Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Una generazione di programmatori rovinati

Sono rimasto impressionato da come Jon Evans nel suo post su TechCrunch sia stato capace di colpire dritta al bersaglio la causa di uno dei mali più grandi quando ci si trova nell'ambito dello sviluppo aziendale, non importa se open o meno. La lentezza/incapacità di un programmatore infatti, di un membro della squadra, può essere il tallone d'Achille di molti, dell'intero team di sviluppo, e, se l'azienda si trova ancora in fase di startup, una cosa del genere può voler dire bancarotta nel giro di un tempo sorprendentemente breve.

Microsoft ci ha rovinati? Certamente, ma anche tutte le aziende che volevano essere come il gigante imperatore senza cuore della Silicon Valley; Google, divenendo leader dopo la "dipartita" del colosso Microsoft, ha adottato un approccio del tutto simile, e come dice Jon si è accorta adesso che le cose non vanno. D'altra parte però non fa nulla per risolvere fattivamente il problema, almeno nell'immediato; certo, smettere di fare domande imbarazzanti e inutili duranti i colloqui è un inizio, ma bisogna fare qualcosa di ancora più concreto.

Ad esempio? Ad esempio infliggere punizioni corporali a quei sedicenti professori di Informatica che per insegnarti a programmare usano Visual Basic, col risultato che un mio compagno di facoltà ha dovuto ridare l'esame di Fondamenti di Informatica più volte, e sbattere la testa sul manuale di C++ molto più di altri che non avevano ricevuto quel tipo di "trattamento". Eh si, a parte il problema individuato da Evans nell'algoritmo di scelta dei candidati (e degli assunti), comunque rimane il fatto che siamo al cospetto di una generazione di programmatori rovinata da quello che era il mito dell'alto livello usato per l'apprendimento delle basi; in ambito aziendale poi, infatti, il risultato è quello di essere lenti, non produttivi, non saper programmare.

Dio solo sa quanto sono grato di non aver chiesto a nessuno di insegnarmi a programmare fino ad ora.

Il giornalismo, quello vero

Lavorando con Matteo ho imparato veramente tante cose. Ho imparato però soprattutto da altri contesti che ci sono grandi firme, qui in Italia, che si rifiutano di accettare il digitale; è una cosa per me inconcepibile, perchè è come se uno scriba di Hammurabi venisse da me mentre leggo Repubblica a dirmi che l'argilla era migliore. Comunque, codeste persone mi fanno rabbia perchè rifiutano a priori l'informatica, il computer e la digitalizzazione dello scritto e della persona.

Ci sono, al contrario, individui che meritano tutto il rispetto e la stima del mondo: parlo di Noam Chomsky, che, alla veneranda età di ben ottantatrè anni scrive regolarmente parecchi post su vari blog e magazine di diversa estrazione, esprimendo la sua opinione, confrontandosi, magari un po' più distaccato di come sarebbe un vero blogger, ma solo (IMHO) per questioni di tempo, non perchè non possa fargli piacere. È inutile, il media tradizionale è agli sgoccioli del suo ciclo di vita, e mentre qui in Italia le firme "anziane" continuano a scrivere su carta, gente come Chomsky se li mangia tutti a colazione.

Perchè parlo di questo? Beh, ho letto questo interessante post, proprio di Noam, sulla morte di Osama Bin Laden. Magari dategli una letta anche voi, è piuttosto interessante ;)

Arch Linux e i nuovi initscripts

Proprio ieri sera mi trovavo a scrivere di Arch Linux e di quanto il mio rapporto con questa distribuzione sia quanto di più carnale possa esservi; appena dopo aver scritto profusamente di consigli e letture interessanti su come approcciarsi a questo mondo particolarmente interessante, ho buttato un occhio nel mio feed reader, e ho trovato la notizia dell'aggiornamento di initscripts, ossia il pacchetto che contiene gli script per l'avvio dei demoni e della macchina.

Questa release porta notevoli cambiamenti (miglioramenti?) per quanto riguarda la struttura della distro; se infatti prima si dovevano eseguire a mano i vari script in /etc/rc.d/ relativi ai demoni per le azioni di start|stop|restart o altre varie ed eventuali, adesso tramite l'applicazione rc, appunto, residente in /sbin, possiamo listare, far partire e stoppare i vari servizi in maniera molto più comoda ed elastica.

Questo proprio per tornare a bomba su quello che ho scritto in coda al mio ultimo post: chi ha detto che la consolle dev'essere un luogo scomodo e freddo? ;)

E dunque gli sviluppatori ci hanno donato questa piccola perla, che ci permette di amministrare il nostro sistema con maggiore scioltezza, con uno stampo tipicamente improntato alla facilità di controllo dal lato prettamente sistemistico, come se dell'approccio BSD-like in Arch non ce ne fosse abbastanza (cosa che ovviamente a me non dispiace affatto).

Go go go!

