Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Incontri ravvicinati con un UltraSPARC

Sono giorni di lavoro, lavoro e ancora lavoro, tuttavia tra una cosa e l'altra abbiamo trovato il tempo di aprire anche il LUG dell'Università Tor Vergata. All'interno della nostra alcova nerd da qualche giorno si trova un nuovo piccolo gioiello recuperato da uno scantinato, un bel Sun SPARC Ultra5, con sopra una Gentoo parecchio vecchia e un po' malmessa; la mia iniziativa è stata quella di scaricare varie ISO di Debian per SPARC e provare a farci qualcosa.

C'è un problema però: a quanto pare il DVD che abbiamo masterizzato non risulta bootabile (e si, in caso ve lo steste chiedendo, la workstation *è dotata* di lettore DVD). OpenBoot di Sun dice che non gli piace, che è peggio dei broccoli, e che, soprattutto, non risulta un file eseguibile; mi sto addentrando nel mistero. Spero che si risolva tutto con una nuova masterizzazione fatta da me a casa, anche se mi sa che dovremo ricorrere a soluzioni più arcane come il boot via rete, o il boot da floppy.

ok boot cdrom

L'esperienza social prima e dopo il "contatto"

Negli ultimi giorni mi sono fermato a pensare ad alcuni aspetti di quella che è la social life, in particolare italiana, ma anche del resto del mondo, anche se non ho dati sufficienti sul resto del mondo. Assumendo per ipotesi però che tutto il mondo è paese possiamo estendere questi miei piccoli pensieri dalla nazione italica (n) al mondo (n+1). Quello che ho ideato è ovviamente come al solito malsano e nocivo per le vostre menti, quindi onde evitare di prendermi davvero sul serio, sappiate che è tutto frutto di del cazzeggio, mica di cose vere e di studi effettuati a tavolino. La mia esperienza, nient'altro.

Partiamo con un esempio: molto tempo fa, secoli, anni, eoni, ere, antani, ho conosciuto Piplos, su questo bel forum, e abbiamo cominciato a parlare così tanto, ma così tanto, ma veramente in una quantità così inusitata che è successo che poi col tempo siamo anche diventati - colpo di scena - amici. E da amici poi abbiamo cominciato a condividere l'uno con l'altro reciproci aspetti della nostra vita, dalle passioni a quello che mangiavamo per pranzo. È successo poi che abbiamo deciso di incontrarci, dato che, per una fortuita coincidenza, mi sono recato in vacanza in un paese che era poco distante dalla sua terra natale, così è venuto a beccarmi lui, di persona, e sin da quando l'ho visto qualcosa è cambiato.

La stretta di mano, convenzione sociale fisica, ha improvvisamente allargato la banda della nostra comunicazione e, detto molto ingegneristicamente, il throughput dei nostri messaggi è aumentato in maniera esponenziale. Questo cosa significa? Ma è semplice, significa che davanti a me avevo comunque una persona fisica, non fatta di bit, che oltre che con le parole mi narrava di sé con la gestualità, con il movimento degli occhi, e parlava anzichè scrivere. Così l'evento si è ripetuto, e dato che lui sale spesso a Roma, abitualmente si fa sentire e usciamo a goderci un po' la città (e generalmente un Legendary all'Hard Rock Cafè).

Ho usato Piplos come esempio perchè è una delle amicizie più antiche che io abbia stretto online, ma anche la mia amica Alice è un buon esempio: certo non posso dire che la nostra esperienza sociale da quando ci conoscevamo solo in maniera "informatica" a quando poi siamo usciti una sera per un gelato sia rimasta la stessa cosa. Anzi: quando si approccia una persona conosciuta online, anche se si sono viste foto di questo individuo o si ha a disposizione l'intero profilo psicologico, la relazione rimane comunque qualcosa di incompleto; che può essere, per carità, sufficiente persino ad innamorarsi ad esempio di alcuni aspetti dell'interlocutore, ma è qualcosa di più asettico.

In ogni caso, è certo che un buon ingegnere sociale che punti alla schiusa del soggetto debba avere nel proprio bagaglio una serie di atteggiamenti validi in entrambi i casi, ma soprattutto un buon pool di comportamenti e gestualità da adottare per l'accesso alle informazioni in modalità online, ed un certo numero di approcci già verificati e funzionali nel caso in cui invece il soggetto a cui carpire i dati sia presente fisicamente, in carne ed ossa; se dunque il confidare delle informazioni coperte da presunto segreto può essere una motivazione abbastanza sufficiente per ottenere fiducia presso il bersaglio, in un incontro fisico offrire un caffè può essere già un buon primo passo.

Insomma, deriva socialingegneristica a parte, comunque è chiaro che conoscendo un individuo online, non possiamo comunque prevederne tutti i comportamenti, ma solo un ampio spettro che sarà comunque da completare con una profonda conoscenza fisica, durante la quale saremo comunque matematicamente sorpresi dalla vastissima gamma di gestualità che il soggetto adotterà, e noi non ci aspetteremo.

Il delirio nerd

Stamattina ero bloccato nel traffico ed effettivamente mi ha colto un pensiero non indifferente, sia in quanto a contenuto che come momento epifanico-catartico.

Ho pensato infatto che le trecce figherrime interoperabili dei cosi blu di Avatar siano il miglior esempio di standard de facto applicato al plug and play che si sia mai visto nella storia del cinema.

Ora potete menarmi.

Ventuno.

