29 Jun 2010
Ebbene si, un po' quello che abbiamo sognato tutti no? D'altronde è da un po', esattamente da quando ho provato Debian Sid ma soprattutto Arch Linux, che andavo in giro a proclamare il verbo: più rolling per tutti. Anche se ovviamente Ubuntu, con tutta la serietà che ha messo su, non può portare il rolling agli utenti, perchè ovviamente non ha la possibilità, essendo una distro che punta alto e di ben altri principi, di prendersi un attimo di pausa e sfornare un pacchetto malnato. Nonnò, non si può. Così Mark "cosa ti invento sul momento" Shuttleworth e i suoi picciotti ci portano una nuova idea, che nemmeno ai tizi di Fedora era mai passata per la testa: lasciare il sistema base e tutto ciò che costituisce una parte fondamentale dell'ambiente desktop da parte, sicuri, testati lì, e aggiornare in un repository a parte tutta la pletora di software che, diciamocelo, dopo sei mesi, puzzano di vecchio.

È un ideale che ho sempre portato avanti: un ciclo semestrale per tutti i pacchetti è un'operazione che non solo richiede un grosso rebuild ogni sei mesi, ma fa rimanere scoperti, se così si può dire, gli utenti da aggiornamenti che magari includono caratteristiche realmente degne di nota; ovviamente a ciò è stato tentato di porre rimedio, infatti negli anni la comunità ci ha, come si suol dire, messo una pezza. I software aggiornati sono stati inseriti in repository di terze parti, e Canonical da una parte scioccamente, dall'altra furbescamente, ha incentivato questo comportamento, finchè non si è arrivati a dei livelli inaccettabili: non è possibile che per avere un major update di Firefox o Thunderbird si debbano aspettare mesi. È così che extras.ubuntu.com fa la sua comparsa sulla scena, per rendere Ubuntu una distribuzione, seppur non bleedin' edge, comunque aggiornata almeno per quel che riguarda i programmi di più alto livello.
In questa maniera infatti verranno aggiornate solo le applicazioni, mentre il sistema operativo di base rimarrà quello, assieme a tutto l'humus di pacchetti che non interessano all'utente. Speriamo che questo repository venga usato con criterio dunque, e Canonical non abbia febbre da update e comportamenti irresponsabili nei confronti di un bacino di utenza che ormai, quello che ha nel gestore di aggiornamenti, lo prende come oro colato e non vuole assolutamente problemi.
Bravi bravi, diecippiù.
27 Jun 2010
I pargoli di Linux Italia hanno imparato proprio bene che condividere le conoscenze è importante per te e chi ti sta intorno (praticamente al contrario del fumo); è così che cagnulein con un suo breve post mi ha fatto scoprire un'interessantissima funzione che riguarda la history dei comandi.
Andate in una shell, e premete CTRL-R. Fighissimo vero? :D
19 Jun 2010
Nelle scorse settimane mi sono divertito a smanacciare un po' il mio portatile: dopo aver installato Fedora 13 ed aver avuto un'esperienza impressionante con gli alie KDE 4.4, ho deciso che era venuto il momento di mettere in chiaro degli aspetti fondamentali della vita di coppia tra me e la mia Arch Linux. È stato così, che loggatomi da riga di comando ho fatto la pazzia e installato KDE anche dall'altra parte. Incredibilmente, tutto ciò è stato come un salto nell'iperspazio, di quelli che ti mozzano il fiato (chi non ha mai, d'altronde, fatto un salto nell'iperspazio.), e mi sono ritrovato, dopo alcune personalizzazioni, in un ambiente straordinariamente di mio gradimento, con tutto ciò che mi serviva. Tutto era dove doveva essere, e, posso garantire, Dolphin è un file manager veramente niente male.
