28 Jan 2012
La solita riflessioncina delle quattro di notte. Ma come, tu alle alle quattro di notte non hai niente da fare che pensare a 'ste cose? Ebbene no, tantomeno dormire.
Ché uno dice, si adesso arrivano i new media e ti spaccano tutta la concezione tradizionale, con l'informazione capillare che pervade al rete. Beh si, è vero ma sino a un certo punto. Sul blog di Twitter infatti proprio in questi giorni è comparso un annuncio inquietante: la piattaforma si avvale del diritto di censurare singolarmente tweet o addirittura interi profili su richiesta di parti più o meno politiche. Ora, a parte tutti i pensieri possibili stile V per Vendetta del tipo "governi che hanno paura dei popoli" o cose del genere, voglio soprassedere. Considero il fatto da un punto di vista leggermente più esterno: innanzi tutto è tristemente vero quello che scriveva Nicola qualche anno fa. E soprattutto: è lecito dire che i new media rivoluzioneranno, o stanno già rivoluzionando il mondo, quando in realtà poi ci viene imposto un controllo di tipo cautelare dalle aziende che ci mettono a disposizione il servizio?
Morale della favola: come al solito sono fiero del cammino che ho intrapreso, lasciando a Twitter e Facebook solo i miei aggiornamenti effimeri, e postando su un blog le cose veramente importanti e la mia persona. Un blog che è costantemente esportabile in XML, un blog di cui tengo dei backup periodici per non perdere nulla di me, di quello che ho tracciato. L'altro pensiero che mi è venuto in mente è che magari, con Facebook che applica già un tipo di facoltà di censura simile, e Twitter con il suo nuovo meccanismo di autoprotezione alle porte, forse, e dico forse, Google+ otterrà maggiore attenzione, anche se non ne sono certo.
Di sicuro molti storceranno il naso di fronte a un potenziale di questo genere, e anche se il bacino di utenza verrà scalfito in minima parte, Twitter come compagnia ha da stare attenta a quello che fa.
Il meccanismo di censura "su richiesta" di Twitter ce lo spiega in italiano Mariangela Parenti su TechEconomy.
23 Jan 2012
Dicono che in Xorg sia stata risolta una grossa vulnerabilità che consentiva praticamente al driver della tastiera di prevaricare il lock dello schermo: a quanto pare adesso non sarà più possibile quindi andare nelle consolle e paciugarci mentre lo schermo è bloccato da X o dal DE in qualche maniera.
Ho pensato poi oggi pomeriggio mentre me ne stavo beato a leggermi qualche dispensa che effettivamente per dischi non protetti con SELinux e altre amenità simili, magari io posso andare, rivoltare il laptop e agire di cacciavite, oppure se è un fisso prendere un semplice piede di porco per qualche atto vandalico, rubarmi il disco fisso a colpi di cacciavite e polso, poi portarmelo a casa. Yeeee.
:D
18 Jan 2012
Personalmente ho molto apprezzato l'interazione che si è venuta a creare per mezzo delle tecniche di conversational marketing sui nuovi media tra brand e cliente (o target di qualsiasi tipo). Specialmente quando tutto ciò ha cominciato a transitare attraverso le pagine Facebook, un elemento fatto benissimo che permette la catalogazione di informazioni e un'agevole conversazione.
Forse di meglio ci sono solo le pagine di Google+, le quali però allo stato attuale non permettono amministratori multipli. Ora però, sempre più insistentemente persino su pagine ad alta frequentazione come quelle di brand discretamente importanti, vedo proposte queste welcome page oscene; volevo quindi farmi e fare una domanda.
Ci siamo lamentati per anni che i webdesigner prendessero l'utente per un idiota mettendo un pulsantone con scritto "Entra nel sito", e adesso non stiamo fiatando lasciando che il web venga violentato dall'ennesimo esempio di improvvisazione nell'arte di capire l'utenza, ossia una scrittona che reca il messaggio "Metti il like" prima di consentire qualsiasi visualizzazione dei contenuti della pagina.
Personalmente non mi viene difficile il paragone, e non reputo grossolano equiparare le welcome page delle pagine Facebook alle classiche anti-homepage ormai così vintage, spesso fatte in Flash come l'intero sito. Anacronismi che si ripropongono.
E se quello che ci dice Giambattista Vico è vero, allora dovremmo sbarazzarci di certe usanze il prima possibile.
Edit: Oh ragazzi me l'ero perso che Google+ permette amministratori multipli sulle pagine, adesso potete smettere di lapidarmi attraverso qualsiasi media (social e non) :D
06 Jan 2012
Ovvero come ti gioco a Dungeons and Dragons senza uscire di casa, unendo quattro dimore e ben sei tra giocatori e lurkatori tramite Google+ e Hangout.
L'idea iniziale
Pochissimo tempo fa il buon Bic ha avuto l'idea di cercare online un gruppetto a cui potesse fare da master per Dungeons and Dragons, in occasione del fatto che gli sono stati regalati questi bei manualozzi della quarta edizione. Così, ha trovato dei bravi compagni delle sue stesse terre (limitrofi quindi), con il buon Marco in testa come master, che hanno deciso di aggregarsi e giocare; al che però c'è stato qualcuno che ha, come si suol dire, rosicato, ossia io e un'amica (PaperDoll); essendo noi persone abbastanza distanziate, ci siamo lamentati del fatto che non abbiamo mai trovato un master con cui valesse la pena, oppure nel mio caso non abbiamo proprio mai giocato per mancanza di un master. Decente o meno che fosse, ecco.
