Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Android: AOSP ha perso il suo pezzo da 90. Che ha fatto bene ad andarsene.

Sapete chi è Jean-Baptiste Quéru? No? Dovreste. O almeno, se usate Android, e una ROM modificata o qualsiasi altro progetto sul vostro smartphone che assomigli anche solo lontanamente ad Android, a quest'uomo dovete molto. Si tratta infatti del maintainer dell'Android Open Source Project, che negli ultimi anni si è sbattuto tantissimo per farci avere delle release degne di questo nome dove tutto fosse a posto, non ci fossero errori bislacchi di compilazione, e la community potesse lavorare sul "suo" codice senza impazzire.

Oggi si è dimesso. E io lo capisco, e lo supporto.

Android

La motivazione delle dimissioni del maintainer del progetto AOSP è spiegata molto bene in un suo post su Google+ dove dichiara ufficialmente:

There's no point being the maintainer of an Operating System that can't boot to the home screen on its flagship device for lack of GPU support, especially when I'm getting the blame for something that I don't have authority to fix myself and that I had anticipated and escalated more than 6 months ahead.

Ovviamente Jean-Baptiste si è dimesso per una ragione che da lungo tempo gli porta noie; questa è solo l'ultima goccia che fa traboccare un vaso pieno di soprusi, letteralmente, riservati agli hacker che operano su Android con piattaforma Qualcomm: se infatti nonostante la mancanza di specifiche Samsung si è dimostrata abbastanza comprensiva con gli hacker mandandogli device per i test e "aiutando" la community a suo modo, Qualcomm continua a fare muro dai tempi del Nexus One, device in cui abbiamo dovuto forzatamente smettere di credere per il motivo più semplice del mondo. Al momento dell'upgrade ad Android 4.0, Qualcomm si è rifiutata di rilasciare i suoi driver binari per la GPU Adreno 200 che c'era dentro, e tanti utenti CyanogenMod se lo sono brutalmente preso in quel posto.

Loro, e gli utenti di HTC Desire che era sostanzialmente il "cugino" col trackpad ottico del Nexus One.

Nexus One Android

Io sostengo Jean-Baptiste e il suo atto, per un semplice motivo: Google è cambiata molto in questi anni. Ha cambiato volto, ha cambiato pratiche, è diventata una società che guarda al fatturato e che non ha più paura di deludere i suoi fan e i suoi utenti, a volte anche passando sopra qualche loro diritto. Forse è stata sempre così? Forse. Di sicuro non lo dava molto a vedere.

Le dimissioni di Quéru sono le dimissioni di noi tutti, la perdita di fiducia in qualcosa che aveva iniziato in un verso e sta finendo nel verso opposto: è stato probabilmente il più grande community leader degli ultimi anni, tenendoci informati di tutto e lavorando per noi, e adesso getta all'aria tutto con aria mascolina e un "fuck this, I'm out". Personalmente, non servirà a niente ma quantomeno lo apprezzo: Google dovrebbe fare più attenzione a questo tipo di criticità, e dovrebbe quantomeno intimare ai produttori di rilasciare le specifiche dei propri blob proprietari in modo da poter ottenere quantomeno un'immagine di ripristino decente per l'hardware che io compro.

Droid

Spero che con questo atto Android non diventi meno open. Si, è inutile che commentiate con i soliti argomenti da bimbiminkia: il codice è lì, potete leggerlo e modificarlo, persino inviare le vostre modifiche a Google, quindi Android è open. Il problema è che fino a oggi potevate inviare le vostre modifiche a Jean-Baptiste, il quale faceva code review e vi faceva sapere in breve. Adesso, chissà?

A Jean-Baptiste Quéru va il mio grazie più profondo, il mio complimento più intimo per il lavoro svolto, e un in bocca al lupo grandissimo per il futuro.

Photos courtesy of Lai RyanneJohan Larsson, Felix Montino

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