31 Mar 2010
Ormai è da qualche tempo che seguo gli aggiornamenti della serie instabile di GNOME, installata prima sul mio netbook e da qualche giorno per un utilizzo assiduo sulla postazione da lavoro; ebbene, dopo aver provato e usato con profitto la versione 2.29 dell'ambiente desktop, ho deciso di aggiornare alla 2.30 senza particolari problemi, dato che i pacchetti stanno entrando pian piano, uno alla volta, nel repository [gnome-unstable] mantenuto dal buon Jan De Groot.

Che posso dire di questa 2.30? Particolari problemi non ne ho avuti, a parte il non poter più decidere se visualizzare le icone nei menù o no, cosa di cui ho parlato assiduamente, e il fatto che gnome-panel si ostini ad andarsene crashando per le sue, ogni volta che chiudo una conversazione di Pidgin. Cose nuove ce ne sono certo, ma mi riservo di parlarne dopo aver testato un pochino il rilascio stabile, senza fretta.
Installare GNOME dal repository di Jan, dite? Molto semplice, è tutto ospitato sui server ufficiali, quindi basta editare il nostro pacman.conf...
sudo nano /etc/pacman.conf
... e abilitare l'archivio dei pacchetti aggiungendo le linee:
[gnome-unstable]
Include = /etc/pacman.d/mirrorlist
A questo punto siamo pronti, un pacman -Syu
e saremo aggiornati. Immediato, veloce e, soprattutto, a differenza dell'altra volta, relativamente indolore ;)
25 Mar 2010
Ho pensato, ripensato, pensato ancora a cosa scrivere in questo post. La verità è che tu, brutto marrano, te ne sei andato senza lasciarci niente di scritto, così, in uno schiocco di dita, in un soffio, in un attimo. Anche se molto spesso eri fin troppo caustico, ti amavamo per com'eri, e nonostante tutte le sfuriate contro chiunque, avevi sempre una parola buona per chi se la meritava, e te ne intendevi davvero. Sei stato il mio mentore per tanto tempo, eri un po' il mio modello sai. Tanto che quella volta che hai fottuto gli hard disk e volevi mollare tutto, mi sembrò impossibile che il titano in cui credevo avesse deciso di lasciare in questa maniera.
Infatti poi la curiosità dell'hacker è stata troppo grande, e hai ripreso a smanettare come sempre; sei tornato, cosa che adesso non puoi più fare. Sai, dicono che la vita sia una partita a scacchi in cui puoi solo perdere con stile. E penso che chiunque, sapendo come sei fatto, sapendo quante ne hai passate, direbbe che molto probabilmente è stata la vita stessa ad usare i cheat contro di te, perchè se così non fosse stato, la partita l'avresti vinta. La stavi vincendo con tutto il cheating del mondo contro.
In realtà scrivo una serie di stronzate per il solo motivo che se magari questo post ti capita tra le mani, ti fai una risata. La dura, amara verità, è che ci hai lasciati lunedì scorso e lo abbiamo saputo quasi una settimana dopo. E non riesco a scrivere nient'altro, LuNa, anzi, Michele, perchè la tristezza è troppa. Chissà, magari nel paradiso degli hacker ci sono PC a non finire, e quelli cattivi li bruciano in un fuoco radioattivo alimentato da iPad. Sembra impossibile eppure è così, non ci sei. E non sarai più qua a dire ad Antonio che se non continua l'università è un coglione, a dire a me che ce la posso fare e che devo inseguire il mio sogno, a dire a Shuttleworth che così non si fa, che non si illude la gente.
Se sono diventato quello che sono in parte lo devo a te, che mi hai insegnato veramente troppe cose: mi ricordo ancora quando scoprii Arch con quel tuo post, ne eri veramente entusiasto e così decisi di provarmici anch'io, se quella distro era così fenomenale. Ricordo il corso di scripting mai finito, ricordo le ore a chattare del più e del meno, ricordo Mac OS LolCat. Pezzi di ricordi. Frammenti.
Lo devono sapere tutti che sei morto perchè il mondo non riusciva ad abbatterti e allora il destino ha deciso di usare un'emorragia cerebrale. Lo devono sapere tutti che da poco combattevi contro l'HIV a colpi di fioretto. Lo devono sapere tutti che sei stato un grandissimo e che voglio un monumento in tuo onore.
Lo devono sapere tutti che a pochi giorni dal tuo decesso le ultime parole che ti ho detto sono state "Guarda che Quartz era stato scritto per NextStep".
Troppe le cose da dirti, troppa la tristezza. Ci mancherai. Mancherai a me, a tutti.
Magari “su dal capo” c’hanno internet, e lo puoi leggere qui. [cit.]
20 Mar 2010
Nerdeggiare pallido e assorto
Presso un firewall d'orto,
Ascoltare tra i podcast e le webradio
Click di nerd, flame di troll.</p>
Nelle crepe dei thread o sui like
Spiar gli utenti dei commenti gonfi
Ch'ora si distinguono e ora si confondono
A sommo di minuscoli nick
Lurkare tra i feed i protocolli
Lontani di google wave
Mentre si uppano tremuli trilli
Dei poser dai calvi picchi.
