Farewell, SUSE Trento
A volte la vita prende delle pieghe inaspettate. Cose a cui hai lavorato sparsamente per tantissimo tempo si uniscono per formare una bella visione d’insieme. È così che per un intricato sistema di specchi e di leve, quando sono stato a Tokyo per openSUSE Asia sono stato contattato per un ruolo che si stava aprendo in SUSE e che sarebbe stato un’ottima opportunità.
Dall’altro lato, domani marcheranno esattamente tre anni e quattro mesi dal mio ingresso su Trento, il progetto di monitoraggio e observability per panorami SAP che SUSE mantiene (e vende) da parecchio tempo. Nonostante sia stato sicuramente in grado di dare la mia impronta al progetto, sicuramente ci sono stati dei punti della mia agenda che non sono stato in grado di portare fino in fondo o sponsorizzare adeguatamente: un marketplace per i check di compliance di terze parti, per esempio, o l’adozione di tecnologie come eBPF per permettere un monitoraggio a un livello più profondo dei workload sul singolo host.
Nonostante la frustrazione per questi piccoli non finiti michelangioleschi non ho comunque rimpianti: è stato un bellissimo progetto, e ho avuto dei compagni di viaggio fenomenali.
Dal primo giorno (anzi, dal secondo) dell’anno nuovo comincerò a lavorare direttamente su SUSE Observability. Ovviamente all’inizio la mia agenda avrà solo due punti: spalare un sacco di rumenta in modo da rendermi conto di dove risiedono le maggiori necessità, e soprattutto ascoltare. Ascoltare un team di ingegneri che mangia pane e observability da parecchi anni, perché sono sicuro che per me sarà una fonte di crescita incredibile.
Mi è uscito un post con quel tono farlocco un po’ da Linkedin, motivo per cui chiedo scusa a chi legge. Non so se traspare l’eccitazione, quindi in caso lo rinnovo: me la sto facendo addosso, un po’ dal terrore di dimostrarmi inadeguato, un po’ dall’entusiasmo.
Forse è meglio che vada a prendere già pala e ramazza.