Spiacente Pasi: Xubuntu è effettivamente un campo profughi
Questo post di Pasi Lallinaho, uno dei responsabili dell'estetica di XFCE in Xubuntu, mi ha fatto riflettere parecchio. Purtroppo ci troviamo di fronte a un momento a dir poco storico per l'ecosistema Linux in generale, specialmente riguardo chi è stato deluso, in maniera più o meno stordente, da GNOME 3.0 e successive release.
Purtroppo molti utenti, insoddisfatti, si sono trovati in pratica orfani di interfaccia grafica, e hanno dovuto ripiegare su delle alternative; per me non è stato un problema, dato che ho trovato in KDE un degno strumento per potenziare al massimo le mie energie lavorative. Il guaio è stato per tutti coloro che delusi un po' da tutto, hanno cercato di farsi star bene quello che è stato sempre un po' considerato il fratellastro di GNOME, ossia XFCE.
Certo, c'è una visione diversa del DE dietro, come dice Lallinaho nel suo post, ma secondo me emerge un'incoerenza di fondo tra quello che gli sviluppatori offrono agli utenti e quello che gli utenti utilizzano, soprattutto per lo spirito con cui si verifica la fruizione del codice e del software. XFCE rappresenta una visione dell'ambiente desktop non comparabile con quella di GNOME, è vero. Ma allo stesso tempo, come adattano gli utenti il loro flusso di lavoro per dare il massimo con XFCE? Lo trasformano in GNOME.
Io sono uno di quelli - non tanto con Xubuntu quanto con XFCE su Arch Linux, che utilizzo con soddisfazione sul netbook, ma quella soddisfazione, badiamo bene, dell'aver trovato un'alternativa plasmabile per divenire una pallida immagine di quello che era GNOME una volta. Ecco.
Date queste premesse quindi, mi duole affermare che la crescita di XFCE in termini di utenza non è dovuta ad altro che a questo, e se tornasse in campo una nuova versione ancora supportata di GNOME 2.X (ovviamente sviluppata e supportata anche dalle distro in maniera decente, quindi non cito MATE), tutti quei numeri conquistati in così poco tempo e con così poco sforzo svanirebbero "come lacrime nella pioggia" [cit.].
Quindi, caro Pasi, mi spiace svegliarti dal tuo sogno ad occhi aperti ma si: Xubuntu è un campo profughi. Che non aspettano altro che un rinnovato spirito d'iniziativa di GNOME - o si sono rassegnati all'invariabile numero minore di feature senza battere troppo ciglio.
Photo courtesy of Jordan Bracco, rub3nmv