Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Linux is Sexy - ovvero come è cambiato il rapporto tra Linux e la fotografia

Non prendiamoci in giro: se sinora abbiamo proposto l'utilizzo di Linux ai nostri familiari, a chi vedevamo sbattere la testa in preda al panico davanti a una macchina con Windows, l'abbiamo fatto con un briciolo di malizia, la malizia di chi pensa che esista una panacea al problema dei problemi, cioè quello che sta tra la sedia e lo schermo.

Guardando al passato, è veramente incomprensibile il successo di Linux sul desktop (già, perché quella misera percentuale di marketshare che abbiamo è veramente un successo considerando che c'è chi cerca di affossare Linux anche dall'interno), dicevo mi sembra veramente incomprensibile tutto questo data la notevole percentuale di utenti che fatica anche a premere il tasto per installare tutti i driver sulla propria macchina. Fatta la dovuta cifra di quanto Linux si sia portato avanti nonostante le notevoli difficoltà in campo desktop nell'ultimo paio d'anni, non risulta poi molto difficile vedere come Riley Brandt abbia iniziato ad usare Linux con profitto; lo sviluppo di applicativi come RawTherapee ha dato una notevole accelerata al mercato in questo senso, per non parlare di software banali come i batch renamer, che per un fotografo digitale, se fatti bene, sono letteralmente una manna dal cielo.

Riley Brandt Photo

Il caso di studio in questa occasione è piuttosto semplice: Riley ha prodotto un notevole set fotografico con un soggetto piuttosto degno di nota e un contorno ottimo nella sua raccolta "Linux is Sexy"; si tratta infatti di un ambiente in cui, chiaramente con intento geek, sono disposti gadget Linux-oriented - in particolare GNOME Shell figura molto bene nelle mani "sapienti" del giovane virgulto, poi le tazze di Ubuntu, i CD di Ubuntu.

Senza dubbio dell'ottimo materiale promozionale per la distribuzione di Canonical che è stata scelta come "campione rappresentativo" del mondo Linux in questo contesto, ma non solo: al di là delle foto, è di lezione sia ai detrattori che agli entusiasti guardare la toolchain di Riley Brandt e vedere come sia riuscito a fare a meno dei sistemi proprietari per darsi, finalmente, dopo anni di attesa, al lavoro con Linux. Ho apprezzato sia gli articoli di per sé, che il gesto: condividere sia il frutto del proprio lavoro, che le modalità attraverso cui questo è stato prodotto fa parte di quella cultura dell'open source e dello scambio di conoscenza reciproca che personalmente ho molto studiato e apprezzato negli ultimi anni e che mi piacerebbe fosse alla base della nuova cultura che sta prendendo piede.

Riley Brandt Photo

Si può quindi lavorare in ambito fotografico con Linux? Brandt lo dimostra con le prove fattive; ovviamente non esiste la risposta alle esigenze di tutti e sicuramente qualcuno obietterà la non disponibilità di alcuni software, ma... ma. Ma. Anni fa avreste detto che saremmo andati verso un'evoluzione di questo grado con la possibilità conseguente di ottenere del buon software (non necessariamente open) per costruirci un workflow maggiormente aderente alle nostre esigenze?

Pensateci. Poi pensateci ancora. Poi, beh, i commenti sono qui sotto. Vi aspetto, come sempre, fiducioso.

Photo courtesy of Riley Brandt - Linux is Sexy (very awesome photoset man!)

comments powered by Disqus

Member of

Previous Random Next