Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Addio, Pebble

Ho pensato molto a cosa scrivere riguardo Pebble, e potrebbe sembrare che io stia facendo il melodrammatico. I fatti da prendere in considerazione riguardo questa impressione sono due:

Pebble

Prendo a prestito le parole di John Gruber:

Rough ending. I love the idea of a plucky startup creating their own hardware platform […]

Poco da aggiungere: secondo me Pebble è stata l’unica azienda, l’unico gruppo di persone in grado di proporre qualcosa di veramente innovativo ad un prezzo tutto sommato contenuto, usando una tecnologia totalmente inaspettata per uno scopo incredibilmente nuovo.

I prodotti Pebble non piacevano a tutti, e come azienda Pebble non ha mai avuto l’ardire di fare un prodotto che piacesse a tutti, ma semplicemente di offrire il suo meglio alla sua nicchia di mercato, che probabilmente non si è rivelata profittevole come da prime analisi. A me, però, quegli orologi piacevano un casino tant’è che ne ho ancora uno al polso, indeciso su cosa comprare come prossima fermata nel mondo delle “cose da polso”.

La fine del wearable da polso?

Jawbone alla canna del gas, Pebble in questo stato, e quella di Fitbit la possiamo considerare un’acquisizione d’emergenza nel tentativo di assorbire un fattore magico per dotare di appeal i suoi prodotti, che presso di me non arrivano proprio ad essere considerati. Ne parlavamo l’altra sera con Giorgio: siamo sicuri che sia proprio un bel momento per i wearable?

Sinceramente è stata una “rivoluzione”, e specifico le virgolette, in cui ho creduto molto ma che non ha prodotto moltissime cose buone. L’unica che mi ha veramente colpito è stata proprio Pebble.

Pebble Time Steel

E adesso?

Ho questa domanda in testa da parecchio, ed è per questo che sto scrivendo questo post. Adesso che si fa? Sicuramente inizierò ad osservare insistentemente Fitbit aspettando che tiri fuori qualcosa di interessante, e questi signori se hanno a cuore la reputazione del proprio brand, dovrebbero pensare anche a creare qualcosa che soddisfi gli acquirenti di Pebble, che nel tempo si sono mostrati una nicchia in grado di far sentire la propria voce.

Personalmente penso che se Pebble ha fallito così clamorosamente con un prodotto che io credevo in grado di vincere a mani basse, c’è il più che ragionevole dubbio non solo che Fitbit non produca qualcosa che mi interessa, ma che addirittura un prodotto di mio gusto non venga mai più fuori.

Che io debba rassegnarmi ad utilizzare il mio Pebble Time, finché dura. E che prima o poi debba tornare alle care, vecchie, brutte, ingombranti notifiche.

Photos courtesy of Howard Lawrence B, Tero Mononen

comments powered by Disqus

Member of

Previous Random Next