Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Bandiere, ruoli e workaholic

Oggi sono finito sull’about di Marco Arment per caso, e subito dopo su questo post (che parla della crescita di Tumblr, linkato nel titolo come sempre) che paradossalmente nonostante la mia ammirazione per lui non avevo mai letto. Fornisce degli spunti di riflessione a mio parere veramente buoni sull’operato di un CEO di un’azienda di prodotto, sul ruolo di un tecnico quando si parla di crescita dell’azienda, e su tante altre cose. Per esempio il posizionamento.

MySpace was where you went in the past, WordPress and Movable Type were where people went if they had the patience and writing output to maintain a traditional blog, Facebook was where you went to define yourself by schools and checkboxes, and Tumblr was where you went to make your own identity and express your creativity.

Mi sono anche rivisto parecchio nel ruolo di Marco come “esecutore di idee”; di base io sono una persona che ha molte idee storte, ovvero che non possono essere accoppiate a un valore di business. Viceversa mi piace molto scrivere codice elegante e costruire prodotti dando il mio contributo soprattutto in maniera tecnica, rifinendo un’idea preesistente:

David always had a vision for where he wanted to go next. I was never the “idea guy” — in addition to my coding and back-end duties, I often served as an idea editor. David would come in with a grand new feature idea, and I’d tell him which parts were infeasible or impossible, which tricky conditions and edge cases we’d need to consider, and which other little niceties and implementation details we should add. But the ideas were usually David’s, and the product roadmap was always David’s.

E in questo post ho anche trovato la più fedele riproduzione del mio pensiero riguardo il lavorare sotto un workaholic (perché me ne sono trovati diversi davanti nel tempo).

David always obsessed over his newest ideas, features, and designs until they were completely polished and ready to go. He’s a workaholic […] He expects people around him to be similarly into work and Tumblr, and often drove me hard with seemingly impossible demands. But David has a lot of Steve Jobs-like qualities, and like many people who worked for Steve, I look back on Tumblr’s crunch times with mixed feelings: I don’t want to return to that stress level, but David pushed me to do amazing work that I didn’t think was possible.

Certo, a me piace prendermi delle libertà. Non sono il tipo che si ammazza di lavoro, ma mi piace arrivare al traguardo in fretta con un buon prodotto. Per quanto sia deprecabile un atteggiamento che ti spinge a sovraccaricarti, comunque la realtà dei fatti è che a volte se il risultato sperato viene raggiunto pienamente ci si ritrova tutti più uniti come squadra. Questo non significa che ci sia sempre necessità di lavorare in questo modo, anzi; e dall’esperienza di Arment come lead developer, almeno per come la racconta lui, ho capito che per me non c’è niente di meglio che avere un goal fissato, formare una squadra, e dire “ok, quella è la bandiera: andiamo a prendercela”.

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