Surfando nella web che deraglia
Sentire con triste meraviglia
Com'è tutto il 2.0 e il suo travaglio
In questo spammare di gentaglia
Che ha in cima cialis e accozzaglia.
Veramente un bel lavoro, complimenti ad Haukr e Federico che su FriendFeed si sono uniti per scrivere questa rivisitazione in chiave nerdica del nostro mondo.
Stupendo, clap clap.
14 Mar 2010
Stavate pensando che mi fossi dimenticato del mio piccolo cantuccio eh? Invece no, anche se scrivo per altri torno comunque al mio vecchio blog per condividere pareri che magari da altre parti non potrei scrivere, pensieri poco, ehm... ortodossi.
E dunque, stamattina mi sono armato di santa pazienza e visto che Matteo stava scaricando l'ultima prematura del Fedora Project, ho deciso di affiancarlo e raccogliere qualche impressione insieme a lui sulla nuova versione della distribuzione Linux più amata/odiata dagli italiani: è infatti vero che da una parte trovo gente che mi dice che Fedora spacca, mentre altri mi dicono che farebbe venire la diarrea ad uno stitico.
Ordunque, mi attrezzo, scarico l'immagine LiveDVD, la passo su una penna USB che ho afferrato al volo, inserisco nella porta del PC fisso e mi ritrovo nel GRUB costruito artatamente da Unetbootin, software di cui ho già parlato il quale permette di generare una pendrive bootabile da ISO di CD o DVD. Ed in men che non si dica mi trovo a dialogare con un muro, infatti il monitor mi recita un "unable to find the root device
". Ah vabbeh.
Non mi perdo d'animo, so che Unetbootin ha qualche piccolo problemino di questo genere, infilo un DVD vergine e lo defloro con la ISO appena scaricata; il sistema dunque parte impeccabilmente, portandomi fino alla schermata di login.
Scegliere il linguaggio e premere Login
Così recita una scritta, ma gli sviluppatori di Fedora secondo me dovrebbero scriverci Lasciate ogni speranza o voi ch'intrate; di tutto ciò però parleremo tra un attimo: scelgo la lingua italiana, premo Login, vengo catapultato in un login automatico mai effettuato. Riavvio. Clicko login senza scegliere la lingua: bam, sono dentro GNOME.

Non funzionaaaaaaaaahhhh!!!
Orbene, mi do a una selvaggia installazione, dato che il sistema che gira da DVD è un pochino lento: e qui trovo il primo punto positivo: Anaconda, il pluripremiato installer di Red Hat, si dimostra come sempre all'altezza della situazione mostrandosi in una veste ridefinita, corretta e migliorata. Mi chiede quello che gli serve sapere, posso rispondere in qualche click, l'interfaccia non è dispersiva; entro pochi minuti, quasi come fosse un avanti-avanti-fine, mi trovo con il sistema installato sull'hard disk e un grazioso balloon mi consiglia di riavviare per effettuare le ultime modifiche, cosa che non tardo a fare.
Al primo boot il sistema si dimostra pachidermico, esattamente come lo era il suo DVD, cosa che verrà affievolita molto di poco ai boot successivi: sequenza di boot bocciata, come detto in precedenza da Matteo il quale si è lamentato della lentezza della partenza anche sul suo Samsung NC10. E allora andiamo ad esplorare un po' questa nuova Fedora: novità visibili poche, fa mostra di sè GNOME 2.29, come del resto anche in Ubuntu Lucid, e si può osservare una configurazione di Compiz piuttosto bislacca a mio parere: lo abilito, i menù non vengono ombreggiati, e nemmeno i pannelli. Poi, comincio a giocarci un po'. E inorridisco: quando muovo il cubo, tutto diviene scuro e non vedo nulla, salvo poi tornare all'illuminazione originale quando il cubo smette di muoversi. Le finestre wobblano lentamente e scattosamente: su Ubuntu e Arch non era mai successo, ad esempio, e dire che sul mio fisso sono mesi che faccio un uso massiccio di Compiz anche con la scheda video che mi ritrovo, la quale mi permette comunque di utilizzare gran parte degli effetti grafici senza dar prova di uno sforzo evidente. Perplessità a palate.
Infine, come a voler dare il colpo definitivo, apro Shotwell, incluso di default. Ottima mossa questa, io amo quel software. Ma non parte. Come GNote. Crash su crash; ho capito che è un'alpha, ma cavolo :D
Scoraggiato, provo ad aggiornare. No. Pup e Pirut, i due gestori di pacchetti e aggiornamenti, la coppia di gemelli figli del Male. Quasi più irritanti di PincoPanco e PancoPinco, proprio perchè di una lentezza esasperante: dopo un'ora che il sistema è lì a ravanare, mi stufo. Spengo il PC. Non ci siamo, è rimandato a Settembre.
08 Mar 2010
Si ecco, non so bene come dirlo, quindi sarò schietto: inizio a scrivere con questi signori.
Ovviamente roba un pelino più seria di quello che scrivo qui, anche se cercherò di non perdere il tono spontaneo che mi ha fatto acquisire, credo e spero, qualche estimatore nel corso della mia opera.
Arisentirci su questi schermi insomma, e anche sugli altri. :)