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Blogging engine: filosofia, varie ed eventuali

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Michel Alexandre Salim ha scritto proprio qualche ora fa un interessante post sulle motivazioni che l'hanno portato ad abbandonare WordPress in favore di Scriptogram. Anch'io non nascondo di aver pensato a qualcosa di simile, ma sono sempre stato fermato da una considerazione di carattere più filosofico che tecnico: come blogging platform infatti WordPress non è il massimo, e ormai in quanto a built-in feature è un carrozzone obsoleto. Non supporta nemmeno nativamente Markdown, al contrario di tutte le piattaforme più "trendy" di adesso.

Però è WordPress che, oltre ad essere l'engine per grossissima mole di siti e blog al mondo, ha stabilito una certa prassi nel rilascio di codice relativo all'infrastruttura di rete distribuita che abbiamo adesso. Mi domando: è giusto favorire meccanismi accentratori che conferiscono più potere ad una piattaforma centralizzata che ad un utente, impossibilitato ad installare il CMS che più gli piace in locale per il suo uso e consumo personale? Quanto possiamo permetterci di cedere il passo rispetto a qualcosa di simile?

Sicuramente WordPress tramonterà: il tempo passa, le tecnologie cambiano e purtroppo va accettato il fatto che i prodotti muoiano per un turnover agile di sviluppatori,società competitor e dei software stessi. Io però mi auguro che WordPress tenga testa a tutti i suoi concorrenti ancora per molto, e soprattutto nella maniera più open source possibile. Certo, è vero che comunque quello che conta è una API affidabile e ben integrabile per mantenere integro un ecosistema (ed RSS lo è, di fatto), ma sarebbe carino che tutti comprendessero che cosa significa essere utenti di un servizio, ed essere invece provider del servizio che usiamo noi stessi.

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