Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Debian: meccanismi decisionali inadeguati o al top?

Pochi giorni fa, è uscito un mio breve(issimo) pezzo su OneOpenSource, per annunciare la dipartita di GNOME dal leggendario CD1 di Debian GNU/Linux e l'entrata in scena di XFCE come ambiente desktop predefinito.  Mi sono posto delle domande non tanto sulla scelta, che è avvenuta tagliando la testa al toro per semplici motivi di spazio dribblando qualsiasi ragione sociopsicopedagogicopolitica, quanto sul metodo. Io infatti sono una persona metodica, e nei progetti - soprattutto in quelli open source - mi piace confrontarmi con chi mi sta attorno. Dando una scorsa veloce al commit di tasksel incriminato della questione:

Sfortunatamente, Debian non ha una procedura ben definita per effettuare certe scelte, mentre certamente ci sono procedure ben definite per rivederle. Quindi, ho deciso di osare, e continuare la tradizione di prendere una decisione arbitraria per il desktop e tasksel in Debian.

Sono rimasto leggermente perplesso come avrete notato dal paragrafo superiore: sicuramente non mi aspettavo, date le premesse, una discussione assurda lunga centinaia di email, ma più guardo quel messaggio, più mi dico "DAFUQ", nel mio cervellino. Di seguito, un po' di ragioni pro e contro tutta questa storia.

Do-ocracy

Ammiro molto Stefano Zacchiroli per i suoi interventi su come dovrebbe essere gestito un progetto open source: personalmente penso che sia il miglior project leader che Debian abbia avuto da parecchio tempo (se non il migliore in assoluto), e la sua guida è illuminante per tutti i Debian developer che lo accompagnano in questo viaggio. Non essendoci una guideline, anziché bloccare il ciclo di sviluppo per una scemenza come questa uno sviluppatore zelante ha preferito decidere lui per tutti. Buono. Vorrei avere altrettanta gente del genere a disposizione, propositiva e senza timore di pomodori in faccia, anche per i miei progetti.

Stefano Zacchiroli

Il processo decisionale alla radice: ordine o entropia?

Non voglio accusare una comunità di developer che conosco a malapena di affidarsi ad un meccanismo puramente entropico per tutte le scelte di questo genere. Emerge però un problema dalla dichiarazione del bravo packager Joey Hess. Abbiamo dei meccanismi complessi per rivedere le scelte già fatte, ma non abbiamo un meccanismo nemmeno lontanamente sufficiente per la discussione di una decisione da prendere ex-novo.

Purtroppo, nonostante mi sia piaciuto il gesto mascolino e oltremodo virile, non è questo che mi aspetto dalla distribuzione universale. Ma è veramente questo quello che importa, in un progetto come Debian? Dall'altra parte della bilancia abbiamo un target di utenza che certamente può assemblare il proprio stack software nella maniera che meglio crede, adottando GNOME, KDE, o XFCE come meglio crede per i propri dispositivi.

Desktop environment: a Debian importa davvero?

Visto che il titolo del paragrafo è un po' poco chiaro, mi spiego meglio: sinora, il desktop environment predefinito è sempre stato una questione "intoccabile", se così vogliamo esprimere l'accaduto. La doppia licenza delle QT (storia passata ma sempre attuale da riscorrere) ha fatto si che Debian scegliesse GNOME come ambiente desktop predefinito e fornire KDE "a lato" nei repository, anche per essere più vicini al mindset di GNU e della Free Software Foundation. In questi giorni invece, tali implicazioni sono state messe in discussioni da una persona sola.

Una persona sola che ha cambiato un valore dentro tasksel per fare si che scelga XFCE come ambiente desktop predefinito in fase di installazione, dato che banalmente "non c'era spazio". E tutte le questioni sulla FSF? GNOME come baluardo dell'open source in senso letterale, che fine ha fatto? Certo, è vero anche che lato DE la situazione è cambiata, e certamente Debian non può considerare il desktop environment targato Red Hat come qualcosa di ancora affidabile per migliorare l'opinione pubblica di fronte agli occhi della FSF. In ogni caso è chiaro come Debian abbia abbandonato la via della scelta del DE predefinito inteso come posizione politica, optando, mi pare senza contrasti interni, per il pragmatismo che da qualche tempo a questa parte permea squisitamente il team di sviluppo di una delle mie distribuzioni Linux preferite.

Photo courtesy of Andrew McMillan

comments powered by Disqus

Member of

Previous Random Next