29 Jul 2011
Vediamo. Da un po' di settimane, ormai, è stata rilasciata questa nuova spettacolosissima versione dell'Android Market, che apporta modifiche pesanti sia all'interfaccia, come risulta sin da subito, sia, come è meno visibile, a tutta una serie di algoritmi sottostanti per il download e la gestione delle applicazioni. Avendo usato un po' tutta questa robaccia sin da subito, dato che da buon curiosone ho immediatamente sostituito il "vecchio" Market con l'ultimo, posso dire di essermi fatto un'opinione su questa release e sul suo primo update, ovviamente correttivo di alcune delle lacune che andrò a descrivere.
La nuova interfaccia
Tutto ciò ha portato una polemica molto grande. La nuova interfaccia dell'Android Market infatti si palesa con una nuova schermata per le app "pubblicizzate" che a molti ha ricordato, per via sul suo stile un po' a blocchi, Windows Phone 7. In realtà dopo due minuti di uso approfondito ci si accorge che lo stile grafico forse un po' Metro-style (got the point) viene abbandonato nelle altre tab, le quali godono di un design pulito, funzionale, e introducono delle belle cosette fondamentali di cui sentivamo molto la mancanza, come tutte quelle fantastiche sciccherie fattibili attraverso il sistema di rating e che Google ha tardato ad implementare per mancanza di tempo, mancanza di voglia, o semplicemente la necessità di portare a tutti un sistema funzionante piuttosto che sprecarsi in queste - diciamolo - scemenze di secondo piano.
Ora però che abbiamo il re dei sistemi mobile tra le nostre mani, era necessario adottare un marketplace più maturo, ed eccoci qua. Interfaccia rinnovata, molto bella sia nel suo comparto a blocchetti per le "featured apps" che nel suo layout più tradizionale a lista di coppie. Il problema è che tutto ciò, incredibilmente, si è riflesso in una scattosità del tutto: il Market nella sua ultima release è diventato elefantiaco in quanto a prestazioni grafiche, cosa inaccettabile, e anche se con l'ultimo update le cose sono migliorate sensibilmente, comunque lo scrolling è poco fluido, e l'interfaccia molto poco reattiva.
Il substrato
Insieme all'interfaccia grafica, è cambiato anche il modo di gestire le applicazioni nell'Android Market. Per carità, non mi riferisco ai link sulla memoria fisica, i quali sono rimasti invariati, bensì agli algoritmi utilizzati per l'installazione parallela di più applicazioni: se infatti prima le applicazioni venivano scaricate ed installate in parallelo, sforzando parecchio la CPU e producendo anche più di un errore, il nuovo gestore di download e installazioni procede in una finestra di due applicazioni installate in contemporanea, e anzi è maggiormente restrittivo, nel senso che mentre un'app viene installata la successiva viene scaricata. Non vengono quindi mandati in esecuzione due processi di installazione (e di download, anche) simultanei, per favorire l'assenza di errori durante il processo di aggiornamento.
Purtroppo l'aggiornamento andato a buon fine non è qualcosa che il nuovo Market contempla :D
Con questo intendo dire che nonostante la bontà dei nuovi algoritmi, il marketplace risulta ancora in uno stato embrionale: una volta aggiornata una specifica applicazione, questa risulta ancora in download. E l'ultimo update non ha corretto questo fastidioso comportamento. Bisogna quindi (lo suggerisco) fare riferimento al sistema di notifiche il quale ci dice correttamente cosa sta succedendo.
Conclusioni
Che dire quindi? Tutto ciò mi stuzzica. Mi aspetto che mentre Google lavora al sistema operativo rimedi a un po' di questi bachi che sinceramente sono molto fastidiosi, dato che comunque in fase di gestione del software installato non mi fanno avere le idee molto chiare su cosa ha finito di scaricare, cosa no, eccetera eccetera. Inoltre, purtroppo, se questo aggiornamento per l'interfaccia dell'Android Market poteva essere una cosa decisamente buona, giusta e benvenuta, comunque l'interfaccia grafica così poco snella mi fa rabbrividire, e se penso che posseggo un Desire (1GHz di CPU), tremo al pensiero di come può viaggiare un'applicazione del genere su dispositivi con una CPU un po' più ristretta.
28 Jul 2011
Che poi, pensavo, in uno dei miei deliri, che effettivamente il fatto che una macchina si pianti è un episodio abbastanza comune, specialmente con sistemi che gestiscono i problemi alla solita vecchia maniera, e cioè con un freeze totale delle risorse.
Ma allora, perchè diavolo invece di inventare combinazioni palesemente per le emergenze, i produttori non hanno introdotto, o meglio il form factor comune delle tastiere non è stato modificato per inserire un centoseiesimo tasto che svolga la funzione di CTRL-ALT-CANC, anche solo quella? Tanto, sono sicuro che sarebbe consumato quasi quanto la mia "a", che già non si vede più.