Arch Linux - come iniziare

Ieri ho sparso per la rete i miei pensieri mentre aggiornavo la bellissima Arch che uso come workstation, da poco migrata a KDE, ed ho ricevuto qualche feedback su Twitter, in particolare dal carissimo Aldo che ormai, con gli ultimi episodi riguardanti GNOME 3 e Ubuntu, sta diventando una sorta di compagno di karma al quale mi affeziono.

Ebbene, mi è stato chiesto un po' di Arch, e da manutentore di quasi cinquanta pacchetti sull'ArchLinux User Repository ritengo di potermi considerare una persona affidabile per dare consigli su tale distribuzione.

I miei consigli su come approcciare questa fantamitica (LOL) distribuzione sono di due tipologie: bibliografici e personali. Non si può infatti entrare nel mondo di Arch senza conoscerne le risorse più importanti, i pregi e i difetti, elencati da altri nella documentazione ufficiale che, posso garantirlo, è scritta in maniera assolutamente imparziale.

Letture

Le letture che consiglio provengono tutte da quello stupendo mare di pagine che è l'ArchWiki. Nessun utente Arch può sopravvivere senza l'ArchWiki al suo fianco, è un po' come la Guida Galattica per Autostoppisti del bravo arciere, se non del mondo Linux in generale: a parte  alcune istruzioni non distro-agnostiche infatti quasi tutta la documentazione di Arch Linux va in realtà bene per qualsiasi sistema. Unite questo fatto alla quantità di documentazione presente, ed avrete una risorsa finale da avere sempre al vostro fianco ;)

Ma orsù, le pagine consigliate:

  1. Arch Linux: Descrizione della distro e dei suoi principi. Vi da un'idea generale del tutto.
  2. The Arch Way: Descrizione della "Arch Way", ossia quella maniera di fare le cose tipica di Arch e progetti derivati.
  3. Comparazione tra Arch e altre distro: Lettura veloce :D
  4. Beginner's Guide: Una sorta di Manuale delle Giovani Marmotte per aspiranti archers. Mi consideri un guru? Ho studiato prima di tutto su questo manuale. Un sacco di cose che so vengono da questa guida.
  5. Pacman: Il package manager di Arch Linux. Usi e costumi di questo fantastico software ;)

Moniti e consigli

Ecco la parte personale. In realtà con le letture sopra elencate vi sarete fatti un'idea, ma io voglio ribadire alcuni principi. Innanzi tutto, non usate e non consigliate Arch se non siete molto nerd/wannabe nerd, o comunque utenti abbastanza esperti; c'è un motivo per cui l'installazione e tutto il sistema partono dalla sola riga di comando, che è quello di permettere all'utente di costruire da sè il proprio sistema, senza ricorrere a settaggi predefiniti. Se siete utenti piuttosto pigri, e volete un sistema che semplicemente funzioni, Arch Linux non è la distro che fa per voi; l'arciere è un maniaco della personalizzazione, uno che va a ravanare in fondo alle cose. Esistono triliardi di distro, Ubuntu in cima a tutte, che forniscono da subito un ambiente funzionale. Tuttavia, non è costruito esattamente sulle vostre esigenze, ma su un collage di vari stereotipi di utente; a volte personalizzare un ambiente troppo fornito può essere più difficile che costruirsene uno da soli. È lì che arrivano distro come Arch: dar la possibilità a chiunque di poter "mettere insieme i pezzi" è qualcosa di sacrosanto, e l'obiettivo del progetto è quello di fornire all'utente tutti gli strumenti base, come una sorta di coltellino svizzero, per mettere in piedi la propria infrastruttura diversa da ogni altra. Il pezzo principale è Pacman, ma ovviamente ogni coltellino può essere "pimpato" con strumenti extra, alias, e cose del genere, per rendere il lavoro assolutamente più comodo. Chi ha detto che la consolle dev'essere triste e smorta? Meglio renderla più confortevole no? ;)

No more privacy

È inutile, quando dico che la privacy è un qualcosa che non esiste più, ho ragione. O meglio, ci sono vari modi per proteggere la propria identità in rete e non, però bisogna essere dei bravi utenti; non tutti lo siamo, e non tutte le organizzazioni ci vengono incontro per tutelare le nostre ragioni.

Oggi ho ricevuto una mail, mentre ero all'aeroporto di Malpensa e aspettavo placidamente il mio imbarco; mi sono imbestialito non poco, e tutti in sala hanno potuto leggere il disappunto sul mio volto. Perchè? Beh, guardate voi stessi:

[Ovviamente la mail l'ho letta dall'androide <3]

Una mail con mille destinatari, tutti in chiaro! Il massimo della privacy no? Bel modo di sputtanare, magari, un indirizzo di posta che fino ad ora era stato preservato indenne da tutto questo. Ovviamente non parlo per me, dato che il filtro antispam di GMail mi intercetta di tutto, dal Cialis alle finanziarie con sede alle Cayman :D

Comunque, carissimi del CodeMotion, se siete stati voi a fare questa cosa, o comunque a vendere i miei (e di molti altri) dati a certi ciarlatani, vi auguro una notte di diarrea, perchè questo episodio trasuda mancanza di professionalità da tutti i bit.

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