Ventuno.
Apro Wikipedia e controllo un po' di cose.
Ventuno è il numero naturale dopo il 20 e prima del 22. È un numero difettivo. È l'ottavo nella successione di Fibonacci. Servono almeno ventuno quadrati distinti per comporne uno grosso. È numero ottagonale, fortunato, nonchè di Harshad.
L'alfabeto italiano ha ventuno lettere, ventuno poi è anche la porta raccomandata per FTP.
Ma soprattutto è il numero dei miei anni oggi: questo nuovo genetliaco porta tanta roba con sé. Il primo grosso regalo mi è già arrivato: con il lancio di Hopen, ho cominciato a pensare di potercela davvero fare, e da quel venerdì sera credo di aver capito tantissime cose su come funziona il mondo e soprattutto su come funziono io. Oltre il boot meeting di Hopen, che è un progetto in cui sto davvero mettendo me stesso, sono giunte soddisfazioni anche dalla vita universitaria; un'opinione forte sul sottoscritto di un paio di prof la cui stima mi rende davvero felice, nonchè poi il resto. È stato un anno ricco, infatti: ho fatto tanti test, tante prove, tante recensioni e mentre avevo vent'anni ed ero giovane e forte ho anche (e continuo) scritto fiumi di parole su OneOpenSource, con quel santo di Matteo a sopportare i miei scleri. Ma, oh, che ci volete fare, è il genio dell'artista.
Ventuno. Dio mio. Ventuno.