Uno dei nostri ha lanciato l'idea geniale: potremmo farlo tramite Hangout. Si è così inventato un sistema molto carino e semplice con il tifo e piccoli perfezionamenti del sottoscritto, per portare l'innovazione del tele-GdR in un caso d'uso reale, persino con utenti che avevano memorie molto remote del gioco, o che non avevano giocato per nulla.
La riuscita
In poche parole: un successone. Abbiamo iniziato la nostra avventura, io personalmente con il mio Condottiero Umano di nome Warth, e grazie alla perizia di Marco che come master è eccellente non abbiamo avuto alcun problema a ricordare/comprendere la meccanica di gioco; la storia è avvincente, e parlo al presente perchè è già stato deciso che replicheremo (:D), peraltro l'unica criticità è stata l'aspettare per più di cinque minuti che il computer di una delle partecipanti si riavviasse causa sommossa anarchica allo scopo di farci saltare la sessione.
Posso anche riportare che personalmente per quante soluzioni io abbia provato e software io abbia installato, Hangout a dispetto di Skype è l'unico che permette una videochiamata multipla fluida e non fa fare il solito rumoraccio di fondo al mio microfono (quanto meno viene filtrato).
Gli ingredienti e la ricetta
Volete replicare per conto vostro?
Beh, vi servono delle cose. Dei giocatori, innanzi tutto, e un master. La casa dove si trova il master farà da "server", gli altri faranno da "client", un po' come una rete a stella. Ovviamente si riuniscano più giocatori in una stanza con il master, almeno la cosa è meno sterile. Sevono poi: due macchine dotate di webcam, microfono e accesso internet per la stanza dove si trovano master e gruppo principale; una macchina dotata di webcam e microfono per coloro che vogliono connettersi e giocare "a distanza".
A questo punto è semplice, immagino abbiate capito che ruolo ha ciascuna componente. La cosa fondamentale è che ci deve essere un PC in più nella casa "server", per poter tenere una telecamera sul gruppo di gioco e fare streaming dei volti, e l'altra webcam puntata direttamente sulla plancia di gioco, molto utile per tenere sotto controllo i combattimenti. Il resto lo fate voi con la vostra inventiva. Molto presto ci doteremo di una webcam con cavo, così da poterla sganciare dal computer e poter costituire un sistema di puntamento e ripresa della plancia molto più efficace. Kudos a chi l'ha proposto, che è lo stesso che se n'è uscito con questa figata degli Hangout, che è il buon Andrea :P
Per i dadi?
Ci siamo fidati. Di noi, dei nostri dadi, e delle app per i dadi che non avevamo con noi. Per Android consiglio DiceBox.
E adesso?
Beh adesso viene la parte figa. Non solo continueremo, ma pare che l'iniziativa abbia riscosso così tanto successo che mi sforzerò compatibilmente con gli impegni vari di documentare la nostra esperienza futura per una campagna intera di D&D con Hangout. A presto una pagina Google+ (forse) per tenere traccia dell'avventura, leggere i racconti, e sintonizzarsi sul "realtime" ;)
31 Dec 2011
Della serie "usa l'Internet come un vero pro": da questo post recente di TechCrunch (chiariamo: continuo a pensare che il nuovo tema sia di una bruttezza mai vista) ho scoperto in primis Dropbox Automator, in secundis IFTTT, due tool potentissimi che credo userò parecchio d'ora in avanti.
Dropbox Automator
Figata, semplicemente figata: andando sul sito ufficiale si fa il login tramite OAuth e account Dropbox, e come si entra ci sono le nostre directory personali e condivise. Ogni volta che viene inserito o aggiornato un file, abbiamo la possibilità di farci mille cose. Avvisarci, avvisare un altro, metterlo su Twitter; personalmente ho trovato utilissima la crittografia automatica sui nuovi file, in modo da supplire alle note carenze in ambito privacy di Dropbox.
Insomma, fichissimo e nerdissimo.
IFTTT
IFTTT è una robina carina, che somiglia a Dropbox Automator in grande: acronimo di If This Then That, l'applicazione permette di fare qualcosa ogni volta che noi facciamo qualcosa. È un casino immondo spiegarlo, perciò faccio un esempio: quando io scrivo qualcosa su Twitter, Linus Torvalds mi manda un bacio via mail. Ok, non era esattamente l'esempio giusto, magari poi Stallman si offende, ma il concetto è quello di causa-effetto come nella programmazione.
Si possono monitorare per delle azioni tutti i cosiddetti "Channel", che sarebbero poi i media che usiamo abitualmente, da Twitter a Facebook a Instagram. La sceta dell'azione da intraprendere avviene in un modo simile.
Un esempio efficace è:
Quando viene aggiunto un elemento ad un feed che seguo, mandamelo in automatico su Read It Later
Comodo no? Andate a spulciarvelo, vi assicuro che non ve ne pentirete ;)
P.S.: Il prossimo che mi dice che la programmazione a oggetti non serve a niente verrà seppellito sotto una valanga di mail inviate con questi due cosettini. :D