Alessio Biancalana Grab The Blaster di Alessio Biancalana

Fatevi un favore: più open source evangelist per tutti

Soprattutto negli ultimi tempi tra un libro e l'altro (questioni, robe di studio eccetera eccetera), ho cominciato a fare anche attività di diffusione rispetto al tema dell'open source, che ormai è disceso al centro della scena, soprattutto con la questione open data, che è ormai di importanza centrale nell'evoluzione delle infrastrutture statali e non.  "Open source evangelist", mi hanno definito alcuni; ho notato però che nel mondo enterprise figure come quelle di consulenti competenti che spieghino soprattutto ai colletti bianchi perché è utile avere un prodotto open source sul mercato e una community che cresce insieme ad esso.

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Mi succede sempre più spesso di entrare in contatto con delle realtà aziendali nuove e provare a "fare breccia" nei cuori di chi decide, provando a spiegare un po' come funziona l'ecosistema open source e perché starne all'interno anziché fuori può essere solo un plus, ma vengo sempre bloccato da moniti e parole inadatte, spesso derivanti da luoghi comuni, a volte veramente irritanti e, in qualche occasione, addirittura rinforzare da mala informazione.

Sicuramente sapete quanto sia dannoso il trovare una platea male informata, piuttosto che una non informata affatto: coloro che non sanno, infatti, ma sono in assenza di nozioni pregresse, sono "facili da plasmare"; non dovrete combattere contro un pregiudizio costruito con cura dal vostro cliente. Nel caso di interlocutori male informati, più o meno lo scenario che si presenta di solito è:

Ma si, noi però usiamo solo soluzioni closed source perché sono più stabili e più sicure, dato che il codice non si può vedere

Per chi volesse cominciare a fare l'open source evangelist: non saltate al collo di chi vi dice qualcosa del genere; al contrario aiutatelo a rendersi conto della castroneria che ha appena detto. Asciugandovi la bava dalla bocca, magari senza quel tic isterico di ciglia.

Per chi volesse essere evangelizzato: non siate supponenti, e non dite certe cose a chi prova a convincervi della bontà del modello che vi pubblicizza. Rischiate di fare una figuraccia e di vedere il vostro punto di vista ribaltato su tutta la linea.

Open source

Di solito, gli open source evangelist sono persone oneste che, prima o dopo, vi mettono anche in guardia dai rischi dell'avere un prodotto open (fatto da voi o mantenuto come pezzo dell'infrastruttura). Oltre che descrivervi i pregi dell'adozione di tale filosofia - oltre che modello economico di business), vi consiglieranno su come ridurre al minimo il "rinculo" e tutte le criticità dell'avere una comunità che lavora attorno al vostro prodotto. La paura verso i nuovi ecosistemi non porta a niente.

Prendetevi quindi cinque minuti per esaminare un po' di curriculum e un po' di blog, e valutate attentamente se vi serve un personale open source evangelist, per aiutarvi a rivedere la strategia aziendale; non è possibile che continuiate a fare la figura dei peracottari, quando vi presentate a qualsiasi evento che riguardi l'IT. Siate informati, rivolgetevi ad un open source evangelist.

Photo courtesy by Nixie and Br3nda

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