La configurabilità dell'intero ambiente per vie facili non ha pari: ho avuto un assaggio di ciò che arriva dove la filosofia GNOME frena, infatti ho potuto farmi dire di si a qualunque cosa volessi fare con qualche click nei posti giusti (aehm, a volte non proprio giustissimi), mentre con l'ambiente "concorrente" per così dire, sono costretto ogni volta a ricorrere a GConf per operazioni anche banali come cambiare l'ordine dei pulsanti nella titlebar. Per questo motivo mi sono invaghito di KDE: le QT consentono di avere un ambiente assolutamente fuori dal comune in quanto a meravigliosità dell'interfaccia grafica, anche se meno pulito, e le applicazioni possono facilmente essere sovvertite, è l'utente che controlla loro, e non loro che controllano l'utente.
Tra l'altro devo ammettere che la struttura di KDE per quanto riguarda gli engine di decorazione finestre e widget è decisamente geniale: ogni motore ha i suoi parametri non solo per la configurazione dell'aspetto, ma anche riguardo la configurazione del comportamento del window manager, che cambia radicalmente faccia a seconda che si stia usando Oxygen, Bespin, Plastik. Oltre questo, c'è da aggiungere che tutto ciò che è QT è meravigliosamente integrato in KDE. Mi spiego: in GNOME ma anche in Windows succede che qualunque applicazione non faccia parte dell'ambiente desktop tenda ad essere un po' discriminata.
KDE invece segue una filosofia molto simile a quella secondo cui è sviluppato OSX. Il sistema di casa Apple si basa infatti sulle librerie grafiche Cocoa, grazie alle quali è possibile scrivere software perfettamente integrato con il sistema operativo proprio per via del livello di integrazione di cui Cocoa gode all'interno di Mac OSX. Per le QT più o meno il discorso è lo stesso: KDE offre alle applicazioni QT una culla in cui integrarsi alla perfezione senza timore. Viceversa qualunque cosa provenga dall'esterno, è trattata un po' malino; esattamente come OSX anche KDE riserva un cattivo trattamento alle applicazioni GTK+ mettendo a disposizione si, il gtk-qt-engine, che però a mio modo di parere offre possibilità approssimative ;)

Inoltre come potete vedere dall'immagine superiore è possibile eliminare facilmente la presenza di quella fastidiosa appendice di titlebar sparsa un po' ovunque sulle finestre, spesso, in altri desktop environment, levando così di torno tantissimo spazio regalato ai porci.
Dopo un po' però ho cominciato a sentire i limiti di quello che stavo usando. È si tutto molto ben congegnato per far sentire l'utente a casa, ma forse un po' troppo a casa... sul divano, stravaccato diciamo. Mentre GNOME incredibilmente anche non facendo sentire l'utente parte di un meccanismo più grande di lui comunque lo facilita con un'interfaccia volta ad aumentare la produttività, mettendo sempre la semplicità al primo posto, a volte KDE si rivela macchinoso da utilizzare per una persona che vuole semplicemente arrivare a fare quello che vuole fare. E questo, se mi conoscete bene, è un neo gigantesco; mi sono ritrovato spessissime volte a fare altre cose non ricordando più il mio intento originale. Già, diciamo che KDE per chi soffre di disturbi dell'attenziooh... oh, una farfalla...
Io sono uno che come gli fai vedere una stronzata parte. Una trasparenza, un menù di troppo e come una trottola giro in tondo dimenticando cosa stavo facendo; quando lavoro è più difficile, ma anche mentre svolgo i miei compiti quotidiani capita che mi metta a guardare un paio di feature alle dieci di mattina e quando smetto siano le sei di sera. Capita con GNOME, figuratevi quanto è capitato con KDE :D
In definitiva, dopo una settimanella di giochi, ho deciso che era il caso di castrare un po' la mia fantasiosa mente e tornare a GNOME. Questo perchè? Per tutti i nei descritti su. E perchè, incredibilmente, il compositing di Oxygen stressa la mia CPU a dei livelli un po' assurdi, anche e soprattutto con KDE 4.5 Beta che comunque ho avuto modo di testare aggiornando ieri sera la mia Fedora: veramente un bel lavoro, soprattutto a livello di miglioramento dell'interfaccia. Insomma, buona fortuna KDE. Per il momento ci si saluta, ma non è certo finita qua.
