2026 - chiudiamo un anno enorme e partiamo col botto
L’altra sera mi hanno chiesto, se dovessi identificare con una parola il 2026, quale sarebbe. Ho risposto “ròta”. Per chi non conoscesse il significato di questa espressione romana, ce lo spiega il mio LLM di fiducia:
“Stare a ròta” nel senso di essere dipendente da qualcosa - tipo “sto a ròta co’ le sigarette” o “sto a ròta col caffè”. È quella condizione in cui sei completamente in balia di una sostanza, un’abitudine, un vizio - praticamente non riesci più a farne a meno. L’immagine della ruota qui prende un altro senso: sei incastrato dentro, ci giri attorno, non riesci a uscirne. Come un criceto nella ruota che continua a correre senza mai fermarsi. La dipendenza ti tiene “agganciato” e continui a girare nello stesso circolo vizioso. Si usa per qualsiasi tipo di dipendenza:
- “Sto a ròta con le cannette” (sigarette)
- “Sto a ròta co’ sta serie TV” (ok, questo è più innocuo)
- “Sto a ròta col gioco” (gambling)
Insomma, quando una cosa ti ha proprio in pugno e non riesci a mollare. Una bella espressione cruda e diretta, molto romana nello stile!
A prescindere dal linguaggio artefatto tipico degli LLM, spero si sia capito. Ovviamente non intendevo quel tipo di dipendenza (per quanto io stia effettivamente a ròta col caffè), quanto più uno stare a ròta in generale con la mia vita di quest’ultimo anno. Perché, come da titolo, è stato un anno enorme: di maturazione, di compimento, di sconfitte, di vittorie.
Principal Engineer e oltre
Ormai sono un paio di anni che ricopro il ruolo di Principal Engineer in SUSE, e se all’inizio possiamo dire che questa cosa fosse partita come uno scherzo, quest’anno è stato decisamente il momento in cui ho dovuto far vedere di che pasta ero fatto. Sono stati momenti difficili, soprattutto perché a volte sono dovuto “uscire dal personaggio” (se così vogliamo identificare l’archetipo di sviluppatore che mi sono creato e che ricopro, a me piace pensare, con discreto successo). Nonostante le peripezie che mi hanno portato a questo ruolo non sono mai stato una persona che si impunta e che pone delle condizioni non negoziabili: quest’anno l’ho dovuto fare per la prima volta, e se non avessi fatto abbastanza psicoterapia e non avessi avuto intorno persone supportive dubito che ce l’avrei fatta.
Purtroppo tra l’altro è una delle rarissime volte in cui non posso dire a cosa sto lavorando, e di questa cosa mi rode tantissimo. Sto però lavorando a un bel progetto, e mi sento fortunato non solo per i risultati che stiamo raggiungendo, ma anche per il team con cui ho la fortuna di lavorare. Se state leggendo queste parole: Andrea, Sam, Kyle, sono orgoglioso di essere in questo tunnel a scavare insieme a voi. :-D
Oltre questo, ho partecipato alla openSUSE Conference 2025 come speaker, parlando di SchedKit che è il mio progettino satellite su sched_ext e OCI. Ci sono ovviamente ancora un gazilione di cose da sistemare, ma sono veramente contento di averlo portato a una conferenza del genere e che la risposta del pubblico non sia stata “ma che sei scemo”.
Distrobox
Al di fuori dell’ecosistema lavorativo, quest’anno ho iniziato a dare una mano a Luca con Distrobox. Essendo uno dei software che uso di più, per me è stato un onore potergli dare un aiutino nel chiudere qualche issue aperta e gestire le ultime release. Abbiamo un sacco di roba che bolle in pentola, ma purtroppo, per via di cause di forza maggiore è tutto rimandato a inizio 2026.
Il fatto che grazie a questo il mio nome sia nero su bianco su LWN mi ha fatto quasi svenire.
Cauldron, tra il debutto e la chiusura di Pocket
Tra le cose che mi hanno tenuto impegnato quest’anno c’è stato anche Cauldron: la piccolissima applicazione per il desktop Linux che avevo iniziato a sviluppare tempo fa è andata molto bene per un periodo sul Flathub, dopodiché Pocket ha deciso di chiudere i battenti. Essendo Cauldron un client solo per Pocket, questa per me è stata una bella battuta d’arresto anche perché avendo usato Pocket per almeno una decina di anni ho dovuto prima trovare un degno sostituto.
Quando ho identificato quel sostituto in Instapaper, ci ho messo comunque un sacco di tempo per riscrivere tutta la parte di interazione con il servizio per trasformare Cauldron in un client per Instapaper. Sono contento di averlo fatto: adesso posso leggere i miei articoli di Instapaper anche sul mio laptop, ma soprattutto il lavoro che la community di GNOME ha fatto l’anno scorso non è andato sprecato.
Io e Agnese ci siamo sposati
Quando menzionavo le cause di forza maggiore ero serio, e per fortuna erano cause belle e non cause brutte: quest’anno io e Agnese siamo diventati marito e moglie. Abbiamo deciso di fare una cerimonia intima, con pochissimi amici e pochissimi parenti, scegliendo una a una le persone da coinvolgere, nel posto che più ci rappresenta e che significa tantissimo per noi, ovvero il comune di Cetona con la sua splendida piazza (e la sua ancora più splendida chiesa sconsacrata).
Molte delle persone coinvolte1 tra cui Francesco che ci ha fatto da celebrante, hanno tenuto dei discorsi che ci hanno fatto versare tutte le lacrime che avevamo in serbo (e anche in croato, heh) per quel giorno. Io dal canto mio, su questa paginetta che non può in nessun modo contenere adeguatamente questo tipo di sentimenti, voglio riportare il contenuto del mio:
Agnese, amore mio. Un gigante del pensiero italiano, che è incidentalmente lo stesso che ha officiato il nostro matrimonio, una volta mi ha detto che amore non è il guizzo di un momento, ma amore è scegliersi consciamente ogni giorno. E oggi a te voglio dire che secondo queste premesse, questa giornata che da fuori appare così speciale per me non è che un giorno come un altro. Così come spero che scorra la nostra vita insieme.
Non sono molto contento di come l’ho esposto in quell’occasione, ed è molto corto, ma l’emozione ha prevalso, mi dovete capire. La felicità è ed è stata tantissima, non solo rispetto al fatto di esserci sposati, ma rispetto al fatto di averlo fatto come piaceva a noi, come volevamo noi fin nell’ultimo dettaglio, a tratti in maniera stravagante, ma di essere comunque stati compresi da chi avevamo intorno.
Voglio ringraziare mia moglie (!) per non avermi mandato a quel paese fino a questo momento (anche se c’è sempre tempo), ma anche tutte le persone, invitate o no, che si sono prese cinque minuti per parlare, per scriverci, per telefonarci, per mandarci regali, per le loro parole di gioia che hanno celebrato il coraggio, la sincerità e l’amore.
Voglio ringraziare il fato e qualsiasi altra entità superiore esistente per averci regalato un tempo meraviglioso quel giorno e voglio fare i complimenti alla nostra coppia per aver regalato a noi stessi e a chi ci sta intorno un meraviglioso inizio delle feste natalizie e allo stesso tempo uno splendido finale di anno2.
Spero che sia per noi che per voi che leggete questo post, il 2026 sia un anno di “stare a ròta” in generale con una vita piena di bellezza.
