14 Aug 2017
Da qualche giorno ho ripreso a usare Firefox. Nello specifico come daily driver per il browsing personale sto usando Firefox Nightly, mentre su Chrome relego tutto ciò che è per lavoro; questo perché inizialmente volevo testare il rendering CSS tramite Servo, e il nuovo Electrolysis per le tab.
Nel frattempo mi sono accorto di una cosa divertentissima:
Nelle ultime nightly build il team, per controllare se la sostituzione dei loghi avveniva come previsto tra un rilascio e l’altro, ha deciso di controllare con un asset grafico un po’ speciale, ovvero il logo di Firebird:
Prossimamente, una review un po’ più seria di come se la sta cavando Mozilla con questa grossa scommessa. Per ora i punti che mi sento di sollevare sono:
- Electrolysis è una gran figata
- Servo pure, e non vedo l’ora che lo attivino su tutto il comparto rendering
- La nuova Photon UI mi ha fatto innamorare
Passo e chiudo. 👍
04 Aug 2017
Proprio oggi ho letto su OMGUbuntu che Ubuntu 17.10 non solo utilizzerà GNOME Shell, cosa di cui già si sapeva da tempo e che a me fa solo piacere, ma che oltretutto l’ambiente desktop di Canonical sarà corredato da una dock basata sulla celeberrima Dash To Dock per GNOME, ma non identica.
Questa secondo me è una grandissima opportunità per GNOME; sicuramente gli utenti Ubuntu avranno qualcosa a cui sono stati sempre abituati – e sinceramente io sui miei desktop ho cercato sempre un’esperienza di quel tipo, con dock e tutto il resto – mentre dall’altro lato gli sviluppatori sia di GNOME che dell’estensione più amata dagli “gnomisti” avranno qualcuno che gli fornisca degli spunti alternativi.
La cosa che mi fa più piacere insomma non è che Ubuntu torni ad adottare GNOME come desktop environment, ma che ci sia una ventata di novità nel panorama Linux desktop grazie a questo, e che ci possa essere un graditissimo (si spera) spunto esterno per rendere GNOME “great again”.
30 Jul 2017
Andrea Contino ha scritto proprio l’altro ieri di Twitter e della sua situazione, secondo lui pericolante ma non troppo. È vero quello che ha detto anche lui, ossia che Twitter ancora adesso è capace di guadagnare utenza, però secondo me l’“ultimo cinguettio” non è che sia molto lontano.
Ci sono svariati fatti da prendere in considerazione, tra cui il fatto che le revenue in pubblicità sono calate, ed alcune sedi nazionali sono state chiuse; Andrea ha messo questi fatti in correlazione uno dietro l’altro, a me viceversa piace vederli in maniera inversa, ossia insinuare che alcune sedi nazionali siano state chiuse proprio per via del calo dei ricavi, il che potrebbe porre Twitter in una situazione molto più “short money” del previsto.
Messa a fuoco la situazione di crisi, comunque per me rimane una delle piattaforme social preferite, e devo sinceramente dire che fatico a vedere un mondo senza Twitter, dato che ormai i giornalisti lo usano come fonte principale di dichiarazioni, e molti personaggi pubblici foraggiano questo sistema, preferendo evitare le classiche pagine Facebook che pure possono assolvere allo stesso compito.
È innegabile che Facebook ormai abbia vinto la battaglia sul numero di utenti. Riuscirà Twitter a stare a galla in quella per le nicchie?
Sotto preziosissimo consiglio di Andrea oggi ho letto questo post meraviglioso sulle emoji nel prompt della shell, che viene concluso tramite un paragrafo con cui mi ritrovo molto:
If you just want to be a developer, sure, go ahead, skip the little things. But I think most of us also want to be a Human Being, and that involves more than code. If my experience shows me anything, it’s that the best code comes from those who take the time to be a well-rounded person, and who find ways to make themselves happy throughout the day. To mangle a line from Mary Poppins, “A spoonful of sugar helps the developer stay sane.”
And that’s why, sometimes, I spend too long playing with something ridiculous, like emojifying my prompt. I do more than that to keep myself happy, but these little things can help keep the happy going throughout the occasional long day. Find the dumb things that work for you, and do them.
Fare cose stupide è la cosa più bella al mondo, e a latere è anche il motivo per cui è nato uno dei miei migliori progetti didattici.
Proprio oggi sono incappato in questa bellissima notizia che considero una boccata di aria fresca nel panorama server in cui si vedevano sempre le stesse cose. Nello specifico server tradizionali, al massimo un po’ più minuti, da una parte, e l’ascesa di Kubernetes & co. dall’altra.
Boltron is a bit of an anomaly in the Fedora world — somewhere between a Spin and a preview for the future of Fedora Server Edition.
E ancora, per quanto riguarda la sfida tecnica:
The first aspect deals with the problem of installing multiple versions of something in the same user space. […] Early on, the Modularity WG decided not to focus on solving this problem yet again. Rather, they promoted and encouraged OCI containers, System Containers, and Flatpaks to address the different use cases in this space.
Devo dire che tutto questo mi incuriosisce un bel po’. Penso che mi darò da fare con Boltron molto presto, probabilmente in una macchina virtuale per testare un po’ cosa hanno fatto i ragazzi di Fedora.
E sospetto che mi piacerà.