La prima volta che mi sono trovato di fronte a uno switch massiccio a Python 3, è stato con Arch Linux dove mantenevo pacchetti per la community, e in quel momento scoprii di mantenere un sacco di roba in Python. Altrettanto velocemente, imparai a lanciare un mega-sed per cambiare lo shabang di un sacco di roba nei miei PKGBUILD in modo da garantire la retrocompatibilità.
In questi giorni invece mi è capitato sotto mano (smaltendo la roba che avevo in arretrato da leggere) questo interessantissimo articolo che racconta lo switch a Python 3, recente, di Instagram.
La cosa che mi ha colpito più di tutte è stata soprattutto lo stop sui pacchetti, che rappresenta una fetta rilevante del lavoro da fare, soprattutto in caso di un cambiamento di ecosistema così rilevante come Python.
First, the team undertook massive code modification. This took two to three months, and included replacing incompatible third-party packages with ones supporting Python 3 — the working rule was, “No Python 3, no new package” — and also deleting unused packages.
Deliziosi casi di studio da portare al vostro capo che desidera ardentemente che voi sforniate feature a rotta di collo. O no?
Ho visto questa roba popparmi sul feed di Hacker News.
Cool stuff.
If you’re a Vim or Neovim user, it feels like there is unlimited room for optimization.
E questo è senza dubbio vero. Vimcasts, Upcase e compagni consigliatissimi. Personalmente ormai faccio un sacco di cose in più rispetto all’anno scorso solo con Vim, e tra un plugin in più e qualche keybinding personalizzato sono arrivato al nirvana.
Prossimamente, un post su come mantengo il blog solamente con Vim e una CLI.
Instead of denying coincidence, I love to look around and realize that it’s all an amazing coincidence that everything is the way it is, and all of us exist.
Il blog di Derek Sivers è veramente meraviglioso, ogni volta mi dà spunti nuovi per rivedere e migliorare ed affilare la visione del mondo che ho. Nello specifico, condivido particolarmente questo passaggio.
La mia vita e paradossalmente anche il mio mestiere di sviluppatore mi hanno insegnato di recente che in realtà le coincidenze possono essere fatte accadere stimolando ciò che ci sta intorno a dare il meglio, o il peggio.
Stamattina come mi sono svegliato ho aperto il news reader e Twitter. Tra le cose che mi scorrevano davanti ha attirato la mia attenzione il fatto che Sean Larkin, membro del core team di Webpack, ha deciso di lasciare il suo attuale lavoro per unirsi a Microsoft ed andare a lavorare nel team di EdgeHTML.
A prescindere comunque dalle sue azioni, il suo post di commiato dal Nebraska mi ha colpito per questa associazione tra il focus sui developer e il successo di una piattaforma:
Since I joined, and and we formed the core team, all of the maintainers agreed that we needed put our users first to succeed. […] When you focus on Developers, your platform succeeds.
Dovrebbe essere qualcosa di banale, eppure forse troppo presi da noi stessi, dal business, e dall’importanza che diamo alle nostre idee, ci dimentichiamo che quello che facciamo lo stiamo facendo per risolvere un problema ad altre persone.