Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

KDE, la mia esperienza, per quello che conta :)

Nelle scorse settimane mi sono divertito a smanacciare un po' il mio portatile: dopo aver installato Fedora 13 ed aver avuto un'esperienza impressionante con gli alie KDE 4.4, ho deciso che era venuto il momento di mettere in chiaro degli aspetti fondamentali della vita di coppia tra me e la mia Arch Linux. È stato così, che loggatomi da riga di comando ho fatto la pazzia e installato KDE anche dall'altra parte. Incredibilmente, tutto ciò è stato come un salto nell'iperspazio, di quelli che ti mozzano il fiato (chi non ha mai, d'altronde, fatto un salto nell'iperspazio.), e mi sono ritrovato, dopo alcune personalizzazioni, in un ambiente straordinariamente di mio gradimento, con tutto ciò che mi serviva. Tutto era dove doveva essere, e, posso garantire, Dolphin è un file manager veramente niente male.

La configurabilità dell'intero ambiente per vie facili non ha pari: ho avuto un assaggio di ciò che arriva dove la filosofia GNOME frena, infatti ho potuto farmi dire di si a qualunque cosa volessi fare con qualche click nei posti giusti (aehm, a volte non proprio giustissimi), mentre con l'ambiente "concorrente" per così dire, sono costretto ogni volta a ricorrere a GConf per operazioni anche banali come cambiare l'ordine dei pulsanti nella titlebar. Per questo motivo mi sono invaghito di KDE: le QT consentono di avere un ambiente assolutamente fuori dal comune in quanto a meravigliosità dell'interfaccia grafica, anche se meno pulito, e le applicazioni possono facilmente essere sovvertite, è l'utente che controlla loro, e non loro che controllano l'utente.

Tra l'altro devo ammettere che la struttura di KDE per quanto riguarda gli engine di decorazione finestre e widget è decisamente geniale: ogni motore ha i suoi parametri non solo per la configurazione dell'aspetto, ma anche riguardo la configurazione del comportamento del window manager, che cambia radicalmente faccia a seconda che si stia usando Oxygen, Bespin, Plastik. Oltre questo, c'è da aggiungere che tutto ciò che è QT è meravigliosamente integrato in KDE. Mi spiego: in GNOME ma anche in Windows succede che qualunque applicazione non faccia parte dell'ambiente desktop tenda ad essere un po' discriminata.

KDE invece segue una filosofia molto simile a quella secondo cui è sviluppato OSX. Il sistema di casa Apple si basa infatti sulle librerie grafiche Cocoa, grazie alle quali è possibile scrivere software perfettamente integrato con il sistema operativo proprio per via del livello di integrazione di cui Cocoa gode all'interno di Mac OSX. Per le QT più o meno il discorso è lo stesso: KDE offre alle applicazioni QT una culla in cui integrarsi alla perfezione senza timore. Viceversa qualunque cosa provenga dall'esterno, è trattata un po' malino; esattamente come OSX anche KDE riserva un cattivo trattamento alle applicazioni GTK+ mettendo a disposizione si, il gtk-qt-engine, che però a mio modo di parere offre possibilità approssimative ;)

Inoltre come potete vedere dall'immagine superiore è possibile eliminare facilmente la presenza di quella fastidiosa appendice di titlebar sparsa un po' ovunque sulle finestre, spesso, in altri desktop environment, levando così di torno tantissimo spazio regalato ai porci.

Dopo un po' però ho cominciato a sentire i limiti di quello che stavo usando. È si tutto molto ben congegnato per far sentire l'utente a casa, ma forse un po' troppo a casa... sul divano, stravaccato diciamo. Mentre GNOME incredibilmente anche non facendo sentire l'utente parte di un meccanismo più grande di lui comunque lo facilita con un'interfaccia volta ad aumentare la produttività, mettendo sempre la semplicità al primo posto, a volte KDE si rivela macchinoso da utilizzare per una persona che vuole semplicemente arrivare a fare quello che vuole fare. E questo, se mi conoscete bene, è un neo gigantesco; mi sono ritrovato spessissime volte a fare altre cose non ricordando più il mio intento originale. Già, diciamo che KDE per chi soffre di disturbi dell'attenziooh... oh, una farfalla...

Io sono uno che come gli fai vedere una stronzata parte. Una trasparenza, un menù di troppo e come una trottola giro in tondo dimenticando cosa stavo facendo; quando lavoro è più difficile, ma anche mentre svolgo i miei compiti quotidiani capita che mi metta a guardare un paio di feature alle dieci di mattina e quando smetto siano le sei di sera. Capita con GNOME, figuratevi quanto è capitato con KDE :D

In definitiva, dopo una settimanella di giochi, ho deciso che era il caso di castrare un po' la mia fantasiosa mente e tornare a GNOME. Questo perchè? Per tutti i nei descritti su. E perchè, incredibilmente, il compositing di Oxygen stressa la mia CPU a dei livelli un po' assurdi, anche e soprattutto con KDE 4.5 Beta che comunque ho avuto modo di testare aggiornando ieri sera la mia Fedora: veramente un bel lavoro, soprattutto a livello di miglioramento dell'interfaccia. Insomma, buona fortuna KDE. Per il momento ci si saluta, ma non è certo finita qua.

Ah e un'ultima cosa, questo post è stato scritto con il nuovo Wordpress 3 che spacca :lol:

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