22 Jul 2011
Mi scuso se non mi sono fatto sentire per parecchio, ma ho avuto un sacco da fare nell'ultimo periodo e non ho trovato proprio tempo per aggiornare questo angolino di miei rantoli personali.
Insomma, come abbiamo scritto stamattina tra mille peripezie in redazione, è arrivato Linux 3.0; ce ne parla come al solito KernelNewbies, rendendoci il changelog più a portata di umano, e personalmente penso che comunque tutto ciò sia bene e sia un evento epocale, anche perchè stiamo assistendo a tutta una rivoluzione nel sistema di release del kernel.
Poi, postilla a parte, continua a venirmi in mente che "Succederà quando sarà rilasciato Linux 3" era un intercalare molto usato una persona a me molto cara, che purtroppo non è più fra noi anche se ci guarda dal paradiso degli hacker.
Ancora una nota: questo post l'ho scritto con la nuova modalità distractionless di WordPress. Una figata immensa, posso dirvelo.
17 Jun 2011
Nonostante il mio tormentatissimo switch a KDE sulla workstation di casa, tengo comunque d'occhio tutto il panorama; alla stregua di Sauron Signore del Male vedo e osservo tutto ciò che lambisce l'orbita del mio occhio e, pur essendo già da prima consapevole di come potesse essere migliorata GNOME Shell con l'uso savio di qualche estensione, l'ultimo post di telperion mi ha colpito particolarmente.
Se infatti in precedenza potevo essere titubante, adesso che il mio amico eterno scontento si dice addirittura soddisfatto non posso che stupirmi e prendere per buono tutto ciò che venga dalla sua "penna"; quindi, ho deciso di fare qualche esperimento, per ora sul netbook perchè mi riservo di migrare la workstation solo una volta convinto, ma mi sa che continuando di questo passo GNOME tornerà a regnare sovrano sulle mie macchine.
Devo dire che, infatti, durante le prime ore di utilizzo, l'unica cosa che mi è sembrata necessitare di miglioramenti veramente estremi è stata la gestione delle applicazioni, non tanto in quanto finestre aperte, le quali con DockX vengono comunque gestite molto bene, quanto all'apertura dei task. il launcher delle applicazioni di GNOME Shell infatti è ridicolmente pesante rispetto a tutto il resto, e si distingue tra i componenti del desktop per presenza di lag e confusione generale; un buon metodo per ovviare a tutto ciò è installare un'estensione che riporta al suo posto il menù Applicazioni, vecchio stile; purtroppo ho potuto appurare che l'estensione esistente per un menù del genere si avvale di metodi di theming di GNOME Shell, e ne viene fuori qualcosa di piuttosto pachidermico, ugualmente.
Ce ne faremo una ragione. Per ora la configurazione è: netbook con GNOME Shell (XFCE non l'ho trovato caruccio, KDE è pesante), workstation fissa ancora con KDE. Il tutto ovviamente sempre Arch Linux powered: ormai mi sono affezionato, e installo Arch anche sui tostapane. Il dominio Debian rimane, ovviamente, sui miei serverozzi. Nota a margine, la Ubuntu sul laptop di mia sorella, che è tanto contenta e dice che Linux le piace e lo consiglia pure alle amiche.
14 Jun 2011
Prima di tutto, nonostante il titolo, occorre una precisazione: pur parlando di un dispositivo Android specifico, nel post farò considerazioni di ordine generale su quello che è Android e sulle strategie commerciali che alcuni produttori hanno adottato in passato, e che non adotteranno più fortunatamente, grazie agli accordi presi con Google e spiegati durante l'ultimo keynote. È bene comunque narrare le cose come stanno, così, tanto per giocare tutti a carte scoperte e far capire al "popolo" ogni particolare di questa interessante vicenda.
La grande storia del Desire
Ok, è qualcosa che abbiamo vissuto in tanti. Fino ad oggi, HTC ci ha sempre tenuti nella bambagia, coccolati come pochi, aggiornando l'intera famiglia Desire (normale, Z, HD, S) con tante ROM una migliore dell'altra, anche se con qualche scricchiolio, portando il dispositivo attraverso il ciclo di release di Eclair (2.1) e Froyo (2.2). Con l'arrivo di Gingerbread, l'impeto nel cuore, HTC ha annunciato:
Porteremo Gingerbread su tutta la famiglia Desire! Vi godrete tutti il nuovo aggiornamento! Gli altri sucano, noi siamo i più megly!
Peccato che Desire HD e Z abbiano visto l'aggiornamento, l'S montasse già dall'inizio Android 2.3, e il Desire non abbia visto un upgrade che non fosse il solito tarball brutto e puzzoloso di Froyo con quattro patch "migliorative" in croce. Io ovviamente non uso HTC Sense, ma ho installato CyanogenMod sul mio terminale appena ho potuto, facendo poi un periodo con Oxygen e altre ROM sempre rigorosamente compilate dal ramo AOSP, ossia Android com'è con qualche patch e basta, senza interfacce ridicole di terze parti, tuttavia sono solidale con chi è utente di ROM cucinate/originali Sense, perchè tra le brutture interfacce personalizzate che i produttori sono stati capaci di tirar fuori per brandizzare i loro prodotti, comunque Sense rappresenta un punto di svolta, un'aggiunta non solo estetica ma anche in quanto a funzionalità aggiuntive, quindi anche se a me non piace ha un suo effettivo perchè.