Apro Wikipedia e controllo un po' di cose.

Ventuno è il numero naturale dopo il 20 e prima del 22. È un numero difettivo. È l'ottavo nella successione di Fibonacci. Servono almeno ventuno quadrati distinti per comporne uno grosso. È numero ottagonale, fortunato, nonchè di Harshad.

L'alfabeto italiano ha ventuno lettere, ventuno poi è anche la porta raccomandata per FTP.

Ma soprattutto è il numero dei miei anni oggi: questo nuovo genetliaco porta tanta roba con sé. Il primo grosso regalo mi è già arrivato: con il lancio di Hopen, ho cominciato a pensare di potercela davvero fare, e da quel venerdì sera credo di aver capito tantissime cose su come funziona il mondo e soprattutto su come funziono io. Oltre il boot meeting di Hopen, che è un progetto in cui sto davvero mettendo me stesso, sono giunte soddisfazioni anche dalla vita universitaria; un'opinione forte sul sottoscritto di un paio di prof la cui stima mi rende davvero felice, nonchè poi il resto. È stato un anno ricco, infatti: ho fatto tanti test, tante prove, tante recensioni e mentre avevo vent'anni ed ero giovane e forte ho anche (e continuo) scritto fiumi di parole su OneOpenSource, con quel santo di Matteo a sopportare i miei scleri. Ma, oh, che ci volete fare, è il genio dell'artista.

Ventuno. Dio mio. Ventuno.

Ubuntu 11.10, le mie impressioni

Oggi mi sono trovato per qualche minuto senza avere niente da fare, attendendo che venissero completati dalla mia macchina vari task (imparate: l'automazione è la cosa più bella che l'essere umano abbia inventato); così, ho deciso di impiegare una trentina di secondi per mandare in esecuzione un debootstrap su una partizione vuota ed installare a manina Oneiric, cosa che viene fatta in circa cinque minuti, più due di setup finale, avendo a disposizione una buona banda e residuati bellici di ben dell'intelletto.

Quando è stato tutto pronto ho fatto il primo boot e ho messo le mani sulla distro: non c'è dubbio che Canonical come ho detto più volte stia facendo un buon lavoro, e se uso Arch Linux è solo per il mio stranoto sadomasochistico fustigazionismo nerd; Unity risulta ben curata, assolutamente coesa, e in grado di offrire un'esperienza utente decisamente superiore, ove possibile, se confrontata con quella della precedente versione della distro africana. L'uso del branch di sviluppo di Compiz comporta la morte civile in caso di smanazzamento dei settaggi, ma poco male. Sono dell'idea infatti che un paio di bacchettate sulle mani ai troppo smanettoni ci vogliano... e con questo non intendo dire che sono favorevole all'assoluta mancanza di configurabilità che impera sovrana in GNOME 3.0. GNOME 3.0 che si presenta alla base dell'ambiente grafico di questa piccola neonata ancora nella pancia della mamma come qualcosa di monolitico ma immensamente patchato per certi aspetti, come la gestione energetica e tante altre piccole cose che ne fanno una versione riveduta e corretta al gusto arancio, e che sinceramente a me non dispiacciono per niente, dato che comunque si sacrifica un pezzetto della vision dei designer GNOME per inserire qualche funzionalità comunque non troppo invasiva rispetto alle HIG e in ogni caso funzionale.

Quello che ho potuto notare è stata una piccola regressione delle prestazioni di Compiz nel dragging delle finestre e nel disegno dei widget grafici, cosa che si è poi scoperto dipendere ovviamente dalla mia scheda video imbarazzante ma soprattutto dal doppio monitor: su monitor singolo con una risoluzione più umana infatti il comportamento era normale, mentre nella gestione di due testate visuali improvvisamente il mio compositing preferito diventa rosso e comincia a balbettare. Gliel'ho detto che non dev'essere timido, ma credo non ci si possa far niente. E io però col PC devo lavorarci, per tutti i santi; possibile che addirittura Mutter abbia bissato Compiz 0.9 in quanto a performance sul dragging? Ma non è nemmeno immaginabile. Eppure accade.

A parte questo, un altro aspetto molto fastidioso è stato il non poter invocare il pannello di Unity una volta impostato a scomparsa: non voleva proprio più emergere dal lato sinistro dello schermo ._.

Fortunatamente, con un paio di moine e qualche carezza sexy sul tasto super hanno fatto comparire la dashboard, e da li ho poi potuto cominciare a lavorare regolarmente: peccato che ad ogni boot mi tocchi fare questa cosa ridicola di dover andare a ripescarmi la dock dentro la dashboard perchè non ne vuole sapere di venir fuori da sola finchè non apro un programma.

Per il resto, tutto molto bello: ovviamente GNOME 3 atterra qualsiasi altro DE, tralasciando la questione GNOME Shell che è parecchio controversa (anche nella mia testa, il mio emisfero sinistro la odia e quello destro la ama); Nautilus tra le riscritture di GNOME Foundation e le patch di Canonical è diventato veramente un bel pezzo di gnoc software. Stesso dicasi per qualsiasi componente della distribuzione, come il Software Center: semplicemente orgasmico, oltre che scattante e non più pachidermico come suo nonno della versione 11.04.

Fortemente consigliato l'update, ASAP se siete persone che vogliono smanettare, con diciassette giorni (circa) di delay se siete utenti che invece con il PC ci fanno anche altre cose oltre lo smanetto. Daje.

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