cambiare launcher invece, cosa molto più a portata di umano, basta installarne uno alternativo e impostarlo come predefinito. Stessa cosa per la tastiera, anche se a me piace molto la predefinita di Android (e non quella schifezza messa su da LG), quindi mi è bastato disabilitare la LG Keyboard nelle impostazioni.

Conclusioni

Una volta reso più "vanilla", ossia eliminate le personalizzazioni oscene a launcher e tastiera fatte da LG, Android su questo dispositivo si lascia utilizzare comodamente, servendo la maggior parte delle esigenze con reattività; il processore a 600MHz non soffre molto anche se stressato dall'installazione di molteplici applicazioni, e la ROM di LG non mostra particolari rallentamenti in nessun caso.

In molte occasioni un Androide si dimostra un compagno di viaggio indispensabile, e questo telefono non ha fatto eccezione: la maneggevolezza e la bontà dei materiali presente anche in un dispositivo dal costo piuttosto contenuto, risultano due caratteristiche vincenti. Il peso non è risultato affatto eccessivo, e tutto l'hardware ha funzionato alla perfezione durante i test.

Detto tutto ciò, il mio consiglio è: se volete un arnese di ultima generazione, che riesca a far girare ogni applicazione al meglio, e tutte le release di Android che verranno rilasciate da Google nei prossimi anni, magari non prendete un Optimus One per poi pentirvi dell'hardware. L'avete pagato meno della metà di un Nexus S, rammentatelo. Quindi decidete bene cosa volete fare, e soprattutto cosa volete. Cosa desiderate dal vostro dispositivo. Ovviamente non potete aspettarvi di giocare ad Asphalt su un device del genere, ma se avete bisogno di un telefono Android dal prezzo contenuto (e conseguenti caratteristiche) anche solo per togliervi una voglia, e magari lavorare al meglio, allora questo è il prodotto che fa per voi.

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