Insomma, ci hanno portato tempestivamente ma non troppo ogni update, poi questa promessa elettorale che come ogni annuncio HTC faceva ben sperare... e invece... si è risolto tutto in un nulla di fatto.
La caduta
Se finora le cose erano andate bene, e da un lato HTC aveva fornito dei buoni aggiornamenti ufficiali non perseguendo chi ha gentilmente consentito l'apertura del bootloader del Desire attraverso metodi un po', ehm, illeciti, nonchè fornito recovery e ROM cucinate di fattura eccelsa, quest'oggi (mentre scrivo il post è oggi, poi non so quando verrà pubblicato) la situazione è cambiata un po', incrinando quell'ago che manteneva la bilancia del Desire e di HTC perfettamente equilibrata, soprattutto dopo l'annuncio secondo il quale non saranno più venduti terminali HTC con bootloader bloccato (anzi, Incredible S ha già ottenuto un update che sblocca il bootloader, divertitevi!).
È stato infatti detto che il Desire ha poca memoria RAM, la quale non consente che Android 2.3, soprattutto con la nuova Sense, giri senza intaccare in negativo l'esperienza utente. Ora, io non sono ovviamente nessuno per sindacare questa decisione di HTC, ma mi permetto da umile utente di fare alcune puntualizzazioni: HTC Wildfire S, con la metà della RAM, fa girare perfettamente la nuova Sense, pur con varie mancanze che possono essere benissimo trascurate durante l'analisi, perchè sono rognette che occupano un megabyte o due di RAM, e nemmeno sempre, quindi... beh le mie considerazioni erano queste.
E INVECE NO!
Credevate che vi lasciassi a bocca asciutta? Beh io non sono un utente e basta, sono anche un maledetto Android ROM chef e developer quindi, corpo di mille balene, che mi venga un colpo se quelli di HTC stavolta non l'hanno sparata davvero grossa. Se infatti da un lato abbiamo un diavoletto (non quello di BSD che mi sta simpatico) che ci urla che abbiamo troppa poca RAM, allora mi viene da chiedermi come mai, nell'ordine, dalla comunità XDA il Desire che ormai è un hackphone con i controattributi abbia ricevuto già:
- Gingerbread in varie forme, da quella più AOSP a quella più sciabordante di grassi idrogenati
- Almeno due spin di MIUI basata su Android 2.3
- Gingerbread + Sense tradizionale
- Gingerbread + Sense 2.1
- Gingerbread + Sense ibrida 2.1/3.0
- Gingerbread + Sense 3.0, ROM port da HTC Sensation.
Questa palla gli ingegneri HTC potevano veramente risparmiarsela, sinceramente avrei preferito che se ne fossero usciti con un più onesto: "Vogliamo spellarvi e farvi comprare un telefono nuovo, ecco tutto". Io invece, come mi ha detto più volte Lapo Calamandrei nella lunga chiacchierata che ci siamo fatti all'Ubuntu-it Meeting, non tollero che mi vengano giustificate operazioni di puro marketing con le cazzate tecniche.
Ho provato all'incirca la metà delle ROM elencate sopra, sia sul mio Desire che su Desire di amici, e girano veramente in maniera liscia, per non parlare poi del fatto che alcune di quelle ROM sono state portate su Nexus One il quale, ahinoi, ha una ventina di megabyte di RAM in meno. Quindi, signori di HTC, invece di inventare scuse astruse per non fornire aggiornamenti ufficiali e costringere chi non vuole modificare il proprio dispositivo a cambiare telefono rivolgersi ad altri produttori, potreste fare delle belle cose, anche senza fornire aggiornamenti tanto ormai la frittata l'avete fatta.
Cosa può fare HTC, adesso.
Puppare! :D
Scherzi a parte, HTC adesso può comportarsi da azienda onesta e revocare ciò che è stato detto con una supercazzola megagalattica, che noi tutti ci sorbiremo per buona pace dell'azienda, altrimenti può continuare nella via della perdizione, e fare comunque ammenda per i propri peccati. Come? Ma ovviamente accettando in assistenza telefoni rootati e customizzati come fa già LG; come se non bastasse, magari potrebbe essere d'aiuto un tool ufficiale per fare S-OFF sul bootloader del Desire che allo stato attuale non è sbloccabile in modi proprio tradizionali, ma bisogna usare una serie di script e pregare poi ogni divinità benigna, maligna, non importa lo schieramento. Insomma, offrirsi di aiutare quantomeno la comunità con qualche script un po' più affidabile, e magari consigliare una delle ottime ROM Sense in giro, dato che comunque quella è gente che lavora gratis per loro.