Ah e un'ultima cosa, questo post è stato scritto con il nuovo Wordpress 3 che spacca :lol:
13 Jun 2010
Nelle ultime settimane LG mi ha dato la possibilità di provare gratuitamente uno dei loro prodotti di punta, ossia l'hard disk multimediale LG XF-2. Il prodotto, premetto, mi ha soddisfatto ampiamente sotto tutti gli aspetti, tranne quello economico; come hard drive da salotto si possono trovare eccellenti soluzioni a un po' meno.
In ogni caso, diciamo che quello che colpisce di LG XF-2 per prima cosa è la maneggevolezza; i prodotti concorrenti non possono certo vantare una portatilità così facile, ed è per questo che tale hard drive si distingue dalla massa: se all'acquirente interessa portare i propri contenuti dovunque senza ingombro supplementare, questo strumento è l'ideale e vale, per me, tutta la spesa. Se, viceversa, si ha intenzione di lasciare il diffusore dei contenuti in salotto a prendere la polvere, qualche euro in meno e soluzioni anche più efficaci vengono incontro alle più disparate esigenze.
Tornando al disco, appena scartato il tutto, sul lato si può avvertire la presenza di un tasto di accensione, da premere quando il tutto è collegato al televisore. In alto invece sono disposti i vari attacchi: alimentazione, HDMI, USB mini, A/V composito; sinceramente sono rimasto sorpreso dalla presenza del connettore A/V, corredato da apposito cavo con adattatore A/V-SCART, grazie al quale LG mi ha fatto un'ottima impressione dimostrando non solo tendenza verso i nuovi standard di trasmissione (attacco HDMI presente), ma anche una notevole cura verso dispositivi non più propriamente in voga, come i televisori CRT dotati storicamente di attacco SCART.

Frontalmente, possiamo infine notare un'interfaccia sensibile al tocco con quattro pulsanti direzionali, un tasto menù, ed un tasto OK. Collegato il tutto al televisore, mi sono divertito un po' a testare la reattività dell'interfaccia utente utilizzando il controller incorporato anzichè il telecomando: il dispositivo si è dimostrato più che reattivo anche su risoluzioni molto alte, non accennando il minimo tentennamento. La cosa che invece mi ha lasciato basito è stato il nominare l'hard drive C: nell'interfaccia; non capisco se ciò venga fatto per similitudine con il sistema operativo preferito da chi non ne conosce altri, o perchè effettivamente, dentro c'è una qualche versione del sistema operativo preferito da chi non ne conosce altri.
Una nota positiva, inoltre, può essere trovata nel fatto che LG non costringe l'utente ad usare alcun software proprietario per dotare l'hard disk di contenuti, bensì lascia libero chiunque di utilizzare il proprio file manager, senza restrizioni, rendendo possibile l'utilizzo del dispositivo anche solo come capiente contenitore di dati. Certo, così sarebbe sprecato, ma non si può mai dire ;)
La riproduzione video si comporta egregiamente, cowsì come quella delle foto: sia con Matroska MKV che con banalissimi file AVI è andato tutto liscio, facendo passare a me, alla mia famiglia e ai miei amici ore piacevolissime visionando anche cose che su schermi FullHD ci si sarebbe aspettati di non trovare così definite. L'esperienza di riproduzione si è dunque rivelata fluidissima, anche passando ore ed ore a visionare e causando un piccolo surriscaldamento del dispositivo, che alla fine della terza ora di visione mi ha anche fatto da scaldino per le mani, nonostante la ventola non minuscola posta sul retro.
Insomma, nel complesso un ottimo prodotto; se lo scopo è la portabilità, dieci e lode ad LG che ha sfornato un dispositivo da "Il futuro è adesso". La mamma infatti si è innamorata di quel coso e non voleva farlo tornare alla casa madre (essì, non me l'hanno lasciato purtroppo) :D
12 Jun 2010
Pazientate neh, chè c'ho il blocco dello scrittore un attimo.
